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In questo blog mi dedico a guardare con occhio maliziosamente indipendente ciò che accade a Roma - e qualche volta anche nel resto del mondo - soprattutto attraverso ciò che della mia città raccontano i quotidiani. Generalmente prendo in considerazione i tre quotidiani più importanti per vendite e diffusione nella Capitale: Corriere della Sera, La Repubblica e il Messaggero. A volte troveranno spazio anche gli altri quotidiani, la cui lettura è comunque sempre accurata.

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lunedì 7 settembre 2020

COMUNALI ROMA 2021, INTERVISTA A MAURIZIO GASPARRI


Il centrodestra deve affrontare la questione di Roma come se si dovesse formare il Governo nazionale: non è più tempo di “formazioni B” o di “under 21”, servono personaggi più autorevoli dei ministri. Non esiste una figura messianica. Giorgia Meloni metterebbe tutti d’accordo ma non è l’unica. La Raggi e i grillini vanno ringraziati perché hanno dimostrato che l’incapacità non è l’alternativa alla crisi della politica
Maurizio Gasparri, più volte deputato e senatore; vicepresidente del Senato; Sottosegretario e Ministro, è un fiume in piena: “Il quinquennio di Virginia Raggi è una catastrofe ma paradossalmente è bene che ci sia stato perché dimostra che il nostro è un Paese libero, nel quale si può anche votare per il nulla”.

Un nulla però che nel 2016 ha vinto.
A volte in politica capita che più che il vincitore che vince, sia lo sconfitto che perde. Nel 2008 Alemanno vinse in un contesto  favorevole al centrodestra ma perse Rutelli che era il candidato sbagliato. Nel 2013, Marino vince ma, con il ribasso del centrodestra, gli errori e le inchieste, al posto di Marino avrebbe vinto chiunque, Marone o Maruccio. Nel 2016, lo stesso. Chiunque fosse stato candidato dai 5Stelle, anche Babbo Natale avrebbe vinto. Quindi più che dire “la Raggi ha vinto”, diciamo che hanno perso tutti gli altri: fallimenti, sconfitti ed errori più accuse montate. I grillini sono un incidente della storia e anche tutto questo dibattito sulla ricandidatura della Raggi: ma chi se ne frega. Se non si ricandida, dove va? Prenderà una percentuale di voti da scambiare poi in un momento successivo. Però vanno ringraziati”.

In che senso?
Perché si dimostra che in questo nostro Paese libero anche un’incapace può essere eletta. E che un incapace resta un incapace. La Raggi, Di Battista, Toninelli, la Azzolina, la Taverna, lo stesso Grillo vanno ringraziati perché hanno dimostrato che l’alternativa alla crisi della politica o agli eventuali casi di corruzione non è l’incapacità eretta a sistema”. 

A sinistra e a destra, però, regnano caos e incertezza e fioriscono i nomi, anche i meno probabili. 
Il centrodestra deve ripartire dall’esatto contrario della Raggi: niente improvvisati né incapaci. Ho letto questa ipotesi di candidare Flavio Cattaneo: Flavio è milanese che parla in “milanése” con la “e” larga, ha avuto una lunga carriera, ha guadagnato meritatamente una montagna di soldi, è un manager efficace ed efficiente, ma quando l’ho chiamato per chiedergli di questa ipotesi mi ha risposto in modo colorito “ma che c... dicono?!””. 

Niente Cattaneo, dunque. 
Il Sindaco deve avere capacità di ascolto, dialogo e deve conoscere il territorio dal centro alla periferia. Flavio è l’opposto della Raggi, è una persona capace ma per altre cose. In questi giorni si leggono una marea di sciocchezze”.

Non è il frutto avvelenato dell’assenza di una strategia su Roma?
Nell’equazione Roma, il nome del Sindaco è l’elemento più marginale fra gli altri. Se esistesse il nome messianico in grado di ergersi a vate della Capitale già ci sarebbe il plebiscito. Oggi una figura simile non c’è. Giorgia Meloni, se decidesse di candidarsi, avrebbe capacità, esperienza, conoscenza del territorio, grinta. Mi pare di aver capito che non si candiderà ma se decidesse diversamente non ci sarebbe spazio per alcuna discussione”.

Altri nomi?
Non esiste mica la proprietà transitiva sui nomi. Candidati sindaco manager o della società civile sono barzellette. I tecnici servono nella squadra”.

Lei potrebbe candidarsi?
Non ci si autocandida. La questione di Roma va affrontata dal centrodestra come se si dovesse formare il Governo nazionale, cioè bisogna mettere in campo il meglio che la politica abbia a Roma, più il supporto di tecnici di primo piano. A Roma abbiamo mille problemi: tanto per dirne alcuni siamo in un eterno “dopo Malagrotta”; trasporti al collasso; bilancio fermo, centro storico strozzato e se non si sbrigano a disattivare la ZTL andremo coi cacciaviti a smontare le telecamere. Per dirla alla romana: al sindaco “je deve regge la pompa”.

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