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In questo blog mi dedico a guardare con occhio maliziosamente indipendente ciò che accade a Roma - e qualche volta anche nel resto del mondo - soprattutto attraverso ciò che della mia città raccontano i quotidiani. Generalmente prendo in considerazione i tre quotidiani più importanti per vendite e diffusione nella Capitale: Corriere della Sera, La Repubblica e il Messaggero. A volte troveranno spazio anche gli altri quotidiani, la cui lettura è comunque sempre accurata.

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sabato 20 ottobre 2018

ECCO I PERCETTORI DEI VITALIZI MULTIPLI


Ci sono ex presidenti di Regione, ex deputati ed ex senatori nell’elenco - ristretto - di coloro i quali percepiscono più di un assegno vitalizio dalle Istituzioni. E c’è un manipolo di costoro che somma alla rendita perpetua della Regione e a quella di ex membro di uno dei due rami del Parlamento, anche quello di ex eurodeputato
Il conto, almeno per il Lazio, su quanti doppi o tripli assegni vengano effettivamente staccati e incassati non è facile da fare: su carta dovrebbero essere una trentina gli ex consiglieri regionali del Lazio che sono stati anche senatori o deputati o eurodeputati. In realtà, la verifica specifica è complessa perché non tutti gli elenchi sono pubblici - ad esempio non lo sono quelli degli ex deputati al Parlamento Europeo di Strasburgo per cui la verifica è sempre molto aleatoria - e perché alcuni hanno optato per la rinuncia a uno dei vitalizi. Esempio, Francesco Storace, ex presidente della Giunta Regionale del Lazio fra il 2000 e il 2005, ex senatore, ha rinunciato al vitalizio della Pisana. Altri - esempio il sindaco di Fiumicino, Esterino Montino, o quello di Santa Marinella, Piero Tidei - il doppio vitalizio lo percepiscono. 
Come spiega Montino l’assegno, anche doppio, è il frutto del “servizio reso nelle Istituzioni” magari per svariati anni. 
Nell’elenco dei percettori del doppio assegno, si contano tre ex presidenti della Regione Lazio: Giulio Santarelli (ex Psi), Sebastiano Montali (ex Psi) e Rodolfo Gigli (ex Dc). A loro si aggiungono gli ex Democrazia Cristiana Bruno Lazzaro e Paolo Tuffi, e per il Partito Repubblicano, si annovera il nome di Mario Di Bartolomei, assessore all’agricoltura nella prima Giunta regionale del Lazio nel 1970, poi presidente del Consiglio regionale fra il 1980 e il 1981 al quale spetta anche il vitalizio di Bruxelles essendo stato, fra il 1984 e il 1989, eurodeputato. 
Poi ci sono due ex del Partito Social Democratico, Antonio Muratore e Robinio Costi. Per quest’ultimo, però, l’assegno percepito fino al 2015 ha subito la decurtazione totale del vitalizio della Camera: Costi, nella sua qualità di assessore all’Edilizia al Comune di Roma all’inizio degli anni ’90 con la Giunta Carraro (passò alla storia per le polemiche sull’altezza del minareto della Moschea di Roma) venne condannato nel 1995 in via definitiva per tangenti. Per questo, nel 2015 la Camera gli ha revocato l’assegno ed ecco, quindi, perché il vitalizio rimasto a Costi è di “soli” 5291 euro netti al mese.
Nomi, sigle e episodi che rimandano alla Prima Repubblica. Per la Seconda, si contano Alfredo Pallone (FI-Ncd) e Stefano Zappalà (FI). Per ciascuno di questi trenta con il doppio vitalizio, il cumulo dei due assegni dovrebbe oscillare da un netto mensile di 5200 euro fino a 11.500. 
Poi c’è il computo di quelli che, come per il repubblicano Di Bartolomei, sono stati anche eurodeputati, oltre che consiglieri alla Pisana: il primo è Giulio Maceratini, 80 anni, già deputato (Msi e poi An) dal 1983 al 1994 e senatore dal 1994 al 2001 ed è entrato al Parlamento europeo, subentrando nel 1988 a un anno dal termine della legislatura ma maturando, comunque, il diritto all’assegno. Insieme a lui anche Fabio Ciani (Dc prima con un percorso politico che sfocia nel Pd), consigliere regionale prima, assessore poi, quindi presidente del Consiglio regionale, di nuovo assessore con Marrazzo, quindi prima deputato per 2 legislature (1996-2006) e dal 2008 eurodeputato subentrando a Luciana Sbarbati. Anche per lui, assegno triplo. 


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