Se tutto andrà bene, fra 5 anni, nel 2024, avremo il Ponte dei Congressi costruito. Almeno nel primo lotto. E sempre se non ci saranno ulteriori problemi come ricorsi e prescrizioni. Un quinquennio è la previsione fatta da Roberto Botta, ingegnere, vicedirettore generale del Comune e, soprattutto, capo del Dipartimento Lavori pubblici che, intervenendo alla seduta della Commissione Lavori pubblici, convocata oggi su richiesta delle opposizioni, in particolare di Ilaria Piccolo (Pd), ha spiegato il progetto, le sue ricadute, costi e tempistiche.
Appena sfiorata - e prudentemente subito accantonata - l’interazione del Ponte con il progetto Stadio della Roma di Tor di Valle.

Il progetto, quindi, nel suo complesso prevede due lotti: la costruzione del Ponte dei Congressi e l’unificazione della via del Mare/Ostiense per il primo lotto e il totale rifacimento del Ponte e del Viadotto della Magliana per il secondo.
Al momento, di finanziato c’è solo il primo lotto con progettazione definitiva avanzata: 172 milioni in totale, di cui 145 messi dal Governo (Renzi) e 28 a carico del Campidoglio per la viabilità accessoria da coprire con un mutuo che, però, verrà attivato solo dopo gli appalti. Per il secondo lotto, si è a mala pena alla progettazione preliminare, mancano i calcoli sui costi e, ovviamente, le relative forme di finanziamento.
Per il primo lotto, la tempistica ipotizzata dal Comune prevede quattro anni di tempo per i lavori più un altro anno e mezzo (almeno) di burocrazia: tre mesi per la validazione del progetto definitivo, poi la gara d’appalto per trovare il General Contractor che dovrà redigere la progettazione esecutiva, fare gli appalti, anticipare la quota di 28 milioni di competenza del Comune e, costruire il tutto.
Diciannove anni di progetti e disegni che hanno visto quattro Conferenze di Servizi (preliminare interna e esterna, decisoria interna ed esterna), due passaggi al Consiglio Superiore dei Lavori pubblici e, stando alle affermazioni di Botta, centinaia e centinaia di prescrizioni che hanno reso lentissimo l’iter approvativo. Solo per un ponte che è entrato anche dentro la vicenda Stadio della Roma. E se ieri, in Commissione, la presidente Alessandra Agnello (5Stelle) ha tentato di attenuare il legame fra i due progetti, ci ha pensato la consigliera Piccolo a sottolineare come il lacciuolo l’abbia legato la Raggi inserendo il Ponte dei Congressi nella delibera di Pubblico interesse sullo Stadio.
E, a questo punto, emerge la netta discrepanza sui tempi: se anche il cronoprogramma quinquennale del Campidoglio per il Ponte dei Congressi fosse rispettato al minuto (e già sarebbe un miracolo), ci sono almeno due anni in cui, ipotizzando lo “scioglimento” dei nodi ancora aperti anche semplicemente entro il 2019, lo Stadio della Roma di Tor di Valle potrebbe essere aperto e funzionante senza né il Ponte di Traiano, cassato da Berdini e dalla Raggi, né quello dei Congressi.
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Rendering 2: diverse viste del futuro Ponte dei Congressi |
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Rendering 3: Il futuro Ponte dei Congressi sarà dotato di illuminotecnica scenografica notturna |
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