Le immagini lasciano davvero pochissimo spazio all’immaginazione: persone stipate all’interno dei treni come nella migliore tradizione del pendolarismo italiano. Non ci sono solamente i video e le foto della metropolitana di Milano a girare in queste ultime ore. Ci sono i treni regionali del Lazio a fare da contraltare: il tabellone delle partenze da Roma Termini di ieri pomeriggio riportava 11 corse regionali cancellate su 18. È solo indicativo, ovviamente, ma spiega bene il problema: saltando 6 corse su 10, le altre 4 che rimangono sono sovraffollate.
Quasi nessuno ha i guanti, non tutti i passeggeri indossano la mascherina e, quando la portano, frequentemente la mettono male con almeno il naso fuori dalla protezione. E questo al netto della effettiva qualità della stessa: sono moltissimi quelli che indossano mascherine adatte forse a fermare la segatura di una falegnameria ma certo non una virus. Il mantenimento della distanza interpersonale di un metro fra un passeggero e l’altro, poi, è un’utopia. E, anche alla Stazione Termini le immagini scattate dai passeggeri sono inequivocabili: troppe persone, troppo vicine e troppo prive di protezioni.

In questa rimodulazione del trasporto, poi, c’è un ulteriore aspetto da valutare, al momento in secondo piano ma comunque rilevante: per Atac, azienda in concordato fallimentare, significa ritrovarsi con un numero decisamente inferiore alle stime iniziali per gli incassi dei biglietti: pochi romani, pochi pendolari e niente turisti. Un calo di incassi cui bisognerà ancora aggiungere il computo delle variazioni dei pagamenti sui contratti di servizio con il Comune e con la Regione: meno chilometri percorsi sono meno soldi incassati. Tutti aspetti che nelle prossime settimane dovranno essere attentamente valutati.
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