Consiglieri espulsi, proteste, cittadini lasciati fuori dalla “casa di vetro” dei romani, l’Aula Giulio Cesare. Il bilancio della lunga seduta straordinaria del Consiglio comunale, richiesta dalle opposizioni per discutere la crisi dei rifiuti è quello di una giornata decisamente calda.
Qualcuno - Athos De Luca, Pd - arriva a buttarsi per terra, rinverdendo il solco delle proteste fin troppo sopra le righe. Altri tentano di srotolare striscioni, cosa proibita dal regolamento d’Aula.
Il sindaco di Roma, Virginia Raggi, che prende la parola ad inizio seduta e, poi, per le repliche, e in entrambi i momenti viene contestata tanto che il presidente dell’Assemblea Capitolina, Marcello De Vito (M5S), è costretto a sospendere la seduta.
Moltissimi cittadini intervenuti, specialmente dal territorio del III Municipio che, però, vengono lasciati fuori per lungo tempo fino a che qualcuno viene autorizzato, dal presidente De Vito, ad entrare non nell’Aula Giulio Cesare (primo piano) ma nella più appartata (piano terra) Sala del Carroccio. Nessun cittadino in Aula, quindi. Sono lontani i tempi in cui i 5Stelle portavano la folla al seguito dei consiglieri comunali e di qualche deputato per gridare “onestà onestà”.
I consiglieri di Fratelli d’Italia - Andrea De Priamo, Lavinia Mennuni e Francesco Figliomeni - e la consigliera della civica Con Giorgia, Rachele Mussolini, vengono espulsi da De Vito e, nonostante reiterate richieste di Davide Bordoni (Forza Italia) e Giulio Pelonzi (Pd) di farli riammettere al momento dei voti finali su mozioni e ordini del giorno, restano fuori. Rei, per il Presidente, di interrotto i lavori della seduta indossando magliette con la scritta “Raggi pulisci Roma” ed esposto sacchi pieni di immondizia davanti agli scranni della sindaca e della Giunta.
“Fanno un Consiglio straordinario lasciando fuori dall'Aula cittadini e comitati - denuncia De Priamo - mentre qui ci sono solo addetti ai lavori e hanno fatto entrare solo chi volevano loro. Per questo abbiamo consegnato alla sindaca Raggi una busta di immondizia e loro ci buttano fuori dall'Aula. Basta propaganda grillina”.
Alla fine, stranamente, pur partendo tutti da posizioni diverse, di reciproche accuse fra Pd e 5Stelle, l’unico punto comune di tutti è “niente discariche”. Lo dice la Raggi (“Roma non vuole discariche e la Città Metropolitana non vuole discariche”), lo chiedono i sindaci dei Comuni della provincia (Cerveteri e Fiumicino su tutti) che protestavano fuori dall’Aula e che, faticosamente, sono riusciti a consegnare alla Raggi una lettera, sottoscritta da oltre 100 amministratori locali, che dice no a ulteriori discariche nelle Province e chiede all'amministrazione capitolina un confronto sugli impianti e sulle aree nelle quali localizzarli.
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