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In questo blog mi dedico a guardare con occhio maliziosamente indipendente ciò che accade a Roma - e qualche volta anche nel resto del mondo - soprattutto attraverso ciò che della mia città raccontano i quotidiani. Generalmente prendo in considerazione i tre quotidiani più importanti per vendite e diffusione nella Capitale: Corriere della Sera, La Repubblica e il Messaggero. A volte troveranno spazio anche gli altri quotidiani, la cui lettura è comunque sempre accurata.

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mercoledì 23 gennaio 2019

METRO LUMACA, ODISSEA QUOTIDIANA. E I FONDI IN ARRIVO NON BASTERANNO


Scale mobili rotte, piove nelle stazioni, salto del tornello, personale di stazione assente o così impegnato da non accorgersi di quanto avviene dall’altro lato dei vetri del gabbiotto: fino a poche settimane fa, il peggio che potesse capitare a un utente della metro era di scendere a Spagna o Barberini la mattina e non poterci risalire la sera perché chiuse all’improvviso. Ora, dall’inizio del nuovo anno, si sommano a questi disservizi, odiosi quanto quotidiani, anche un trasporto che rallenta a singhiozzo. “Metro che va singhiozzo. Si ferma ogni 4 metri. Riparte. Si ferma di nuovo inchiodando. Almeno 10 minuti tra una fermata e l’altra. Non è un viaggio di ritorno a casa , è un sequestro di persona”, scrive Michel Fabio Lopes nell’odissea quotidiana del rientro a casa sulla linea A. 
Tralasciando le vicende di scale mobili e ascensori rotti, da inizio anno si stanno verificando con sempre maggiore frequenza ritardi nella marcia dei treni, lunghe attese alle stazioni, tempi di percorrenza che raddoppiano, quando non direttamente stop alle linee. 
Scorrendo gli appelli dell’utenza alla ricerca di informazioni sull’account twitter ufficiale di Atac (@infoatac) questa lunga serie di piccoli e medi disservizi si snocciola con cadenza quotidiana: limitandosi solo agli eventi maggiori si va dalle attese di almeno 5 minuti fra un treno e l’altro, fino a tempi da treno regionale. Poi, linee rallentatissime: la A che marcia a singhiozzo quasi tutti i giorni, la B che va pianino pianino e qualche volta si ferma del tutto (8 e 15 gennaio), la C che va in lentissima agonia. E, ancora, stazioni che chiudono all’improvviso, convogli che si fermano magari con odore di bruciato. Fino agli ultimi eventi dei giorni scorsi.
Insomma, l’anno 2019 sembra essere iniziato nel segno della metro lumaca a sorpresa: oggi c’è domani non si sa. Qualcuno avanza delle spiegazioni tecniche per questa serie di disservizi, prevedendo, per altro, un loro peggioramento. 
MetroXRoma in una lunga analisi tecnica, spiega: “la Linea A soffre un problema di saturazione. L’apertura della Linea C a San Giovanni, unita ad un trasporto superficiale sempre meno efficiente e competitivo, ha comportato la formazione sempre più frequente di iperpunte. Il tentativo di far fronte a questo, cercando di aumentare la produzione del servizio, si è scontrato con i problemi intrinsechi di un’infrastruttura sottodimensionata. Sulla linea vi è un cronico problema manutentivo: la scarsa manutenzione straordinaria perpetrata negli anni, dovuta ad una lentezza amministrativa di Comune e Ministero, ha indotto un aumento dei costi di manutenzione ordinaria. Questi hanno comportano, a parità di risorse, una manutenzione ordinaria sempre meno efficace”.
Né, per altro, l’arrivo dei 425 milioni di euro per i quali il sindaco Raggi e il ministro delle Infrastrutture, Toninelli, hanno siglato ieri l’accordo, sarà risolutivo: di questi fondi, solo 40 milioni saranno investiti, con tempi ancora molto lunghi, per sostituire i binari e realizzare un nuovo sistema di controllo del traffico. 


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