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In questo blog mi dedico a guardare con occhio maliziosamente indipendente ciò che accade a Roma - e qualche volta anche nel resto del mondo - soprattutto attraverso ciò che della mia città raccontano i quotidiani. Generalmente prendo in considerazione i tre quotidiani più importanti per vendite e diffusione nella Capitale: Corriere della Sera, La Repubblica e il Messaggero. A volte troveranno spazio anche gli altri quotidiani, la cui lettura è comunque sempre accurata.

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domenica 4 agosto 2019

NIENTE SFRATTO AGLI ANZIANI: IL IX MUNICIPIO FA DIETROFRONT


Dietrofront e passo di corsa: il IX Municipio inverte la rotta e, almeno per il momento, non darà seguito all’intenzione di sfrattare una quarantina di anziani, con anche un ultracentenario, dalla casa di riposo San Francesco di Paola a viale dell’Umanesimo, all’Eur. 
La decisione ufficiale del direttore dei servizi sociali del Parlamentino dell’Eur, Luca Di Maio, è arrivata ieri mattina con una velocissima determinazione dirigenziale. 
Il caso l’avevamo sollevato l'altro ieri dalle colonne del giornale: in pieno agosto, il IX Municipio stava per sfrattare degli anziani dalla casa di riposo. E non per problemi di malasanità, anzi. La struttura, che abbiamo visitato ieri, appare decisamente all’avanguardia. Il problema, neanche a dirlo, è quello della burocrazia, inferno e incubo di ogni cittadino, ancor di più se imprenditore. 
In sintesi, il caso era questo: in una struttura abbandonata a viale dell’Umanesimo, un anno fa, apre questa casa di riposo. La proprietà è convinta di aver fatto tutto in modo corretto. A gennaio, arriva un controllo e si scopre che manca un’autorizzazione che deve essere rilasciata dal Municipio. Neanche una settimana dopo, vengono presentate le carte. E inizia una lunga interlocuzione fra proprietà della Casa di riposo e i Servizi sociali municipali. SI va avanti così con richieste di documenti e carte bollate. Fino a che, il 30 luglio, arriva la decisione del Municipio di chiudere la struttura. E il IX assegna un termine di 10 giorni a familiari e Casa per trovare una sistemazione alternativa agli ospiti. Dieci giorni che sarebbero già pochi in qualunque mese dell’anno. Ad agosto, poi, è praticamente impossibile adempiere. Il caso arriva a conoscenza dell’associazione di tutela dei consumatori, Codici, che lo rilancia. E Il Tempo lo sposa: burocrazia sì, rispetto delle regole sì ma non sulla pelle degli anziani per i quali, molta letteratura scientifica, sottolinea il grave rischio per la salute in caso di cambiamenti bruschi come quello legato a un ricollocamento forzato.
Ieri mattina, con un’illuminazione di buon senso, Luca Di Maio, neo dirigente dei Servizi sociali del Municipio, scrive a Nicola Sanitate, avvocato di alcune delle famiglie degli ospiti, che nel tardo pomeriggio di giovedì aveva presentato istanza di sospensione del provvedimento e accesso agli atti: “È evidente che il termine indicato [di 10 giorni per trovare una nuova sistemazione agli anziani, ndr] è di natura ordinatoria e non perentoria”, vale a dire che sì, sono 10 giorni, ma poi non saremo così fiscali nel contarli anche perché con un termine ordinatorio non sono previste sanzioni. E, aggiunge il Municipio: “In parole semplici questa Amministrazione, ben conscia delle difficoltà dei familiari degli ospiti anziani di individuare una struttura idonea e disponibile per accogliere i parenti attualmente ricoverati presso la Casa di Riposo, non procederà ad alcuna azione esecutiva prima che tutti gli ospiti siano stati adeguatamente ricollocati”. 
Insomma, almeno per il momento il rischio sfratto è scongiurato anche se con questa lettera la Casa di Riposo entra in un pericoloso limbo amministrativo: gli ospiti rimangono ma senza reali certezze sul futuro: per quanto i termini non siano perentori, in mancanza di una regolarizzazione amministrativa, gli ospiti prima o poi dovranno essere ricollocati. E, stando alla quantità di documentazione presentata, bollata ed esibita, il percorso per concludere positivamente l’iter amministrativo sembra tutt’altro che in discesa. 


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