La vicenda del Communia - il centro sociale occupato nelle ex fonderie Bastianelli a San Lorenzo e sgomberato due giorni fa dalla Questura - è molto suggestiva.
Già due giorni fa, coprendosi abbastanza di ridicolo, il Corrierone ci annunciava che il Campidoglio era stato tenuto all'oscuro della decisione di sgomberare lo stabile.
E, nello stesso pezzo, veniva raccolta l'amorevole e autorevole voce di Sinistra Ecologia e Libertà - per bocca di Gianluca Peciola e del vicesindaco Nieri - che mandava un messaggio trasversale ma chiaro: lì non si specula.
Il che, tradotto, significa: del privato, dei suoi interessi, dei suoi soldi e dei suoi investimenti non ce ne frega nulla. Quella è roba nostra e non vi faremo fare nulla.
Il ridicolo del Corriere era legato alla ripetizione ossessiva di questa inconsapevolezza capitolina. Ben quattro volte, fra occhiello in prima di cronaca e nel lead del pezzo e poi per altre due nel pezzo vero e proprio.
Oggi, unico a tornare sul tema - giacché la mezza breve di Repubblica non conta: è fatta solo per non prendere il buco - il Corriere annuncia: la proprietà fa marcia indietro.
Chiariamo subito: non fa marcia indietro perché illuminata sulla Via di Damasco ma perché "questa storia è diventata più grande di noi. Il
progetto immobiliare era stato realizzato dai precedenti proprietari. Noi abbiamo comprato l'immobile, già con tutte le autorizzazioni necessarie. Non siamo degli speculatori, noi. Ma se avessimo saputo dell'occupazione, e della posizione espressa ora dal Campidoglio, forse non avremmo fatto quell'investimento"
Avvocato che aggiunge: "
Siamo convinti di avere ragione, ma non si può fare un intervento del genere a dispetto del Comune".
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