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In questo blog mi dedico a guardare con occhio maliziosamente indipendente ciò che accade a Roma - e qualche volta anche nel resto del mondo - soprattutto attraverso ciò che della mia città raccontano i quotidiani. Generalmente prendo in considerazione i tre quotidiani più importanti per vendite e diffusione nella Capitale: Corriere della Sera, La Repubblica e il Messaggero. A volte troveranno spazio anche gli altri quotidiani, la cui lettura è comunque sempre accurata.

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venerdì 21 giugno 2019

ARCHEOLOGIA, A PALAZZO CORSINI IN MOSTRA LA VITA QUOTIDIANA DEI ROMANI

Si è presentato anche il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, in una veloce visita privata alla mostra che aprirà oggi i battenti a Palazzo Corsini dei reperti archeologici che sono venuti alla luce durante gli scavi dei mesi scorsi nei giardini del Palazzo stesso che ospita l’Accademia dei Lincei.
Reperti forse non spettacolari come la testa di una statua emersa qualche giorno fa sotto i Fori Imperiali, ma non per questo meno importanti: la zona è quella di Palazzo Corsini alla Lungara, un’area, quella di Trastevere, che fin a poco tempo fa era considerata dagli storici come una zona di grandi ville. Ville e basta: famiglie patrizie, parenti degli imperatori, ma niente di più. Invece, gli scavi archeologici - come spesso accade a Roma nati in modo casuale: lavori dentro i giardini di Palazzo Corsini - hanno portato alla luce la presenza di una zona industriale. Sicuramente una fornace dove si producevano non solo anfore e olle in terracotta ma anche oggetti in pasta di vetro e, dagli ultimi ritrovamenti, addirittura in metallo. 
Nel salone del pianterreno di Palazzo Corsini sono esposte alcuni splendidi esemplari di piccole lucerne, una in particolare decorata con un volto barbuto, virile e un minuscolo cavallo da corsa, forse un imperatore della dinastia degli Antonini - Antonino Pio (138-161 d.C.), Marco Aurelio (161-180 d.C.) e Commodo (180-192 d.C.) - ma senza l’armatura romana, tipica dei ritratti imperiali.
E poi: anfore, in gran numero e di diverso tipo, da quelle grandi per l’olio, a quelle strette e lunghe per il vino, a quelle dalla bocca larga per il garum, la mistura a base di pesce condimento di base della cucina romana non troppo lontana dall’attuale colatura di alici. E, ancora, oggetti per scritta in avorio e osso, dadi da gioco, alcuni di dimensioni davvero minuscole. Insomma, gli scavi della Lungara restituiscono uno spaccato inedito della vita di Roma antica. Ora, l’obiettivo è trovare finanziatori per proseguire con nuovi scavi. Ma questa è un’altra storia. 

Una minuscola lucerna decorata con un busto virile - forse un Imperatore
della dinastia degli Antonini - che sormonta un cavallo da corsa. 

Anfore: olearie a sinistra, vinaria al centro e per il garum a destra
Nel dettaglio: le anfore da garum, la salsa condimento base della cucina romana, la cui ricetta è perduta ma, tramite opere di Apicio, Plinio il vecchio e frammenti di altri autori, doveva essere ottenuta da pesci come piccoli sgombri, acciughe, latterini sia interi che sole interiora; erbe aromatiche come coriandolo, aneto, sedano, finocchio, pepe, menta, origano, zafferano; sale. Dal sapore molto forte, potrebbe essere non troppo lontana dalla colatura di alici. 

Oggetti di uso quotidiano: dadi da gioco e strumenti per scrivere in osso e avorio lavorato

Oggetti in metallo di uso quotidiano. Gli studiosi stanno indagando per capire se la fornace lavorasse
anche i metalli o solo terrecotte e paste di vetro. 

Scarti di lavorazione della fornace: quello a destra contiene pasta vetrosa

Oggetti in osso e, in alto, un corno di bue, materia prima per la lavorazione di stili per scrittura,
fermagli per capelli, dadi


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