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In questo blog mi dedico a guardare con occhio maliziosamente indipendente ciò che accade a Roma - e qualche volta anche nel resto del mondo - soprattutto attraverso ciò che della mia città raccontano i quotidiani. Generalmente prendo in considerazione i tre quotidiani più importanti per vendite e diffusione nella Capitale: Corriere della Sera, La Repubblica e il Messaggero. A volte troveranno spazio anche gli altri quotidiani, la cui lettura è comunque sempre accurata.

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lunedì 15 aprile 2019

STADIO, IN COMMISSIONE SPORT LA DELIBERA GRANCIO/FASSINA. TUTTI GLI ERRORI



Dopo il pastrocchio del IX Municipio, ora si fa sul serio: la proposta di delibera Grancio/Fassina che prevede l’annullamento in autotutela della delibera Raggi sul pubblico interesse alla costruzione dello Stadio della Roma, inizia l’iter nelle varie commissioni consiliari
Si parte oggi, alle 10.30, con la Commissione Sport dove, almeno su carta, i grillini sono 7 contro 5 consiglieri di opposizione. In un Paese normale non ci sarebbe storia e la proposta di delibera avanzata dalla consigliera ex 5Stelle oggi Gruppo Misto, Cristina Grancio, e da Stefano Fassina, Sinistra X Roma, verrebbe semplicemente ritenuta improcedibile. Ma i 5Stelle hanno già dimostrato proprio nel Municipio di essere incapaci di prendere una decisione e di preferire alla responsabilità della decisione, una pilatesca astensione per salvaguardare l’unità di facciata del Movimento. E in Commissione Sport ci sono almeno due consiglieri grillini che potrebbero spostare gli equilibri: Gemma Guerrini, da sempre contraria, e Carlo Maria Chiossi, che, prendendo il posto di Marcello De Vito, si è schernito sul tema ribadendo la sua “fede” calcistica laziale. 
Oggi, quindi, si avrà un primo assaggio della reale capacità di Virginia Raggi di tenere unita e coesa la sua maggioranza. Alcuni giorni fa, in una riunione con tutti gli eletti grillini, l’Avvocatura comunale ha definita come tecnicamente sbagliata la delibera Grancio/Fassina: non si può procedere con l’annullamento in autotutela, poiché sono scaduti i termini di legge e, più che rischio, sarebbe certo l’annullamento da parte del Tar. Semmai, ma occorrerebbero motivazioni di ferro, occorrerebbe una delibera di revoca, strumento giuridico diverso dall’annullamento. 
Da un punto di vista di sostanza, la proposta di delibera Grancio/Fassina contiene una serie di errori interpretativi delle norme. Si parte con la questione dell’approvazione della variante urbanistica nella “prima seduta utileche non è, come vorrebbero Grancio e Fassina, la prima in ordine temporale ma la prima dopo che si siano compiute le operazioni di pubblicazione degli atti di variante
Si prosegue con la querelle sull’adeguamento delle tavole progettuali che Grancio e Fassina vorrebbero fatte prima del voto sulla variante e che, invece, avverrà dopo per evitare un aggravio della procedura. Ancora: la questione della società sportiva utilizzatrice dell’impianto, tema tanto caro alla Grancio: nella Convenzione con il Comune sarà obbligatoriamente inserito il contratto trentennale registrato comprese le fidejussioni a garanzia
Quarto punto: il presunto rischio idrogeologico. L’Autorità di Bacino del Tevere ha sancito che la deperimetrazione delle aree (l’eliminazione del vincolo, ndr) avverrà solo dopo la conclusione delle opere di messa in sicurezza idraulica. Non bastasse, il Comune ha vincolato all’ok dell’Autorità di bacino il rilascio del certificato di agibilità. 
Altro tema: la scelta dell’area. Che alla Grancio e Fassina non piace ma la legge prevede che sia il privato a scegliere. Cosa fatta comunque con due avvisi pubblici sui quotidiani, il 19 e il 23 aprile 2012. 
Penultimo tema: il calcolo economico delle opere pubbliche che, contrariamente a quanto scritto nella proposta di delibera, è stato effettuato dal Dipartimento Lavori pubblici del Comune.
Ultima questione: la procedura di evidenza pubblica che la Grancio vorrebbe ma che, trattandosi di intervento su area privata, non è prevista dalla legge


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