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In questo blog mi dedico a guardare con occhio maliziosamente indipendente ciò che accade a Roma - e qualche volta anche nel resto del mondo - soprattutto attraverso ciò che della mia città raccontano i quotidiani. Generalmente prendo in considerazione i tre quotidiani più importanti per vendite e diffusione nella Capitale: Corriere della Sera, La Repubblica e il Messaggero. A volte troveranno spazio anche gli altri quotidiani, la cui lettura è comunque sempre accurata.

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giovedì 7 marzo 2019

CAPANNELLE, ANCORA GIOCHI DAL COMUNE


Il Campidoglio ci riprova. Dopo gli annunci dei giorni scorsi da parte di Hippogroup, lo storico gestore dell’Ippodromo di Capannelle, di chiusura del rapporto con il Comune, che di Capannelle è il proprietario, e dell’avvio delle procedure di licenziamento dei dipendenti e di restituzione delle chiavi dell’impianto, ieri il diario della crisi - giunto al giorno 795 dalla scadenza della concessione a Hippogroup - ha fatto registrare una nota stampa del Comune “aperturista” almeno a parole verso le richieste di Hippogroup.
Nella nota, si legge: “Roma Capitale tende nuovamente la mano verso l’ippica romana: al fine di assicurare la ripresa delle corse all’interno di Capannelle e preservare i livelli occupazionali dell’impianto, ha infatti inviato una risposta positiva alle richieste di HippogroupViene fornita alla società una ulteriore e fondamentale informazione segnalando che è in corso presso l’Assemblea Capitolina l’iter relativo alla riapertura dei termini per presentare un nuovo Piano Economico Finanziario”.
In realtà, nel comunicato stampa non si fa ovviamente menzione al fatto che nella lettera inviata a Hippogroup il Campidoglio ribadisca di considerare i 66mila euro di canone di affitto solo a titolo di acconto e non definitivo come vorrebbe il gestore. Questo è, oggi, il nodo principale attorno al quale si articola l’aspro confronto fra Comune e Hippogroup. Il canone venne determinato a 66mila euro anno (dai 2,2 milioni annui originari) dal giudice fallimentare. Il Campidoglio, scaduta la concessione, ha richiesto quello originario rivalutato (2,4 milioni annui) con l’opposizione di Hippogroup che si è rivolta di nuovo al giudice il quale, però, prima del 2021 non emetterà sentenza. Il Comune, dopo un lungo tira e molla sull’ammontare della cifra, ha accettato i 66mila euro ma solo come acconto; per Hippogroup invece la cifra va considerata definitiva vista anche la lunga attesa prima della sentenza. 
Tornando al testo del comunicato del Campidoglio: “Nella nota inviata oggi si sottolinea che in Assemblea Capitolina è in corso l’iter per consentire ai concessionari che ne hanno diritto, tra i quali anche Hippogroup, di ricalcolare la durata della concessione in base ai lavori realizzati. Già 33 concessionari di impianti comunali, in situazioni analoghe a Capannelle, hanno seguito questo iter. Un’ulteriore possibilità perseguibile da Hippogroup, oltre a quest’ultima, consiste nel far riferimento ai lavori da realizzare. Facciamo quindi appello al senso di responsabilità dei gestori della struttura per trovare una soluzione che possa permettere di far ripartire le corse al più presto”. 
A questo, si aggiunge un post su facebook dell’assessore allo Sport, Daniele Frongia, considerato da Hippogroup il responsabile di questa situazione: “Non voglio porre l’accento su quanto detto in questi giorni né sui toni esasperati, ma faccio appello al senso di responsabilità di tutti, sottolineando come il sottoscritto non sia il “nemico” da combattere, ma uno degli attori principali della vicenda, impegnato in prima linea a trovare una soluzione”.
Nessun cenno, né sulla lettera a Hippogroup, né nella nota stampa né su facebook, dell’attesa risposta alla richiesta di Hippogroup di accedere alle procedure previste dal nuovo Regolamento sugli impianti sportivi votato dai grillini. La risposta è già in ritardo di 3 mesi. 
Hippogroup si è presa una giornata di tempo per rispondere al Comune dopo aver consultato i propri legali. Il diario della crisi di Capannelle promette nuove puntate.

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