Sembra scongiurato il rischio di vedere le due talpe che stanno scavando le gallerie della metro C finire sepolte sotto via dei Fori Imperiali. Stando a quanto pubblicato dal presidente della Commissione Mobilità, Pietro Calabrese, il Campidoglio ha comunicato al Ministero delle Infrastrutture il piano per far proseguire lo scavo fino a piazza Venezia, superare la futura stazione e arrestarsi lì, praticamente sotto la grande aiuola prospiciente il famoso “balcone”, in attesa di proseguire con il percorso sotto Corso Vittorio verso San Pietro.
Di fatto, quindi, il Comune ha semplicemente dato il via libera a quanto deciso nel 2015 (sindaco Marino) in merito: una decisione tardiva, frutto anche della forte pressione mediatica sul tema (Salviamo MetroC; MetroXRoma), che avrebbe potuto arrivare già da tempo ma che, invece, è rimasta impantanata nelle solite elucubrazioni mentali grilline sul da farsi per la terza linea della metro.

Perché il nuovo fronte è esattamente questo: ora si scavano solo le galleria fino a piazza Venezia. La stazione è sotto revisione progettuale, fatte le gallerie, vanno ancora trovati tutti i finanziamenti per completare la stazione vera e propria che, come è noto, sarà un’altra stazione molto archeologica dopo quelle di San Giovanni e Amba Aradam/Ipponio. Dopo di che, c’è da completare la revisione del resto del progetto, accettata dai 5Stelle mesi e mesi fa ma ancora mai partita.
In ballo c’è il futuro della linea: se il tracciato inteso come linea di matita resta praticamente quello dell’epoca Veltroni - sotto Corso Vittorio Emanuele, poi verso San Pietro, incrocio con la A a Ottiaviano e prosecuzione almeno fino a piazzale Clodio (sperando che poi si opti pure per la prosecuzione fino a Stadio Olimpico e poi a Grottarossa) - c’è però da decidere molte cose ancora: quante stazioni fare e dove farle, soprattutto. Inizialmente fra Venezia e San Pietro avrebbero dovuto essere quattro. La prima, largo Argentina, è saltata quasi subito. In ballo c’è la fermata Chiesa Nuova, quella fra Campo de’ Fiori e piazza Navona il cui problema di fondo sono le preesistenze archeologiche che rendono la stazione particolarmente costosa, visto che, di fatto, passa sotto il teatro di Pompeo e vicino allo Stadio di Domiziano.
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