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In questo blog mi dedico a guardare con occhio maliziosamente indipendente ciò che accade a Roma - e qualche volta anche nel resto del mondo - soprattutto attraverso ciò che della mia città raccontano i quotidiani. Generalmente prendo in considerazione i tre quotidiani più importanti per vendite e diffusione nella Capitale: Corriere della Sera, La Repubblica e il Messaggero. A volte troveranno spazio anche gli altri quotidiani, la cui lettura è comunque sempre accurata.

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giovedì 10 gennaio 2019

RIFIUTI/ ECCO LE MAPPE DELLA CITTÀ METROPOLITANA PER LOCALIZZARE LE AREE PER GLI IMPIANTI E LE DISCARICHE


Due mappe che non lasciano spazio a molte interpretazioni. Sono le cartografie che la Città Metropolitana ha consegnato alla Regione Lazio e che indicano la prima “le aree non interessate da fattori escludenti/condizionanti” dove è possibile la “realizzazione di tutte le tipologie di impianti di trattamento (escluse discariche)". La seconda mappa, invece, è quella che individua le aree “non interessate da fattori escludenti/condizionanti” dove poter realizzare “impianti di smaltimento finale” o, più comunemente note, discariche.
Due sono le aree “bianche” riguardo la discarica: la prima fra i Comuni di Cerveteri e Fiumicino, praticamente Pizzo Del Prete e l’altra posta a ridosso di Rignano Flaminio, Magliano Romano e Morlupo. Le stesse aree poi nelle mappe sono, ovviamente, riportate come idonee anche per la localizzazione di impianti di trattamento dei rifiuti ma in questo caso a Cerveteri/Fiumicino e a Rignano/Magliano/Morlupo si sommano alcune aree (piccole) a Civitavecchia, e un punto minuscolo dentro Roma in zona Ottavia.
La mappa fisica dei vincoli con le cave, in esercizio o dismesse, e le discariche esistenti
Entrambe le mappe riportano una serie di livelli di tutela identificati dai colori. Sono i vincoli e sono stabiliti dal Piano regionale dei Rifiuti della Regione Lazio versione anno 2012 e sono legati alla tutela ambientale, a quella idrogeologica e agli aspetti territoriali. Viene, ovviamente, esclusa la costruzione di qualunque genere di impianto di trattamento dei rifiuti vicino le zone residenziali, i corsi d’acqua, le coste, aree protette, zone umide, aree di interesse archeologico.
La tavola numero 1 - Individua le aree vincolate e libere per tutti gli impianti di trattamento escluse discariche 
Non tutte le aree, però, sono uguali, quindi in alcuni casi i vincoli sono “escludenti”, ovvero “qui non si può proprio fare” in altri casi con opportune “attenzioni progettuali” è possibile realizzarli. Fra questi fattori di “attenzione progettuale” rientrano la prossimità con aree dove sono presenti beni dal particolare valore estetico, zone boscate, la visibilità del sito da località turistiche.
Insomma, tutta questa lunghissima serie di parametri, dà origine a queste due mappe.
In entrambe le cartine i centri abitati sono indicati in nero e vengono anche segnalate la presenza di scuole materne, elementari, medie, superiori e università, poi di ospedali e case di cura, visto che si tratta di fattori che generano tutela integrale per cui occorre che vi sia un raggio di rispetto di almeno un chilometro dall’edificio sensibile.
La tavola numero 2 - Individua le aree vincolate e libere dove si possono collocare le discariche 
Le distanze minime dalle case (1200 metri per i centri abitati e 600 per le case sparse) o dagli edifici sensibili disegna la prima fascia di esclusione, quella dove la tutela è integrale. Stessa tutela anche per le aree sottoposte a vincoli ambientali o archeologici. Sulle due mappe, queste fasce protette sono state indicate con una colorazione ocra.
Poi c’è il secondo livello, dove c’è una tutela ma è attenuata, i fattori escludenti sono denominati “condizionanti”. In pratica, in queste aree che nelle mappe hanno una colorazione rosa pallido costruire impianti o discariche non è proibito ma di fatto è impossibile.
Infine, gli ultimi due livelli. Quello con “attenzione progettuale” dove, con gli opportuni accorgimenti, è possibile realizzare impianti (e in questo caso c’è più di qualcosa nel territorio del Comune di Roma) e, da ultimo, le aree bianche.




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