Riparte il giro di valzer sul Forlanini. Dal Campidoglio è partita ieri mattina una lettera diretta al presidente della Regione Lazio, Nicola Zingaretti, e, per conoscenza, al ministro della Salute, Roberto Speranza. Firma: sindaco di Roma, Virginia Raggi, e presidente dell’Assemblea Capitolina, Marcello De Vito. Il che, politicamente, sottolinea come vi sia unità di intenti fra le prime due cariche della città e come la missiva sia il frutto di una decisione del Consiglio comunale.

Poi una considerazione che sembra rivalutare il ruolo della sanità pubblica antecedente i tagli lineari decisi dalla presidenza Marrazzo in poi, ovvero quella Storace caratterizzatasi per l’apertura di Sant’Andrea, Tor Vergata e San Raffaele. “In questi anni, troppi presidi sanitari pubblici sono stati dismessi; si è trattato talvolta di strutture ancora efficienti o persino ristrutturate da poco. Oggi invece la realtà ci dice che dobbiamo assolutamente invertire la tendenza, dotando nuovamente il Lazio e Roma di una ricchezza sociale e di un servizio sanitario pubblico che, nel frattempo, per scelte che si sono rivelate inopportune, sono andati dispersi”.
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La lettera Raggi-De Vito spedita al governatore del Lazio, Zingaretti, e al ministro della Salute, Speranza |
La mozione stata firmata dai consiglieri 5Stelle e da Stefano Fassina, di Sinistra per Roma, da Fratelli d’Italia e Lista Civica Meloni, e Lega. Contrario il Pd.
Venerdì è prevista una seduta del Consiglio comunale, la prima in assoluto in videoconferenza per i consiglieri e trasmessa in streaming per il pubblico, con piattaforma tecnologica per il deposito di documenti da votare e procedure di voto online: un primato di funzionamento messo in piedi dalla Presidenza dell’Aula e dagli uffici tecnici in dieci giorni. La seduta sarà dedicata all’emergenza Covid ed è prevista una relazione del sindaco, Virginia Raggi. Radio Campidoglio riferisce di una Raggi molto preoccupata per la possibilità che a Roma si verifichi quanto sta drammaticamente avvenendo a Madrid o a Bergamo con un’esplosione incontrollata della pandemia. E il risentimento nei confronti della Regione Lazio - in questo senso va letta anche questa lettera a Zingaretti - è legato alla decisione di aprire piccoli centri ospedalieri dedicati al Covid invece di aprirne uno grande, tipo quello di Milano. Per altro, a differenza del capoluogo lombardo, senza avere la pressione dell’emergenza immediata ma potendo programmare.
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