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In questo blog mi dedico a guardare con occhio maliziosamente indipendente ciò che accade a Roma - e qualche volta anche nel resto del mondo - soprattutto attraverso ciò che della mia città raccontano i quotidiani. Generalmente prendo in considerazione i tre quotidiani più importanti per vendite e diffusione nella Capitale: Corriere della Sera, La Repubblica e il Messaggero. A volte troveranno spazio anche gli altri quotidiani, la cui lettura è comunque sempre accurata.

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giovedì 5 luglio 2018

ATAC NON PAGA. LA STAZIONE FLAMINIO NON SI FA PIÙ


Anche la nuova Stazione Flaminio sta per andare a farsi benedire: un anno abbondante di ritardi da parte di Atac nei pagamenti alle imprese che dovrebbero realizzare il nuovo snodo fra la linea A e la ferrovia Roma-Viterbo e oggi le imprese (ATI Sicrea Spa – Donati SpA – Italia Opere SpA) annunceranno il “signori si chiude”. 
I vertici delle aziende, supportate dall’Associazione Costruttori edili di Roma (Acer), spiegheranno alla città come “a causa delle difficoltà finanziarie causate all’Appaltatore per effetto del mancato pagamento dei lavori già eseguiti per oltre 5,4 milioni di euro, unite a numerosi impedimenti tecnici presenti nell’area di esecuzione dei lavori, il cantiere della nuova stazione “Flaminio” della Ferrovia Regionale Roma-Viterbo è fermo da novembre 2017 e se ne prospetta la chiusura immediata”. Il cantiere avrebbe impiegato circa 60 operai per una durata di due anni.
La storia di questo cantiere è vecchia come tutte le grandi opere cittadine: nasce nel lontanissimo 1992 con una legge statale per il finanziamento di interventi per il trasporto di massa (211/1992) cui segue un decennio di silenzio fino al 2001 quando il Comitato Interministeriale per la Programmazione Economica (Cipe) stanzia 72 milioni di euro per migliorare la linea ferroviaria. Altri 43 milioni li mise la Regione Lazio a guida Storace. Saltando i passaggi intermedi, si arriva alla gara d’appalto vinta nel 2006 che prevedeva il rifacimento di numerose stazioni più la nuova Stazione Flaminio. Per quest’ultima, il cronoprogramma prevedeva 900 giorni di lavori: inizio il 31 marzo 2014 e conclusione il 15 settembre 2016, ben 24 anni dopo l’inizio del procedimento. Gli interventi sono su tutta la linea che verrebbe divisa in due parti: da Flaminio a Montebello con una tratta urbana di vera e propria metropolitana e da Montebello a Viterbo con una linea ferroviaria a tutti gli effetti. 
Rispetto all’attuale Stazione Flaminio, l’idea era di sdoppiare i capilinea: l’odierna stazione rimane in uso solo per la ferrovia regionale fino a Viterbo mentre si costruisce una nuova stazione per la tratta metropolitana fino a Motebello, con la realizzazione di un breve tratto di linea, totalmente nuovo, di circa 400 metri. La nuova Stazione da metropolitana sarebbe stata completamente sotterranea, in corrispondenza dell’atrio della stazione della Linea A. La realizzazione del nuovo corpo stazione avrebbe messo in collegamento diretto la Roma-Nord con La Linea A, garantendo l’elevazione del livello di confort e sicurezza per i passeggeri. 
Anche perché il nodo di Flaminio è diventato progressivamente uno dei più importanti della capitale con i suoi 300.000 passeggeri al giorno. 
Tra l’altro, lo sdoppiamento dei due itinerari con la divisione fra urbano ed extraurbano avrebbe permesso, almeno in potenza, anche l’aumento delle corse complessive, mettendo a disposizione quattro binari di testa e non più due. Anche se, per ottenere questo aumento delle frequenze, sarebbe stato necessario rinnovare il parco veicoli, oggi composto da 22 convogli e oggetto di un investimento dello Stato con il Decreto Sblocca Italia (Governo Renzi) che stanzia 180 milioni, 120 per la Roma-Lido e 40 per la Roma-Viterbo. 
In realtà, partito il cantiere, iniziano i problemi: prima un palo di contenimento sfonda la galleria della Metro A, con alcuni mesi di blocco dei cantieri. Poi, ad agosto 2015 saltano fuori grandi rinvenimenti archeologici, fra i quali un’antica strada romana: fra rilievi e smontaggi (in attesa di ricollocare tutto nella nuova Stazione modello San Giovanni), si lavora ai reperti fino a maggio 2016. Poi arriva il concordato Atac e la querelle con la Regione e Trenitalia sui soldi di Metrebus. Alla fine, 5 milioni di euro di ritardo nei pagamenti e un altro cantiere che rischia di diventare infinito. 

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