Invece di diminuire, le fibrillazioni interne al Movimento 5Stelle sulla questione Stadio della Roma, aumentano. E non sempre a proposito. L’ultima è stata Roberta Lombardi, il riferimento di quell’”ala lombardiana” del Movimento i cui esponenti principali in Aula Giulio Cesare sono Marcello De Vito, fino al suo arresto per presunta corruzione presidente del Consiglio comunale, e a Paolo Ferrara, fino al suo coinvolgimento nell’inchiesta Rinascimento, capogruppo dei grillini in Comune.
In un’intervista a Repubblica, la Lombardi dice: “Sullo stadio il consiglio comunale dovrebbe annullare in autotutela la delibera, perché, come ha detto la procura, è possibile ci sia stato un vizio nell'individuazione dell'interesse pubblico”.
In realtà, la Procura non ha mai detto nulla di simile, ma ha ipotizzato che il comportamento di De Vito - uno sui 49 consiglieri - potesse non essere improntato alla corretta valutazione dell’interesse pubblico. E, alla successiva domanda se l’annullamento in autotutela potesse essere un altro danno per Roma, la Lombardi ha risposto: “In questo caso non ci sarebbero penali. E si può lavorare con l'AS Roma per individuare un nuovo sito. Sarebbe invece un danno per Parnasi, arrestato per corruzione, ma che alla firma della convenzione tra Eurnova e comune realizzerebbe una plusvalenza di 80 milioni di euro”.
Ora, l’annullamento in autotutela ha dei precisi limiti temporali (18 mesi) e la necessità di illiceità degli atti, cosa che la Procura ha espressamente escluso. Due fattori, tempo e illiceità, che, a oggi, rendono l'autotutela semplicemente improcedibile e a forte rischio risarcitorio. Inoltre, è inutile sottolineare come qualunque altra localizzazione - da Fiumicino a Pietralata o Tor Vergata - imponga la cancellazione dell’attuale progetto e il ripartiamo tutto da zero.
Tutte chiacchiere buone solo se si sta all’opposizione, senza responsabilità.
A stretto giro, ovviamente, dietro la Lombardi si schiera Carla Ruocco, altro personaggio del mondo 5Stelle non esattamente “vicina” e amica alle posizioni di Virginia Raggi. La senatrice Ruocco in un tweet riprende l’intervista della Lombardi, condita con tre parole d’ordine: “StopStadioRoma”, “azzeriamo”, ripartiamo”.
In linea con Lombardi e Ruocco - e non potrebbe essere altrimenti - anche Stefano Fassina e Cristina Grancio, autori di una proposta di delibera, giunta alla seconda edizione, per l’annullamento in autotutela del pubblico interesse varato dalla Raggi: nella prima, i due consiglieri comunali volevano annullare anche la delibera Marino. In quest’ultima versione, invece, si limitano solo a quella Raggi.
Supportati da una parte di quello che, fra i tifosi è chiamato “l’ambiente romano” - qualche opinionista, qualche radio, qualche giornale, qualche sito internet - in questi giorni si assiste a un colpo di coda degli “annullisti” del progetto cui, da Boston risponde direttamente il presidente giallorosso, James Pallotta, che scrive a Teleradiostereo: “Vi ringrazio per quello che avete fatto, con le email che vi sono pervenute in radio per quanto riguarda la questione stadio. Non ne ho mai lette tante in vita mia. I tifosi vogliono lo stadio per loro e per stare più vicino alla squadra. Vogliamo iniziare i lavori entro il 2019 e dare alla Roma lo stadio che merita”. L’inizio dei lavori entro l’anno è ancora possibile ma, realisticamente, sempre meno probabile: prima vanno conclusi gli accordi tecnici col Comune, poi bisognerà testare la forza della Raggi per portare al voto variante e convenzione.
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