Non c’è pace per la stazione metro Barberini: dopo le chiusure e aperture a singhiozzo (o a sorpresa, dipende dai punti di vista) di Natale, ieri, nuovamente, per un’ora e mezza fermata chiusa per problemi alle scale mobili. Da Atac spiegano: “la chiusura di ieri è stata determinata dalla necessità di sostituire un componente che si è guastato. Quindi, la chiusura è durata il tempo strettamente necessario per svolgere l’intervento e ci scusiamo per i disagi”. Diciamo che nessuno poteva pensare che fosse stata chiusa per divertimento ma il quesito è: a dicembre Barberini è stata chiusa, insieme a Spagna, per svariati giorni per consentire, dopo l’incidente di fine ottobre a Repubblica (ancora chiusa), un approfondito controllo proprio su tutte le scale mobili. Quindi, come è possibile che, dopo questi approfonditi controlli, neanche venti giorni dopo la fine di questi controlli, la fermata venga chiusa ancora per problemi alle scale mobili?
E non è neanche la prima volta: Barberini era già stata chiusa e poi riaperta il 15 e 16 gennaio sempre per guasti alle scale mobili e poi ancora il 12 gennaio ma in quel caso Atac parlò di un generico “guasto tecnico”.
Ripercorrendo indietro nelle settimane il calvario delle fermate metro (sarà interessante controllare come nei report mensili sul rispetto delle previsioni contenute nel contratto di servizio, Atac segnerà la chiusura di queste tre fermate), il tutto inizia a fine ottobre quando, la sera della partita di Champions League fra Roma e CSKA Mosca, 24 tifosi russi rimangono feriti, qualcuno gravemente, per il crollo improvviso della scala mobile a Repubblica. A distanza di pochi giorni da quel 23 ottobre, senza ovviamente che vi sia mai stata una comunicazione ufficiale da parte dell’azienda, i tecnici impegnati nelle attività di manutenzione ordinaria delle scale mobili, si accorgono che a Spagna e Barberini (insieme a Repubblica le stazioni più profonde dell’intera rete metro di Roma) si stanno verificando gli stessi malfunzionamenti che avevano preceduto l’incidente coi russi. Da lì, scattano improvvisamente le chiusure delle due stazioni per evitare nuovi problemi. Che, però, tutto sembrano meno che risolti.
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