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In questo blog mi dedico a guardare con occhio maliziosamente indipendente ciò che accade a Roma - e qualche volta anche nel resto del mondo - soprattutto attraverso ciò che della mia città raccontano i quotidiani. Generalmente prendo in considerazione i tre quotidiani più importanti per vendite e diffusione nella Capitale: Corriere della Sera, La Repubblica e il Messaggero. A volte troveranno spazio anche gli altri quotidiani, la cui lettura è comunque sempre accurata.

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giovedì 24 gennaio 2019

RIFORMA CONI, LO SPORT SI FERMA


La strada della riforma del Coni intrapresa nei mesi scorsi dal Governo rischia di azzerare tutte le attività sportive almeno fino ad aprile.
Questo è quanto emerge dalla lettura di una lettera firmata da Carlo Mornati, segretario generale del Coni, e indirizzata ai Presidenti, ai Segretari e Delegati provinciali del Comitato Olimpico.
Nel testo si legge: “con riferimento al riassetto del Coni e del sistema di finanziamento dello Sport di cui all’articolo 1, commi da 629 a 633 della legge 30 dicembre 2018 numero 145, vi informiamo che il budget Coni per l’esercizio 2019, approvato dal Consiglio nazionale con propria deliberazione del 26 ottobre 2018, sarà oggetto di rimodulazione ai fini della ripartizione delle risorse tra Coni e Sport e Salute Spa”.  
Sfrondando dal burocratese, la legge di riforma del sistema di finanziamento dello sport deve ancora passare per la effettiva divisione dei fondi fra il Coni e la Sport e Salute, la società che, secondo il Governo, dovrà preoccuparsi di gestire le erogazioni dei finanziamenti a tutte le federazioni sportive, attività fino a oggi svolta in via diretta dal Coni.
Prosegue la lettera: “alla luce di quanto sopra, si rappresenta che tutte le attività delle strutture territoriali finanziate o co-finanziate con fondi Coni devono intendersi, al momento, sospese in attesa della nuova ripartizione delle risorse destinate al Coni. Per quanto concerne, invece, le progettualità finanziate interamente con fondi di terzi, le stesse potranno essere attuate nei limiti degli stanziamenti comunicati dai soggetti eroganti. Si specifica che dovrà essere garantita l’apertura delle sedi per l’ordinaria amministrazione e potranno essere svolte tutte quelle attività che non prevedono impegni di spesa”.
Anche qui, traducendo dal burocratese, le sedi vanno tenute aperte, si possono portare avanti o quelle iniziative che sono gratis o quelle interamente finanziate da soggetti terzi, quindi non dal Coni o dalle Federazioni, e solo nei limiti del finanziamento esterno ottenuto.
Per quelle che, ordinariamente, sarebbero state finanziate con i fondi del Coni, invece, si dovrà attendere l’esecutività della riforma del settore con l’assegnazione dei fondi alla costituenda Sport e Salute.
Se va bene, quindi, almeno 3 o 4 mesi di stop a qualsiasi attività onerosa: la Sport e Salute dovrà entrare nella sua piena operatività prima di poter procedere all’erogazione effettiva dei finanziamenti. 
La riforma voluta dal Governo Conte va a modificare le leggi varate da Tremonti nel 2002 che avevano dato vita all’attuale sistema: da una parte il Coni, dall’altra la Coni Servizi che diventava società strumentale della prima. La Coni Servizi era partecipata al 100% dal Ministero dell’Economia e lavorava per il Coni con un contratto di servizio, gestendo i Centri di preparazione olimpica, la Scuola dello Sport e l’Istituto di medicina e Scienza per lo sport. Al Coni rimane la gestione dei finanziamenti alle Federazioni sportive.
Il nuovo assetto deciso dall’attuale Governo prevede che la Coni Servizi cambi nome, diventando Sport e Salute SpA, e che sia questa a distribuire i finanziamenti alle Federazioni sportive. Quindi, il controllo dei soldi per il mondo dello sport passa dall’organo di autogoverno dello sport, il Coni, a una società i cui vertici sono espressione del Ministero delle Finanze.    
Ogni anno il Coni gestisce fondi per circa 260 milioni di euro utilizzati per le attività di Federazioni sportive, Enti di promozione sportiva e dei gruppi sportivi militari.


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