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In questo blog mi dedico a guardare con occhio maliziosamente indipendente ciò che accade a Roma - e qualche volta anche nel resto del mondo - soprattutto attraverso ciò che della mia città raccontano i quotidiani. Generalmente prendo in considerazione i tre quotidiani più importanti per vendite e diffusione nella Capitale: Corriere della Sera, La Repubblica e il Messaggero. A volte troveranno spazio anche gli altri quotidiani, la cui lettura è comunque sempre accurata.

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sabato 16 giugno 2018

STADIO, CAOS OSSERVAZIONI MA PER IL CAMPIDOGLIO È TUTTO OK


Secondo il Campidoglio ne risultano pervenute 31 ma le osservazioni sulla variante urbanistica dello Stadio della Roma sono molto più numerose. Ad esempio, sotto il numero di protocollo QI98382, a firma di Francesco Sanvitto - l’architetto animatore del Tavolo della Libera urbanistica, già attivista 5Stelle scomunicato direttamente da Beppe Grillo in persona a fine febbraio 2017 - ne sono racchiuse ben 21 che vanno dalle oramai note questioni procedurali (il doppio voto in Consiglio comunale) a quelle più squisitamente tecniche, come l’iter di rimozione dei vincoli idrogeologici.
Anche Italia Nostra, che ne ha protocollate due, in realtà le Osservazioni sono 14. C’è poi il piccolo giallo di quelle presentate da Carte in Regola: 8 osservazioni inviate con posta certificata che, però, non risultano inserite nell’elenco del Comune. Una svista, certamente. 
Insomma, più che 31, quindi, il computo finale è decisamente più consistente ed è probabile, a questo punto, che gli uffici del Dipartimento Urbanistica impieghino tutti i 30 giorni che la legge assegna loro per predisporre le risposte tecniche da portare, poi, al voto in Aula Giulio Cesare. 
Da rimarcare, poi, la presentazione di una “osservazione/opposizione” a firma di Paolo Berdini, l’ex assessore della Giunta Raggi che è il principale ispiratore delle scelte seguite dalla Giunta Raggi in tema di taglio delle opere pubbliche per tagliare le cubature concesse a compensazione. 
Scrive Berdini nella sua Osservazione: “Il progetto per la realizzazione dello Stadio della Roma non prevede più la realizzazione del ponte carrabile di collegamento con l’Autostrada per l’Aeroporto di Fiumicino. Le normative vigenti in materia di sicurezza della collettività e la stessa prassi consolidata, obbligano come noto alla sussistenza di vie di fuga plurime. Lo stadio conterrà 55 mila utenti che sulla base del progetto presentato dovranno in caso di emergenze dirigersi tutti verso un unico asse stradale di fuga, peraltro sottodimensionato”.
Eppure è stato lo stesso Berdini, da assessore, a lavorare per tagliare le cubature. Il 21 ottobre 2016, pienamente in carica, intervenendo a Radio Roma Capitale, Berdini disse: “Sono contrario all’aumento di volumetrie spaventoso dato dalla giunta Marino in cambio di opere pubbliche. Non capisco perché noi dobbiamo pagare per delle opere inutili”. Specificando, poi, sul Ponte di Traiano: “sarà costruito a meno di un solo chilometro dal ponte dei Congressi. Sarà un doppione e non capisco perché noi dobbiamo fare un altro ponte, che poi lo paghiamo in cubatura”. Concludendo con: “Togli, togli, togli alla fine si arriva solo a quello che dicevo prima, cioè facciamo solo lo stadio. Perché tutte l’altre opere o ce l’abbiamo o non si possono fare”.
Oggi, con una coerenza evidentissima, Berdini conclude: “il comune di Roma vuole accettare una proposta che costringerebbe decine di migliaia di persone e di automobili a dover usufruire di un’unica direttrice di fuga. È un’ipotesi scellerata e inaccettabile per il rispetto che si deve alla popolazione che assisterà agli eventi sportivi”.

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