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In questo blog mi dedico a guardare con occhio maliziosamente indipendente ciò che accade a Roma - e qualche volta anche nel resto del mondo - soprattutto attraverso ciò che della mia città raccontano i quotidiani. Generalmente prendo in considerazione i tre quotidiani più importanti per vendite e diffusione nella Capitale: Corriere della Sera, La Repubblica e il Messaggero. A volte troveranno spazio anche gli altri quotidiani, la cui lettura è comunque sempre accurata.

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domenica 18 novembre 2018

I GRILLINI CHIEDONO AL GOVERNO ALTRI 400 MILIONI PER ROMA


Sarà interessante vedere come il ministro dell’Economia, Giovanni Tria, riuscirà a far rimanere invariati i saldi della manovra economica e a mantenere un minimo di confronto (e non di scontro) con Bruxelles. Ancora non siamo arrivati al dibattito in Aula, ma già sul corpo della manovra si aggirano emendamenti squali: l’ultimo è quello, tutto interno ai 5Stelle, che chiede di stanziare un totale di quasi 400 milioni di euro per la disastrata Capitale. Si tratta di una domanda di fondi divisa in tre parti: la prima, per 55 milioni di euro da destinare al completamento della progettazione della metro C. Cui aggiungere la seconda per altri 90 milioni da destinare alla manutenzione delle linee A e B. E, infine, terza parte, un ulteriore stanziamento di 250 milioni da destinare alle buche e al verde pubblico capitolino.
Questi ultimi 250 milioni, però, da dividere in cinque anni, quindi 50 milioni l’anno. Una cifra che è meno del 10% di ciò che l’Acer stima necessario come fondo annuale da destinare al solo problema buche. Almeno, da destinare alle buche se il tema lo si vuole affrontare con interventi profondi e radicali. E, invece, nell’immaginario grillino con questi 50 milioni si dovrebbero coprire anche i costi per gli interventi sul verde pubblico. 
Per quanto riguarda la revisione del progetto della Metro C, al di là del necessario stanziamento di fondi, c’è ancora da sciogliere il nodo di cosa fare delle talpe che stanno scavando i tunnel. A gennaio 2019 dovrebbe essere completato il solaio di copertura della stazione Colosseo il che, quindi, consentirà di iniziare lo scavo dei livelli interrati, mentre proseguono anche le indagini archeologiche preventive preliminari alla costruzione del corridoio che collegherà a Colosseo la B e la C. Le talpe, invece, hanno oramai raggiunto Amba Aradam e a breve inizieranno lo scavo dei tunnel verso Colosseo e i Fori Imperiali
Il problema è cosa farne dopo. A luglio dello scorso anno, in un sussulto di lungimiranza, la Giunta Raggi ha archiviato l’idea scellerata di fermare la C a Colosseo. Ma, da allora, è calato il silenzio. Nessuna valutazione ufficialmente espressa sui due progetti presentati da Metro C per la stazione di Piazza Venezia, nessuna notizia su come dovrebbe essere costruita la tratta da Venezia a Clodio (T2). E, quindi, nessuna decisione su dove “parcheggiare” le talpe intanto che la tartaruga comunale si muova e decida. Perché se, come fino a oggi deciso, le talpe fossero lasciate sotto il Foro di Traiano, occorrerebbe un notevole sforzo ingegneristico ed economico per poter poi raggiungere piazza Venezia. “Un extra costo quantificabile in almeno 80 milioni di euro - sostiene il portavoce del Comitato MetroXRoma, Andrea Biancucci - pari cioè al costo di una intera stazione della metro C e almeno dieci volte superiore alla semplice prosecuzione delle talpe”.
Per questo, insieme al chiedere soldi al Governo attraverso gli emendamenti amici, sarebbe il caso che il Campidoglio prendesse quanto meno la decisione di far giungere le talpe e, quindi, le gallerie, direttamente a piazza Venezia. In attesa, ovviamente, che l’impalpabile guida comunale decida come costruire da Venezia a Clodio. 
Da ultimo, ancora non sono arrivati i 425 milioni di euro già promessi dal Governo per ammodernare le linee A e B della metro di Roma su cui era stato lanciato l’allarme (inascoltato) dall’ex ad di Roma Metropolitane, Pasquale Cialdini, ma qui ci si avvantaggia chiedendone altri 90. Aspettiamo con ansia i saldi del ministro Tria. 

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