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In questo blog mi dedico a guardare con occhio maliziosamente indipendente ciò che accade a Roma - e qualche volta anche nel resto del mondo - soprattutto attraverso ciò che della mia città raccontano i quotidiani. Generalmente prendo in considerazione i tre quotidiani più importanti per vendite e diffusione nella Capitale: Corriere della Sera, La Repubblica e il Messaggero. A volte troveranno spazio anche gli altri quotidiani, la cui lettura è comunque sempre accurata.

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venerdì 8 giugno 2018

TRASPORTI E RIFIUTI, SCATTA LA RISSA RAGGI-ZINGARETTI


Come due galletti nel pollaio, la Raggi all’angolo giallo, Zingaretti all’angolo rosso, si affrontano a suon di ceffoni mediatici. 
Tour elettorale per il Sindaco nei Municipi chiamati al voto domenica, ieri in III, oggi in VIII al Parco di Tor Marancia, occasione per attaccare Zingaretti su rifiuti e trasporti. “In questi giorni stiamo assistendo a una brutta prova della Regione sui trasporti. Quando Zingaretti era venuto in Campidoglio avevamo convenuto che le ferrovie concesse sarebbero dovute andare a Roma Capitale, e invece abbiamo scoperto con nostro grande sconcerto che il presidente ha deciso di metterle a gara”, ha detto la Raggi riferendosi all’annuncio, fatto dalla Regione tre giorni fa, che nel 2019 andrà a gara d’appalto il servizio sulle ferrovie concesse (Roma-Lido, Roma-Giardinetti e Roma-Viterbo).
Secondo tema, i rifiuti. “C’è il piano 2012 - dice la Raggi - che deve essere attuato. Zingaretti avrebbe avviato dei contatti con una delle aziende laziali per sbloccare questo piano ma a oggi Roma non ha avuto alcun tipo di risposte. Sappiamo anche che ci sono stati contatti tra il Lazio e la Puglia, ma oggi a più di un mese di distanza c'è ancora questo rimpallo tra le due amministrazioni e da più di due mesi abbiamo chiesto di autorizzare due impianti per il compostaggio dei rifiuti”.
E se il primo obiettivo è Zingaretti - visto che in campagna elettorale avere un nemico da additare è sempre buona strategia - il secondo è il Governo e le richieste della Raggi di soldi e poteri: "Credo che il Governo possa fare non solo attività di moral suasion. Abbiamo bisogno di ridisegnare le competenze e ci sono alcuni rapporti Governo-Regione-Comune che non possono essere sempre frutto di una triangolazione, a volte troppo complessa: devono passare in maniera diretta tra il Governo e il Comune”.
Replica di Zingaretti altrettanto dura: “Quello della Raggi è purtroppo è un brutto e arrogante comiziaccio di campagna elettorale fatto in un Municipio al voto. Un modo molto singolare di distrarre le persone, creando ad arte problemi che non esistono: infatti sulle ferrovie concesse si tratta di un adempimento comunitario, che non compromette nulla e inoltre ricordo che ATAC comunque ha escluso quelle linee dal suo Piano Industriale per il concordato. I problemi del trasporto pubblico a Roma sono ben altri: fermate piene di cittadini disperati per i ritardi e impauriti dai rischi di incendio. Sui rifiuti praticamente lavoriamo solo per Roma. Sulla Puglia, se ci sono stati ritardi, sono stati legati alla iniziale contrarietà dei 5 Stelle pugliesi ad ospitare i rifiuti di Roma, posizione poi superata grazie al contributo di tutti 5stelle compresi. Lunedì, conclusi gli adempimenti dovuti, approveremo in giunta questo ennesimo accordo con la Regione Puglia. Dopo aver approvato in questi anni quelli con Emilia Romagna, Umbria, Toscana Abruzzo”.


Nella lite Campidoglio-Regione, sul trasporto pubblico la verità non è solo da una parte.
La Raggi accusa Zingaretti di aver tagliato fondi a Roma per il trasporto pubblico, di aver messo a gara le ferrovie concesse e, sui rifiuti, di essere sostanzialmente inerte rispetto ai problemi di Roma.
Zingaretti replica che sui rifiuti sta facendo il possibile e i ritardi non sono attribuibili al Lazio ma all’opposizione dei gruppi 5Stelle delle varie Regioni che dovrebbero accogliere la mondezza romana. E sui trasporti che la gara sulle ferrovie concesse è un atto dovuto tanto che il Campidoglio stesso, nel concordato preventivo di Atac, non ha inserito queste tratte. 
Partiamo dall’inizio. Le ferrovie, cosiddette concesse, sono tre: la Roma-Lido di Ostia, assimilabile a una metropolitana per banchine e treni; la Roma-Giardinetti (già Roma-Pantano) di fatto un tram per tipologia di servizio; e la Roma-Viterbo, questa sì più o meno una vera ferrovia. Le prime due sono tutte all’interno del territorio del Comune di Roma; la terza, almeno fino alla fermata “Montebello”, anche. Tutti i Sindaci di Roma che si sono succeduti da Rutelli in poi hanno chiesto, con maggiore o minore forza, alla Regione il trasferimento della proprietà di queste tratte per le quali via Cristoforo Colombo paga circa 25 euro a chilometro ad Atac per effettuare il servizio viaggiatori. 
A questa richiesta, la Regione - al di là di qualche sporadico annuncio - ha sempre fatto orecchie da mercante. È troppo ghiotto avere la proprietà di queste tre linee che, in qualche modo, sono una sorta di spada di Damocle sul Campidoglio. 
E, dall’altro lato, nessun Presidente di Regione da Badaloni in poi ha mai fatto quello che il padrone di casa dovrebbe fare: migliorare la linea. Anche l’ultima gara, quella dei 180 milioni per Roma-Lido e Roma-Viterbo, è ancora ben in là da vedere una conclusione. Pochissimi investimenti reali dalla proprietà, sporadici quando c’erano e insufficienti ai bisogni. 
Allo stesso tempo, è vero che le norme europee obbligano la Regione a mettere a bando il contratto di servizio. E tanto è vero che il Campidoglio ha evitato di inserire le tratte (soldi e spese) nel concordato Atac. 
Per i rifiuti, la situazione è forse più lineare. Le norme sono complesse e indicano nel livello della Città Metropolitana (Raggi sindaco) quello entro cui realizzare la discarica e gli impianti. La Raggi ben si è guardata dal formulare una benché minima proposta su questo versante, limitandosi ad attaccare ciclicamente Zingaretti, accusandolo di non aiutare la Capitale. Chiaramente, il voto di domenica in III Municipio (dove insiste l’impianto Ama di via Salaria con i suoi miasmi insopportabili) e le difficoltà della candidata 5Stelle, Roberta Capoccioni (fedelissima della Lombardi), hanno spinto la Raggi a riattizzare la polemica. Terzo punto: la Raggi non riesce più ad arginare il problema dei rifiuti indifferenziati, quelli che, di fatto, restano per strada e la citazione dei “due impianti di compostaggio” è un po’ di fumo negli occhi dei cittadini, poiché questi due impianti - i cui progetti sono all’esame della Regione - non riguarderanno i rifiuti indifferenziati. 
Insomma, il clima elettorale e la paura della Raggi di un duplice schiaffo nei due Municipi al voto ha, poco saggiamente, spinto il Sindaco a queste sortite, tra l’altro con un po’ di mugugni dei 5Stelle in Regione che con Zingaretti il modus vivendi l’hanno trovato. Almeno per ora. 

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