“Per noi non è un’aspettativa ma un diritto a veder realizzato lo Stadio nei tempi più rapidi possibili visto che la conferenza di servizi l’ha approvato oramai da 15 mesi. Da un punto di vista giuridico non c’è alcun motivo per un rallentamento del processo”. Il giorno dell’arresto del grillino Marcello De Vito, presidente dell’Assemblea Capitolina, Mauro Baldissoni era stato molto chiaro. La Roma continua a mantenere un basso profilo di fronte agli ultimi eventi, in modo molto simile a quanto avvenuto già all’epoca dell’arresto di Luca Parnasi. Anzi, proseguono anche gli incontri con le più importanti aziende italiane nel settore delle grandi costruzioni - De Eccher di Udine, Salini Impregilo e altre - per trovare il partner cui affidare il ruolo di General contractor in vista dell’avvio dei lavori. Così come gli accordi fra James Pallotta e Eurnova per il passaggio di proprietà dei terreni è ormai pronto da firmare.
Perché una cosa la Roma la tiene per ferma: “veder realizzato lo Stadio è un diritto”. E poco interessano le fibrillazione interne del Movimento 5Stelle.
Colloqui informali fra Palazzo Senatorio e il quartier generale giallorosso - chiacchierate anche con i vertici nazionali del Movimento - vanno tutti nella direzione di proseguire con i lavori.
Ci sono ancora alcune settimane in cui i dettagli degli accordi tecnici - le modalità di realizzazione delle opere di pubblico interesse che saranno inserite all’interno della Convezione urbanistica da votare in Consiglio comunale insieme alla variante - dovranno essere limati e messi a punto, anche se l’accordo con il Campidoglio è, in massima parte, raggiunto.

Insomma, come nel vecchio film di Luigi Magni, Nell’anno del Signore, “dovemo fa’ a fidasse” è frase ancora buona in casa giallorossa. Ma, per evitare sorprese sgradevoli, non è da escludersi che, se i singhiozzi grillini dovessero proseguire, la Società potrebbe prendere in considerazione anche una qualche iniziativa più forte verso il Campidoglio.
L’unica volta in cui la Roma alzò la voce fu quando Spalletti e Totti rilanciarono il “famostostadio”, trasformato in un hashtag e rilanciato con una potenza mediatica di tale forza da spazzare via in mezzo pomeriggio le resistenze grilline.
Questa volta potrebbe ancora essere una presa di posizione mediatica ma, magari, accompagnata anche da un qualche tipo di comunicazione formale nella quale la Roma possa sottolineare come il diritto - già così forte nell’inverno 2016-2017 da non reggere al rischio causa di risarcimento - ora sia ancor più saldo, vista la delibera Raggi sul pubblico interesse ma, soprattutto, il via libera della Conferenza di Servizi.
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