*****************************************************************************************************************************************************************************************************************************************************

In questo blog mi dedico a guardare con occhio maliziosamente indipendente ciò che accade a Roma - e qualche volta anche nel resto del mondo - soprattutto attraverso ciò che della mia città raccontano i quotidiani. Generalmente prendo in considerazione i tre quotidiani più importanti per vendite e diffusione nella Capitale: Corriere della Sera, La Repubblica e il Messaggero. A volte troveranno spazio anche gli altri quotidiani, la cui lettura è comunque sempre accurata.

*****************************************************************************************************************************************************************************************************************************************************

venerdì 26 luglio 2019

CINQUE ANNI PER IL PONTE DEI CONGRESSI (SE VA TUTTO BENE)


Se tutto andrà bene, fra 5 anni, nel 2024, avremo il Ponte dei Congressi costruito. Almeno nel primo lotto. E sempre se non ci saranno ulteriori problemi come ricorsi e prescrizioni. Un quinquennio è la previsione fatta da Roberto Botta, ingegnere, vicedirettore generale del Comune e, soprattutto, capo del Dipartimento Lavori pubblici che, intervenendo alla seduta della Commissione Lavori pubblici, convocata oggi su richiesta delle opposizioni, in particolare di Ilaria Piccolo (Pd), ha spiegato il progetto, le sue ricadute, costi e tempistiche.
Appena sfiorata - e prudentemente subito accantonata - l’interazione del Ponte con il progetto Stadio della Roma di Tor di Valle.
Il Ponte dei Congressi nasce nel 2000, con un concorso di progettazione internazionale, e il progetto prevede di costruire un ponte con tre corsie per le auto e due piccole complanari per bici e pedoni, che colleghi l’autostrada Roma-Fiumicino con la via del Mare/Ostiense all’altezza di viale Isacco Newton. Una volta realizzato il ponte sul Tevere, verrebbe modificata l’intera circolazione stradale della zona: chi viene dall’aeroporto in direzione centro, dovrebbe uscire obbligatoriamente sul Ponte dei Congressi per prendere poi la via del Mare finendo per riconnettersi sull’autostrada al Ponte della Magliana. Al contrario, chi viene dal centro in direzione Fiumicino, userebbe il Ponte e il Viadotto della Magliana che diventerebbero a tre corsie a senso unico ad uscire da Roma. 
Il progetto, quindi, nel suo complesso prevede due lotti: la costruzione del Ponte dei Congressi  e l’unificazione della via del Mare/Ostiense per il primo lotto e il totale rifacimento del Ponte e del Viadotto della Magliana per il secondo.
Al momento, di finanziato c’è solo il primo lotto con progettazione definitiva avanzata: 172 milioni in totale, di cui 145 messi dal Governo (Renzi) e 28 a carico del Campidoglio per la viabilità accessoria da coprire con un mutuo che, però, verrà attivato solo dopo gli appalti. Per il secondo lotto, si è a mala pena alla progettazione preliminare, mancano i calcoli sui costi e, ovviamente, le relative forme di finanziamento.
Per il primo lotto, la tempistica ipotizzata dal Comune prevede quattro anni di tempo per i lavori più un altro anno e mezzo (almeno) di burocrazia: tre mesi per la validazione del progetto definitivo, poi la gara d’appalto per trovare il General Contractor che dovrà redigere la progettazione esecutiva, fare gli appalti, anticipare la quota di 28 milioni di competenza del Comune e, costruire il tutto.
Diciannove anni di progetti e disegni che hanno visto quattro Conferenze di Servizi (preliminare interna e esterna, decisoria interna ed esterna), due passaggi al Consiglio Superiore dei Lavori pubblici e, stando alle affermazioni di Botta, centinaia e centinaia di prescrizioni che hanno reso lentissimo l’iter approvativo. Solo per un ponte che è entrato anche dentro la vicenda Stadio della Roma. E se ieri, in Commissione, la presidente Alessandra Agnello (5Stelle) ha tentato di attenuare il legame fra i due progetti, ci ha pensato la consigliera Piccolo a sottolineare come il lacciuolo l’abbia legato la Raggi inserendo il Ponte dei Congressi nella delibera di Pubblico interesse sullo Stadio. 
E, a questo punto, emerge la netta discrepanza sui tempi: se anche il cronoprogramma quinquennale del Campidoglio per il Ponte dei Congressi fosse rispettato al minuto (e già sarebbe un miracolo), ci sono almeno due anni in cui, ipotizzando lo “scioglimento” dei nodi ancora aperti anche semplicemente entro il 2019, lo Stadio della Roma di Tor di Valle potrebbe essere aperto e funzionante senza né il Ponte di Traiano, cassato da Berdini e dalla Raggi, né quello dei Congressi. 
Rendering 1: nella parte bassa il futuro nuovo Ponte dei Congressi che si innesta sulla via del Mare/Ostiense unificata e, sullo sfondo, il Ponte della Magliana che sarà ristrutturato. Entrambi i ponti saranno a senso unico: Magliana per uscire da Roma e Congressi per entrare in città creando l'"effetto rotatoria".
Rendering 2: diverse viste del futuro Ponte dei Congressi



Rendering 3: Il futuro Ponte dei Congressi sarà dotato di illuminotecnica scenografica notturna

Nessun commento:

Posta un commento