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In questo blog mi dedico a guardare con occhio maliziosamente indipendente ciò che accade a Roma - e qualche volta anche nel resto del mondo - soprattutto attraverso ciò che della mia città raccontano i quotidiani. Generalmente prendo in considerazione i tre quotidiani più importanti per vendite e diffusione nella Capitale: Corriere della Sera, La Repubblica e il Messaggero. A volte troveranno spazio anche gli altri quotidiani, la cui lettura è comunque sempre accurata.

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venerdì 4 gennaio 2019

ATAC, PRIMO BUS FLAMBEÉ DEL 2019


Sei di mattina e arriva il primo bus Atac flambé dell’anno. Succede alla vettura numero 4268, in servizio sulla linea 16. Si tratta di un CityClass Cursor Iveco a metano, entrato in servizio nel 2006. Nell’incendio che ha totalmente carbonizzato il bus sono rimaste coinvolte anche altre 6 vetture private. Inquietante il primo annuncio di Atac che su twitter parla di “guasto a vettura” riferendosi solo al “servizio limitato” quasi che si trattasse di un normale disservizio. Uno scivolone, poi, corretto nel comunicato ufficiale diffuso in un secondo momento dall’Azienda in cui viene spiegato che “per ragioni da accertare, si è sviluppato un incendio su una vettura della linea 16 in arrivo al capolinea di via Costamagna. Sul posto sono intervenuti i vigili del fuoco. Nessun problema per le persone. Atac ha avviato un indagine interna”.
Prosegue, quindi, il problema dei bus a fuoco che, nel 2017, aveva fatto registrare 22 vetture incenerite e, nel 2018, ben 25, cui sommare, però, anche gli incendi che hanno solo danneggiato parzialmente gli autobus. Una questione legata al pessimo stato di manutenzione delle strade che sollecita oltremodo le parti del motore e all’età dei mezzi: a questo proposito, basta ricordare come i 350 CityClass Cursor oggi in servizio nella flotta Atac (stesso tipo di quello andato a fuoco ieri) raggiungeranno l’età di 18/19 anni a vettura il prossimo anno. Stesso numero di compleanni raggiunti nel 2020 anche da una quindicina di vetture corte e dai 116 Mercedes Citaro Interurbani tuttora in circolazione, ancora però considerati affidabili. Almeno 370 vetture, quindi, che già oggi dovrebbero essere in pensione: l’età media degli autobus italiani è di 11 anni e qualche mese, mentre, secondo una ricerca di CNR e Censis del maggio scorso, in Germania gli autobus hanno mediamente poco più di 6 anni e mezzo; 7,6 nel Regno Unito e 7,8 in Francia, per una media europea che si attesta intorno ai 7 anni.
A queste 370 vetture la cui sostituzione non è più rinviabile, dovrà necessariamente aggiungersi anche quella dei 330 Mercedes Citaro che, nel 2022, raggiungeranno un’età media oscillante fra i 17 e i 21 anni.
Tutto questo fa apparire come un pallido tampone l’arrivo annunciato dal Campidoglio per la metà di quest’anno dei 227 bus ordinati tramite piattaforma Consip direttamente dal Comune (non da Atac) ma la cui costruzione non è ancora neanche iniziata. 
Non a caso, i report mensili che Atac diffonde sullo stato del servizio prestato alla città sono da mesi al di sotto del’80% rispetto a quanto stabilito nel contratto di servizio in vigore: in pratica, su 20 corse a stento se ne raggiungono 16 quando lo standard accettabile sarebbe, da contratto, di 19. Dato che, per inciso, corrisponde drammaticamente ai 300 guasti giornalieri segnalati sui bus, con solo una cinquantina di vetture di rimpiazzo. Insomma, oggi il servizio reso da Atac è drammatico. Se il Comune non interverrà rapidamente con l’acquisto di minimo 700 (meglio 850) nuove vetture di qui a 4 anni, il servizio rischia il collasso finale

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