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In questo blog mi dedico a guardare con occhio maliziosamente indipendente ciò che accade a Roma - e qualche volta anche nel resto del mondo - soprattutto attraverso ciò che della mia città raccontano i quotidiani. Generalmente prendo in considerazione i tre quotidiani più importanti per vendite e diffusione nella Capitale: Corriere della Sera, La Repubblica e il Messaggero. A volte troveranno spazio anche gli altri quotidiani, la cui lettura è comunque sempre accurata.

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giovedì 19 luglio 2018

LA FUNIVIA NON SI FA. PER ORA




Addio funivie. Almeno per questo giro il Campidoglio pentastellato cancella uno dei cavalli di battaglia della Raggi: i progetti delle due funivie - la cosiddetta “minimetro” da Jonio a Bufalotta e la funivia vera e propria da Battistini a Casalotti - escono dal novero delle opere finanziate. 
Nella delibera sull’assestamento di Bilancio che a breve approderà in Aula consiliare per il voto, infatti, si legge a pagina 32, che le due opere vengono definanziate “attesa l'impossibilità di attivare le procedure di affidamento entro il 31/12/2018”. In sintesi: inutile tenere bloccati questi soldi (158mila euro per la Jonio-Bufalotta e 300mila per la Battistini-Casalotti) visto che non si farà mai in tempo a trovare il progettista entro fine anno. In realtà dai corridoi del Campidoglio filtra una lettura diversa: questi soldi devono far parte della dote che la Raggi ha deciso di assegnare a Roma Metropolitane, la società del Campidoglio che si occupa di progettazione di infrastrutture di mobilità e che l’attuale Amministrazione prima voleva liquidare, bloccandola per un biennio, e ora ha deciso di salvare per evitare di doversi presentare in prima persona a sostenere le cause multi milionarie con i privati, tipo quella per il prolungamento della linea B da Rebibbia a Casal Monastero. Per cui, dicono dal Comune, questi soldi verranno stanziati nel nuovo testo del futuro Contratto di Servizio con Roma Metropolitane (quando avverrà).
Si registrano, poi, nuove fluttuazioni nel Fondo Crediti di Dubbia Esigibilità (FCDE). Dal 2011 i Comuni sono obbligati, a differenza del passato, a “bloccare” in questo apposito fondo, una percentuale fissa dei crediti che non vengono incassati. L’esempio più semplice sono le multe, anche se questo fondo include anche tutti i tributi dovuti ai Comuni. 
Prima i Comuni iscrivevano nel bilancio, come incassi, il 100% delle multe effettuate: in realtà, però, se ne incassavano molte di meno e così si aprivano voragini nei conti comunali. La legge, quindi, è stata modificata e, ogni anno, i Comuni devono mettere via una percentuale (sempre aumentante) su questi crediti che non vengono incassati. Per il 2018 la percentuale è il 75%, destinata a diventare il 95% nel 2020. 
Il Campidoglio, quindi, con l’assestamento di bilancio deve modificare questo fondo: 235 milioni per quest’anno, 260 per il 2019 e 266 per il 2020. Soldi che vengono vincolati a
causa dell’inefficienza delle Amministrazioni (il calcolo si fa sulla media del quinquennio, quindi comprende Alemanno, Marino e la Raggi) ad incassare multe e tributi: la soluzione sarebbe aumentare l’efficienza nell’incasso con una efficace lotta all’evasione e all’elusione. 
Vanno poi registrate minori entrate per le casse comunali: scendono di 4 milioni e mezzo gli incassi di Assicurazioni di Roma. Una cifra di poco superiore alla metà (8 milioni) di quanto Assicurazioni di Roma stima di dover pagare nel 2018 in risarcimenti da buche in più rispetto al 2017.
Altro calo, quello degli incassi derivanti dai canoni per le concessioni degli impianti sportivi comunali: quasi un milione di euro in meno rispetto a quanto previsto nel bilancio 2017. Da capire se si tratta dei primi effetti del nuovo Regolamento sugli impianti sportivi comunali, varato a febbraio di quest’anno e che ha portato intanto al contenzioso fra il Campidoglio e la Hippogroup, la società che da 72 anni gestisce l’Ippodromo delle Capannelle, il più grande impianto sportivo del Comune e, in secondo luogo, ha causato grande malcontento in tutti gli operatori del settore. 
Da registrare, fra le minori entrate, anche una consistente diminuzione dei proventi derivanti dal rilascio dei permessi per la Ztl del Centro Storico che scendono di quasi un milione e mezzo e 331 mila euro in meno dagli utili di Acea Ato 2. 



Riceviamo e pubblichiamo: “in riferimento all'articolo pubblicato da Il Tempo in data 18 luglio 2018, dal titolo "La Funivia non si fa più!”, a firma di Fernando Magliaro si precisa: Il titolo è falso e privo di ogni fondamento. Sostenere che tali risorse non sono più presenti in Bilancio non è corretto. Nell’ultimo assestamento, infatti, sono stati eliminati circa 500mila euro per la progettazione della funivia Casalotti-Battistini e del minimetro Jonio-Bufalotta, solo perché le risorse sono già inserite nella parte corrente di bilancio, come corrispettivo per la nuova convenzione con Roma Metropolitane. Fondi, quindi, che l’amministrazione ha previsto e accantonato per procedere con la realizzazione delle due opere. Sostenere che non sono state previste, né impiegate risorse per il progetto, è una ricostruzione fantasiosa e lontana dalla realtà”.
La cancellazione delle risorse per i progetti delle funivie è a pagina 32 dell’assestamento. Abbiamo riportato nell’articolo la volontà del Campidoglio di inserire questi fondi nel futuro contratto di Servizio di Roma Metropolitane. 

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