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In questo blog mi dedico a guardare con occhio maliziosamente indipendente ciò che accade a Roma - e qualche volta anche nel resto del mondo - soprattutto attraverso ciò che della mia città raccontano i quotidiani. Generalmente prendo in considerazione i tre quotidiani più importanti per vendite e diffusione nella Capitale: Corriere della Sera, La Repubblica e il Messaggero. A volte troveranno spazio anche gli altri quotidiani, la cui lettura è comunque sempre accurata.

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venerdì 27 luglio 2018

SGOMBERATO IL RIVER. MA NELLA NOTTE I ROM RITORNANO




Camping River doveva esser chiuso. E così è stato. Anche se con una coda violenta con il tentativo, in serata, di alcuni nomadi di rientrare nella struttura, sfondando il cancello e aggredendo i Vigili di guardia.
Andiamo per ordine. Quella di ieri è stata una mattinata intensa per i Vigili Urbani di Roma. Alle 6 iniziano ad arrivare gli agenti: almeno 250 uomini con una centinaio di macchine e tre o quattro furgoni. 
Il Camping River è situato alla fine di una stradina, via della Tenuta Piccirilli, larga giusto per due macchine e lunga un chilometro dalla via Tiberina. Dentro ci vivevano circa 300 persone scese, poi, dopo un primo sgombero, a 150 unità.
Le condizioni igienico sanitarie sono insostenibili e gli occupanti devono sgomberare. Su istanza dell’Associazione 21 Luglio, la Corte Europea dei Diritti dell’Uomo di Strasburgo aveva inviato una richiesta di sospensione dello sgombero fino a oggi, venerdì 27, e chiarimenti sulla sistemazione degli occupanti. 
Il ministro dell’Interno, Matteo Salvini, era stato chiaro: A me interessa che la legalità, a prescindere dalle lettere delle Corti, venga ripristinata. Mi pare che il Comune abbia risposto in meno di 24 ore alle richieste della Corte. Non sarà Strasburgo a bloccare il ripristino della legalità e il Sindaco mi ha assicurato che le soluzioni alternative previste per norma sono garantite sempre a tutti. Poi se qualcuno non le accetta è altro paio di maniche…”.
Burocrazia europea che, alla fine, benedice lo sgombero. Arriva a fine pomeriggio l’ok della Corte Europea dei Diritti Umani: “La Corte europea dei diritti umani ha deciso che l'Italia può sgomberare i tre abitanti del Camping River che si erano rivolti a Strasburgo chiedendo di fermare la loro evacuazione dal campo, viste le loro condizioni di salute. La decisione, afferma la Corte, è frutto delle informazioni ricevute dal governo e dal legale dei tre circa l'offerta di alloggio presso le strutture della Croce Rossa. Offerta che è stata accettata dai tre”.


Torniamo allo sgombero: poco prima delle 7, il comandante generale del Corpo, Antonio Di Maggio, con alcuni dei suoi ufficiali e i funzionari della Sala Operativa sociale del Campidoglio entra nel Camping per avviare l’ultima trattativa: offrire assistenza alloggiativa e ottenere in cambio uno sgombero volontario. 

Chi scrive è rimasto, unico cronista presente, a venti metri dall’ingresso del Camping sin da prima che arrivassero le prime pattuglie di Vigili, potendo quindi seguire l’andamento generale delle operazioni da una postazione privilegiata.

Dopo la mediazione iniziale, gli agenti entrano in forze nel Camping e inizia lo sgombero che procede per almeno un paio d’ore senza particolari tensioni. Prima 5, poi una decina, alla fine saranno fra 20 e 30 le persone che hanno deciso di accettare l’offerta alloggiativa del Comune: andranno ad essere assistiti dalla Croce Rossa in via Ramazzini, al Portuense. 
Verso le 11 e trenta la Questura e i Vigili decidono che la stampa può avvicinarsi. Fino a quel momento, i cronisti erano stati tenuti lontani per evitare che la loro presenza potesse far crescere il livello della tensione. Appena arrivano le telecamere, infatti, partono i cori “razzisti, razzisti”, “vergogna, vergogna”. E partono le accuse: “trattati come animali”, “non sappiamo dove andare”, “siamo italiani”, “hanno messo le mani addosso e usato lo spray al peperoncino”. 











A queste accuse replica il comandante dei Vigili, Di Maggio: “Tutto si è svolto nella massima regolarità. Nessun uso di spray, manganelli, pistole”. Qualcuno fra Vigili, Carabinieri, Polizia, volontari della protezione animali, veterinari della Asl, funzionari comunali, diplomatici presenti se ne sarebbe accorto.


La coda arriva in serata: verso le 20 una cinquantina di nomadi che non aveva accettato l’assistenza alloggiativa  tenta di rientrare. Il cancello esterno viene sfondato e i venti Vigili di presidio vengono attaccati. Un Vigile viene colpito al volto da un mattone lanciato da una nomade e, ferito a un occhio, è stato ricoverato al Sant’Andrea. Il Sindaco è stato immediatamente informato dell’accaduto dal comandante generale del Corpo, Antonio Di Maggio, che dice: “Questi sono soggetti particolarmente violenti nei confronti degli agenti e devono essere immediatamente allontanate. Esprimo vicinanza e solidarietà al collega aggredito”. 




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