Se Acea può strappare un sorriso alla Raggi - ma soprattutto all’assessore al Bilancio, Lemmetti - con il suo dividendo, ci sono almeno altre tre partecipate che, al contrario, sono una croce per i bilanci e anche per la tenuta politica della maggioranza.
Atac vive in un limbo: il concordato in continuità è passato ma questo non ha estinto il debito monstre ereditato dal passato, superiore al miliardo e duecento milioni di euro. Semplicemente, esso è stato parzialmente ridotto e, soprattutto, spalmato nel tempo. Ma prima o poi questi debiti verso fornitori e creditori dovranno essere pagati e l’azienda, oggi, non pare esattamente in miglior salute rispetto a prima del concordato: i dati sul servizio reso all’utenza sono pessimi (fra il 70 e l’80% di quanto previsto nel contratto di servizio), le gare d’appalto continuano ad essere un disastro è l’arrivo dei 335 nuovi bus totali, previsto per quest’anno, se va bene si fermerà a sole 108 vetture, per altro prese a noleggio e a caro prezzo.

La terza sorella povera è Assicurazioni di Roma: fra alberi che crollano e buche nell’asfalto, la compagnia assicuratrice che tutela il Campidoglio ha visto raddoppiare le spese per risarcimento danni. Nel 2018 sono stati necessari 13 milioni di euro, più del doppio di quanto fu necessario per il 2017, che si era fermato a soli 7 milioni. Sono tanti soldi e il 2019 non sembra aprirsi sotto una luce migliore dell’anno scorso.
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