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In questo blog mi dedico a guardare con occhio maliziosamente indipendente ciò che accade a Roma - e qualche volta anche nel resto del mondo - soprattutto attraverso ciò che della mia città raccontano i quotidiani. Generalmente prendo in considerazione i tre quotidiani più importanti per vendite e diffusione nella Capitale: Corriere della Sera, La Repubblica e il Messaggero. A volte troveranno spazio anche gli altri quotidiani, la cui lettura è comunque sempre accurata.

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giovedì 19 luglio 2018

"PIÙ TRENI SULLA ROMA-LIDO". QUALI?


Gli utenti passeggeri la definiscono l’ennesima presa in giro e alcuni fra i blog e gli account social più rilevanti - Odisseaquotidiana, Il Treno Roma Lido e Mercurio Viaggiatore - già hanno sollecitato il Campidoglio a intervenire. Parliamo del potenziamento dell’orario estivo della domenica della Roma-Lido di Ostia, la ferrovia di proprietà della Regione Lazio il cui servizio viaggiatori è svolto da Atac. 

A inizio luglio Atac annuncia l’avvio di un potenziamento del servizi viaggiatori la domenica e i festivi per il periodo estivo. Durante l’inverno la frequenza domenicale è di un treno ogni mezz’ora: il che si traduce, contando il tempo di percorrenza da capolinea a capolinea, in 3 soli treni in servizio.
Il miracoloso potenziamento dovrebbe raddoppiare i treni fra le 10 della mattina e le 3 del pomeriggio: non più 3 ma 6 convogli e partenze ogni 15 minuti. 
Questo, almeno nelle intenzioni. 
All’atto pratico, poi, arrivano i problemi: la tabella delle partenze della domenica subisce notevoli mutamenti: il treno delle 13.45 da Piramide parte con 10 minuti di ritardo; quello delle 14 salta e la corsa non si effettua; quello delle 14.15 da Colombo parte con 5 minuti di ritardo, quello delle 14.30 da Colombo ne accumula 10 in partenza e quello delle 14.45 da Colombo, per magia, sparisce. 
Insomma, il giochino è semplice: per riuscire a saltare una corsa ogni tre, gli altri due treni partono con ritardo. 
E, ovviamente, gli utenti non ci stanno: “presa in giro” è il termine più dolce e mansueto utilizzato. Gli utenti un po’ più esperti, quelli che animano blog e profili social già non credevano in partenza al potenziamento. “Intensificato? Ma con quali treni? Perché come sperimentiamo ogni giorno lavorativo le rimodulazioni - sia quelle ufficiali, che quelle di fatto - sono la regola e non facciamoci incantare dal fatto che i treni siano vuoti”, scrive Odisseaquotidiana. E rincara la dose l’account twitter “Il Treno Roma Lido” che spiega: “Già nell’estate 2015 le frequenze dei treni si erano abbassate clamorosamente. Uno dei problemi è il sovraccarico delle batterie dovute alle differenze di temperature fra i tratti in galleria e quelli all’aperto, in special modo sui treni Caf che hanno i finestrini che non si aprono. Non a caso i Caf sono i treni che si fermano con maggiore frequenza”.
La spiegazione che filtra dai corridoi di Atac è un po’ diversa: il problema per il weekend è stato legato alla rottura di due treni avvenuta il giovedì. Due treni che, come spesso accade, quando entrano in manutenzione rischiano di non uscirne più per carenza di pezzi di ricambio. Ricambi che mancano perché non c’è nessuno che oramai si fida della capacità di Atac di pagare. 
Il servizio sulla Roma-Lido avrebbe bisogno ordinariamente di 18 convogli per garantire una frequenza di un treno ogni 5 minuti e una capacità di trasporto di 21mila e 600 passeggeri l’ora. In realtà, di treni ce ne sono nove in servizio, con frequenze raddoppiate (1 treno ogni 10 minuti) e una capacità di trasporto di meno di 11mila passeggeri l’ora. Se, poi, salta un treno o, peggio, due, la differenza in termini di efficienza e, quindi, di ritardi, diviene immediatamente visibile.
Spiega uno deli account twitter più seguiti e informati, “Mercurio Viaggiatore”: “l’ultimo contratto di servizio fra Regione e Atac è stato ritagliato sulla capacità dell’azienda di far fronte ai suoi impegni e il livello produttivo medio è stato intorno al 95% con luglio 2017 il mese peggiore quando si somma la richiesta di chi lavora con quella di chi va al mare”.



Mettersi l’anima in pace: prima della primavera 2020 nuovi treni per la Roma-Lido non ci saranno. 
La gara della Regione Lazio per l’acquisto di nuovi treni è stata bandita e, entro l’estate, dovrebbero iniziare le procedure amministrative di verifica dei requisiti delle 7 aziende che hanno manifestato interesse alla gara. 
Una gara che affonda nella notte dei tempi: già nel gennaio 2016 il presidente della Regione, Nicola Zingaretti, e l’allora assessore ai Trasporti, Michele Civita, avevano annunciato la volontà di chiedere fondi allo Stato per sistemare la linea ferroviaria plurivincitrice del premio Caronte, assegnato annualmente da Legambiente alla peggiore ferrovia italiana. 
All’epoca c’era Matteo Renzi a Palazzo Chigi e sembra un’altra era geologica. A febbraio 2018, finalmente, la gara viene bandita. 
Si è sovrapposta con la crisi di Atac che, storico gestore della linea, entrando nelle procedure del concordato preventivo, smette di pagare obbligando la Regione a sostituirsi come stazione appaltante. 
La Roma-Lido è vecchia e ha ricevuto il minimo sindacale degli interventi giusto per non chiudere definitivamente: treni di scarto della metro A e della metro B, manutenzione ordinaria e straordinaria col contagocce. C’è da rifare un po’ tutto: banchine, linea elettrica, scambi, sistema di segnalamento. Ma, soprattutto, creare nuove sottostazioni elettriche in grado di “reggere” un numero maggiore di convogli: perché a oggi, più di 12, forse 14 treni, non possono camminare. La  ferrovia non ha sufficiente alimentazione. E poi, nuovi treni. Quelli che ci sono sono vecchi e collassano ogni giorno facendo saltare le corse. Tanto che, per evitare di trovarsi senza convogli il lunedì, Atac evita di farli girare la domenica pur avendo annunciato il potenziamento del servizio.
La gara prevede un finanziamento totale di 270 milioni di euro circa da dividere in parte sulla Roma-Lido e in parte sulla Roma-Viterbo, sia per l’acquisto di treni che per interventi sulle infrastrutture. Per i treni la partenza è di acquistarne un primo lotto da 11 convogli: 5 per Ostia e 6 per la tratta urbana della Roma-Viterbo, quindi il tragitto da piazzale Flaminio fino a Montebello. 
Intanto che l’appalto andrà avanti, però, le norme europee impongono di mettere a gara il servizio viaggiatori sulle linee per cui, all’inizio del mese scorso, scoppia una polemica fra il Campidoglio e la Regione (“abbiamo scoperto con grande sconcerto che ha deciso di metterle a gara”, Raggi).
Restano comunque aperte in Regione altre strade: affido a Cotral; accordo con i francesi di Ratp, quelli della metro parigina; o una partnership con Ferrovia dello Stato. 

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