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In questo blog mi dedico a guardare con occhio maliziosamente indipendente ciò che accade a Roma - e qualche volta anche nel resto del mondo - soprattutto attraverso ciò che della mia città raccontano i quotidiani. Generalmente prendo in considerazione i tre quotidiani più importanti per vendite e diffusione nella Capitale: Corriere della Sera, La Repubblica e il Messaggero. A volte troveranno spazio anche gli altri quotidiani, la cui lettura è comunque sempre accurata.

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martedì 26 marzo 2019

BALDISSONI ALLA RAGGI: "LO STADIO SI FARÀ"


Per noi non è un’aspettativa ma un diritto a veder realizzato lo Stadio nei tempi più rapidi possibili visto che la conferenza di servizi l’ha approvato oramai da 15 mesi. Da un punto di vista giuridico non c’è alcun motivo per un rallentamento del processo”. Il giorno dell’arresto del grillino Marcello De Vito, presidente dell’Assemblea Capitolina, Mauro Baldissoni era stato molto chiaro. La Roma continua a mantenere un basso profilo di fronte agli ultimi eventi, in modo molto simile a quanto avvenuto già all’epoca dell’arresto di Luca Parnasi. Anzi, proseguono anche gli incontri con le più importanti aziende italiane nel settore delle grandi costruzioni - De Eccher di Udine, Salini Impregilo e altre - per trovare il partner cui affidare il ruolo di General contractor in vista dell’avvio dei lavori. Così come gli accordi fra James Pallotta e Eurnova per il passaggio di proprietà dei terreni è ormai pronto da firmare. 
Perché una cosa la Roma la tiene per ferma: “veder realizzato lo Stadio è un diritto”. E poco interessano le fibrillazione interne del Movimento 5Stelle.
Colloqui informali fra Palazzo Senatorio e il quartier generale giallorosso - chiacchierate anche con i vertici nazionali del Movimento - vanno tutti nella direzione di proseguire con i lavori.
Ci sono ancora alcune settimane in cui i dettagli degli accordi tecnici - le modalità di realizzazione delle opere di pubblico interesse che saranno inserite all’interno della Convezione urbanistica da votare in Consiglio comunale insieme alla variante - dovranno essere limati e messi a punto, anche se l’accordo con il Campidoglio è, in massima parte, raggiunto. 
Settimane che, per la Roma, potrebbero essere sufficienti a far rientrare anche le palpitazioni interne dei malpancisti grillini in Aula Giulio Cesare. Anche perchè, ulteriore ragionamento, all’indomani dell’arresto di Parnasi, il Comune ha avviato e poi completato l’analisi di tutti gli atti, compresa la sceneggiata con il Politecnico di Torino sulla mobilità, senza che emergesse nulla. Né l’arresto di De Vito può cambiare nulla: perché lo Stadio, in questa seconda inchiesta, c’entra ancora meno che nella prima in cui era a mala pena una quinta teatrale.  E perché al Presidente del Consiglio comunale - a proposito: De Vito, senza che vi sia stata ancora nessuna votazione o dimissioni o altro, è stato completamente cancellato dal sito istituzionale del Comune come se non fosse mai esistito: una damnatio memoriæ in salsa grillina - vengono contestati episodi legati ad altri progetti risalenti per altro a periodi in cui Parnasi era già stato arrestato e, quindi, posto nella condizione di non reiterare il reato. 
Insomma, come nel vecchio film di Luigi Magni, Nell’anno del Signore, “dovemo fa’ a fidasse” è frase ancora buona in casa giallorossa. Ma, per evitare sorprese sgradevoli, non è da escludersi che, se i singhiozzi grillini dovessero proseguire, la Società potrebbe prendere in considerazione anche una qualche iniziativa più forte verso il Campidoglio. 
L’unica volta in cui la Roma alzò la voce fu quando Spalletti e Totti rilanciarono il “famostostadio”, trasformato in un hashtag e rilanciato con una potenza mediatica di tale forza da spazzare via in mezzo pomeriggio le resistenze grilline. 
Questa volta potrebbe ancora essere una presa di posizione mediatica ma, magari, accompagnata anche da un qualche tipo di comunicazione formale nella quale la Roma possa sottolineare come il diritto - già così forte nell’inverno 2016-2017 da non reggere al rischio causa di risarcimento - ora sia ancor più saldo, vista la delibera Raggi sul pubblico interesse ma, soprattutto, il via libera della Conferenza di Servizi. 

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