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In questo blog mi dedico a guardare con occhio maliziosamente indipendente ciò che accade a Roma - e qualche volta anche nel resto del mondo - soprattutto attraverso ciò che della mia città raccontano i quotidiani. Generalmente prendo in considerazione i tre quotidiani più importanti per vendite e diffusione nella Capitale: Corriere della Sera, La Repubblica e il Messaggero. A volte troveranno spazio anche gli altri quotidiani, la cui lettura è comunque sempre accurata.

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mercoledì 6 giugno 2018

AVVOCATURA REGIONALE, SCOPPIA IL CASO MURRA


C’è un travaso quasi costante di avvocati fra il Campidoglio e la Regione: dopo Nicola Sabato, rimasto un annetto in servizio alla Pisana, questa volta è il turno di Rodolfo Murra, già capo dell’avvocatura capitolina con Ignazio Marino sindaco e considerato uomo (di legge) molto vicino al Partito Democratico, e da pochi giorni assurto al ruolo di avvocato capo in Regione.
Solo che, questa volta, ci sono un po’ di passaggi curiosi in questo nuovo travaso: quanto meno, alcune curiosità nei bandi che la Giunta Zingaretti ha emanato.
Il primo è dell’estate scorsa: l’8 giugno 2017, a pochi mesi dal voto per il rinnovo del Consiglio regionale, viene pubblicato un “avviso informativo per la ricerca di professionalità per il conferimento dell’incarico di avvocato coordinatore dell’avvo- catura regionale a soggetto esterno all’amministrazione re- gionale”. 
È un posto di grande prestigio piuttosto ben remunerato: non meno di 200mila euro l’anno. E, fra i requisiti del bando c’era quello di avere un’anzianità di “patrocinio dinanzi alle magistrature superiori da almeno 15 anni”: insomma, Cassazionista da 3 lustri. Secondo requisito: “non avere procedimenti pendenti di fronte alla Corte dei Conti né condanne per danno erariale”.
Arrivano varie domande in Regione, fra cui quella di Murra. 

Solo che Murra i quindici anni da cassazionista li compirà dopo il bando, a fine gennaio 2018, come risulta dal curriculum riportato dall’Albo dell’Ordine romano. 
In più, Murra era sotto inchiesta della Corte dei Conti per la storia è quella delle transazioni fra il Campidoglio e il Consorzio Metro C in cui risultano indagati (e il prossimo 5 luglio avranno l’udienza) anche gli ex sindaci, Alemanno e Marino, l’ex assessore alla Mobilità, Improta. L’accusa, per tutti e 32 gli indagati in quella vicenda, era quella di un danno erariale per un versamento di 253 milioni di euro dalle casse comunali a quelle del Consorzio Metro C per chiudere i contenziosi economici su una serie di varianti al progetto. 
Passano i mesi e di questa procedura si perde traccia. Dalla Regione spiegano: l'avvocatura è la funzione apicale a maggiore carattere fiduciario (dipende direttamente dal Presidente), in quando lo rappresenta in giudizio. Per questo - anche alla luce di un possibile election day a fine 2018, che nell'estate 2017 non si escludeva - venne deciso di rinviare la decisione alla nuova legislatura. Ora, tralasciando il fatto che l’avvocato capo rappresenta l’istituzione e non semplicemente il suo Presidente (che, se chiamato in causa come privato cittadino deve farsi assistere privatamente da un legale), non è che al momento di indire il primo bando la Giunta regionale non fosse a conoscenza della successiva e prossima scadenza elettorale. 
Ma, andiamo avanti. Arrivano le elezioni e Zingaretti rivince, pur perdendo la maggioranza in Consiglio. Il posto di capo dell’Avvocatura regionale è rimasto vacante fino a poco fa: invece di concludere la procedura 2017, ne viene fatta una nuova. Si parte il 10 maggio, nuovo bando da cui, però sparisce uno dei requisiti, quello di “non avere procedimenti pendenti di fronte alla Corte dei Conti”. 
Bando, comunque, concluso: vince Rodolfo Murra.

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