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In questo blog mi dedico a guardare con occhio maliziosamente indipendente ciò che accade a Roma - e qualche volta anche nel resto del mondo - soprattutto attraverso ciò che della mia città raccontano i quotidiani. Generalmente prendo in considerazione i tre quotidiani più importanti per vendite e diffusione nella Capitale: Corriere della Sera, La Repubblica e il Messaggero. A volte troveranno spazio anche gli altri quotidiani, la cui lettura è comunque sempre accurata.

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venerdì 5 luglio 2019

STEFÀNO LASCIA, 5STELLE PERDONO IL CONSIGLIO COMUNALE



Se ne va sbattendo la porta anche il vicepresidente vicario dell’Assemblea Capitolina, Enrico Stefàno, che aveva preso il posto di Marcello De Vito senza però subentrargli effettivamente dopo l’arresto il 20 marzo scorso. Con un post su facebook in cui allega la lettera spedita al segretario generale del Comune, Pietro Paolo Mileti, al sindaco di Roma, Virginia Raggi, al direttore dell’Ufficio dell’Assemblea Capitolina, Angelo Gherardi e, per conoscenza, ai presidenti dei Gruppi consiliari, Stefàno spiega: “Oggi ho rassegnato le dimissioni dal ruolo di Vice Presidente Vicario dell'Assemblea Capitolina. A mente fredda spiegherò i motivi. Ovviamente resta il mio pieno e incondizionato appoggio alla maggioranza e a Virginia, che in questi tre anni sta facendo un lavoro straordinario e merita il supporto di tutti, amministratori e soprattutto cittadini. Continuerò a lavorare per Roma, che amo, dando il massimo per vedere realizzata la nostra idea di città”.
Enrico Stefàno, 32 anni, è al secondo mandato in Aula Giulio Cesare. Insieme a Virginia Raggi, Daniele Frongia e Marcello De Vito era stato eletto per la prima volta nel 2013. In questa seconda  consiliatura, Stefàno è rimasto un po’ al palo: la Raggi sindaco; Frongia assessore; De Vito presidente del Consiglio comunale. A compensazione, Stefàno era stato eletto vicepresidente vicario e presidente della Commissione Mobilità, ruolo in cui ha esercitato un potere tutt’altro che occulto e senza dubbio più rilevante dell’assessore titolare, Linda Meleo
Stefàno non ha voluto spiegare le motivazioni alla base della sua decisione riservandosi di farlo “a mente fredda” ma secondo i sussurri dei corridoi di Palazzo Senatorio la decisione sarebbe maturata proprio per lo stallo legato alla vicenda De Vito: dopo l’arresto del 20 marzo scorso, De Vito ha rifiutato di dimettersi da Presidente del Consiglio. Stefàno, come vicario, gli è subentrato e per farlo ha dovuto rinunciare alla presidenza della Commissione Mobilità senza però ottenere in cambio titolo, staff ed emolumenti. 
Ora si apre il problema del funzionamento del Consiglio comunale. De Vito è in prigione, il vicario, Stefàno, lascia. Resta il terzo in “linea di successione”, il vicepresidente in quota opposizione che è Francesco Figliomeni, di Fratelli d’Italia. Che non può rimanere da solo: occorre eleggere un altro vicepresidente del Consiglio che, tra l’altro, a breve dovrà iniziare l’esame dell’assestamento di Bilancio.
Quello di Stefàno - che, va ricordato, resta comunque consigliere comunale e, anzi, ha ribadito il sostegno al sindaco, Virginia Raggi - è comunque l’ennesima tegola in casa grillina. In soli tre anni di governo cittadino, si fa prima a contare chi è rimasto della prima ora. Ricapitolando: 3 assessori al Bilancio (Marcello Minenna, Raffaele De Dominicis, Andrea Mazzillo), 2 all’Ambiente (Paola Muraro e Pinuccia Montanari) con la casella rifiuti rimasta in mano al Sindaco; il doppio Paolo Berdini (Urbanistica e Lavori pubblici); due alle Partecipate (Colomban e Gennaro) delega poi infilata fra quelle di Gianni Lemmetti ultimo titolare del Bilancio; e l’addio di Adriano Meloni al Commercio dopo lo scontro con Andrea Coia, presidente della Commissione Commercio. A questi si aggiungono gli addii dei 5 management di Ama e dei 4 di Atac più il caso Luca Lanzalone in Acea.


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