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In questo blog mi dedico a guardare con occhio maliziosamente indipendente ciò che accade a Roma - e qualche volta anche nel resto del mondo - soprattutto attraverso ciò che della mia città raccontano i quotidiani. Generalmente prendo in considerazione i tre quotidiani più importanti per vendite e diffusione nella Capitale: Corriere della Sera, La Repubblica e il Messaggero. A volte troveranno spazio anche gli altri quotidiani, la cui lettura è comunque sempre accurata.

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martedì 13 agosto 2019

I MAESTRINI USA SOMMERSI DAI RIFIUTI




Tutto il mondo è paese o, se si preferisce, se Atene piange, Sparta non ride. Solo che, se non altro, in Italia non abbiamo la presunzione del New York Times di sparlare dei problemi della metropoli stelleestrisce. Al contrario di come il celebre quotidiano fa con Roma. Per altro, con una certa frequenza. 
Vero, a Roma abbiamo molti problemi, a partire da una compagine governativa della città che, a dispetto della realtà tangibile fatta di crisi sistemica per carenza di impianti, continua a sognare una differenziata che salverà il mondo, dimenticando che, anche differenziando, i rifiuti comunque non evaporano. 
E che New York non brilli per pulizia è cosa nota. Anche il paludato New York Times se ne accorge e pubblica, sulla propria edizione online, una “piacevole” raccolta di fotografie postate via twitter dai newyorkesi dal titolo accattivante: “your tales of trash hell”, ovvero “le vostre storie dall’inferno della spazzatura”. Non fosse per le insegne stradali in inglese, il panorama è più o meno quello capitolino: cartoni di pizza, pannolini, buste del latte, sacchetti. E, ancora, scatoloni lasciati sui cigli delle strade, materassi, reti di letto, vestiti, mobilia. E pedoni che si lamentano di non riuscire a passare per la quantità di immondizia che ostruisce i marciapiedi. Il tutto condito dalle amare considerazioni degli utenti che sono stati collazionati in questa galleria di immagini dall’inferno del degrado. “Noi siamo una città rifiuto”, scrive il 5 agosto Shabazz Stuart. Gli fa eco Leah Flax, architetto specializzata in analisi sul ciclo rifiuti, che aggiunge: “Un esercito di 8mila operatori sanitari in uniforme trasporta questa spazzatura. È la più grande operazione di smaltimento dei rifiuti urbani nel paese, con un budget operativo annuale di 1,7 miliardi di dollari”. Praticamente quasi lo stesso numero di addetti Ama che conta quasi 7800 dipendenti di cui 6700 operai. Solo che la differenza con la nostra Municipalizzata la rende bene la cifra: per New York c’è più o meno un miliardo e mezzo di euro per lo smaltimento rifiuti. L’ultimo bilancio licenziato da Ama (ma ancora in approvazione dal Campidoglio) segna un meno 136 milioni di euro. 
“Negli ultimi dieci anni, i newyorkesi hanno effettivamente buttato via meno, riciclando e riutilizzando di più. La raccolta di rifiuti è scesa a 3 milioni di tonnellate all'anno nel 2018, rispetto a 3,2 milioni di tonnellate nel 2008”, scrive ancora Leah che segna tutta la differenza con Roma: quasi 9milioni di abitanti di New York che producono 3,2 milioni di tonnellate annue contro poco più di 2,8 romani che ne producono 1,7. Proporzioni diverse, caos identico. 


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