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In questo blog mi dedico a guardare con occhio maliziosamente indipendente ciò che accade a Roma - e qualche volta anche nel resto del mondo - soprattutto attraverso ciò che della mia città raccontano i quotidiani. Generalmente prendo in considerazione i tre quotidiani più importanti per vendite e diffusione nella Capitale: Corriere della Sera, La Repubblica e il Messaggero. A volte troveranno spazio anche gli altri quotidiani, la cui lettura è comunque sempre accurata.

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martedì 2 luglio 2019

VALERIANI: "L'EMERGENZA RIGIUTI E COLPA SOLO DEL COMUNE"


Roma avrebbe bisogno di realizzare tutta l’impiantistica di cui è sprovvista e su questo noi stiamo sollecitando il più possibile l’Amministrazione capitolina a decidere e a procedere n questa direzione”. 
Massimiliano Valeriani, assessore ai Rifiuti alla Regione Lazio è molto chiaro: “il problema è Roma, non il Lazio. In questi anni nei comuni del Lazio si è passati da una differenziata al 22% a oltre il 44,5, con punte fino all’80%. I rifiuti vanno male a Roma, non nel resto della Regione. In questo momento non c’è un problema di sbocchi di impianti a livello regionale: il sistema regionale regge bene e sta dando una mano a risolvere il problema”. 

Quali sono i problemi di Roma? 
Ce ne sono due: il non funzionamento di uno dei due TMB di proprietà che era autorizzato per trattare 600 tonnellate al giorno, e quello di Malagrotta in manutenzione che trattava 1000 tonnellate al giorno. Questi due problemi si sono sommati. Con il nostro aiuto si è attivato un meccanismo di supporto a Roma da parte di tutti gli operatori del settore. Roma non può prescindere da un’impiantistica di proprietà per uscire dall’emergenza. E questo lo ribadiamo anche nel nostro Piano Regionale dei Rifiuti”. 

Già che l’ha citato: il Movimento 5Stelle accusa la Regione Lazio di essere latitante sul Piano Regionale dei Rifiuti

Totalmente falso. Il Piano Regionale dei Rifiuti non toglie i rifiuti dalla strada, compito che spetta al Comune. Il Piano rifiuti definisce il fabbisogno degli impianti che sono realizzati dai Comuni o dai privati. Non è il Piano regionale che trasforma un impianto che non c’è in uno che funziona. Il Piano attuale ha validità 6 anni, come in tutte le Regioni, è stato approvato nel 2012 ed è scaduto nel 2018. Siamo in fase di approvazione del Piano 2019-2025. E il ritardo è dovuto alla difficoltà della Città Metropolitana di Roma a definire le aree su cui devono essere realizzati gli impianti. E fino a che questo tassello mancava, la Regione non ha potuto procedere con il Piano Rifiuti. Tanto è vero che è stata necessaria la cabina di regia istituita presso il ministero dell’Ambiente per costringere la Città Metropolitana a fornire quelle mappature che prima non c’erano”. 

Mappature che hanno già creato un po’ di caos, viste le posizioni dei sindaci di Cerveteri e di Fiumicino, Pascucci e Montino. 
Ma questa osservazione va rivolta a chi ha redatto la mappa, alla Città Metropolitana il cui Sindaco è lo stesso che sieda in Campidoglio”. 

Tempi di approvazione del Piano?
"La Città Metropolitana ci ha fornito l’8 gennaio le cartografie e il 31 gennaio abbiamo approvato le Linee Guida e il Piano che ora è sotto Valutazione Ambientale strategica. Prevediamo per fine luglio di approvare il Piano in Giunta per poi portarlo nelle Commissioni consiliari e al voto”. 

Secondo lei, la ricetta per uscire da questa crisi?
Coraggio e responsabilità. Il problema c’è, la solidarietà e la responsabilità di tutte le comunità del Lazio stanno dando una mano a Roma ma ora Roma deve fare la sua parte. Nel medio-lungo periodo occorre fare quel che il nuovo CdA di Ama ha già evidenziato come programma: impianti di filiera, trattamento e smaltimento. Roma non può pensare di continuare a gestire il problema rifiuti in questo modo”. 

Come sono i rapporti con il Campidoglio?
Non ho rapporti con il Campidoglio visto che da mesi non c’è nessuno con cui parlare di rifiuti”.

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