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In questo blog mi dedico a guardare con occhio maliziosamente indipendente ciò che accade a Roma - e qualche volta anche nel resto del mondo - soprattutto attraverso ciò che della mia città raccontano i quotidiani. Generalmente prendo in considerazione i tre quotidiani più importanti per vendite e diffusione nella Capitale: Corriere della Sera, La Repubblica e il Messaggero. A volte troveranno spazio anche gli altri quotidiani, la cui lettura è comunque sempre accurata.

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venerdì 21 dicembre 2018

I SINDACATI: "NON VOGLIAMO PIÙ ENTRARE NEL TMB SALARIA"


L’altro ieri era l’allarme per la puzza. Ieri, al cattivo odore, si sommano le foto dei camion pieni di rifiuti che entrano nel TMB Ama di via Salaria. E, per non farsi mancare nulla, anche le polemiche dei sindacati
Partiamo dai sindacati: una delegazione dell’Unione sindacale di base (Usb) ieri mattina si è presentata nella sala dove l’assessore all’Ambiente, Pinuccia Montanari, avrebbe dovuto tenuto, di lì a poco, la conferenza con la stampa sulle adozioni per gli animali. I sindacalisti hanno chiesto un incontro con l'assessore Montanari: “L'assessore deve recarsi sul posto e disporre l'immediata interdizione al transito nelle aree contaminate e mettere in sicurezza il territorio e i cittadini”, si legge nella nota diffusa. Per l’Usb destano allarme le conseguenze dell'esposizione alla diossina e ai metalli pesanti che i lavoratori dell'impianto e gli abitanti della zona stanno respirando. Ama, dicono i sindacati, ancora non ha provveduto a interdire l'accesso dei lavoratori alle zone a rischio elevato. Una scuola, poco distante dall'impianto andato a fuoco, ancora non è stata evacuata. 
Nel corso della mattinata, poi, la Montanari ha incontrato una rappresentanza della delegazione dell’Usb e si è impegnata a sollecitare ad Ama la costituzione di un'unità informativa alla quale i lavoratori potranno rivolgersi per avere aggiornamenti sui rischi dei veleni sprigionati dall'incendio, nonché a organizzare incontri pubblici con i cittadini sulla gestione dei rifiuti.
Cittadini che, però, guardano con sempre minore serenità all’impianto. 
Martedì lamentavano la puzza atroce che era tornata ad allietare l’olfatto dei residenti nelle aree limitrofe l’impianto. E ieri sono rimasti tutti sorpresi nel vedere entrare e uscire camion compattatori carichi di rifiuti.
Dalla mattinata si sono inseguite foto e giri di notizie. Interviene, ancora una volta, il presidente del III Municipio, Giovanni Caudo, che prima definisce “tranquillizzanti” i dati di Arpa Lazio sul monitoraggio ambientale dell’area che sono in fase di rientro sotto le soglie di sicurezza ma poi spiega: “Preoccupa lo stato di degrado ambientale dell'area dove oggi sono sparsi almeno 2 mila tonnellate di rifiuti indifferenziati che sono in putrefazione ed emettono odori nauseabondi. In più ci sono diverse tonnellate di frazione organica stabilizzata, il compost, non interessato dal fuoco ma chiuso in un capannone che non è più alimentato dall'energia elettrica e che subisce anche questo alterazioni dallo stato di abbandono. Lunedì scorso ho scritto alla sindaca e alle autorità competenti per segnalare la preoccupazione mia e della cittadinanza che quell'area a seguito del rogo si trasformi in deposito di rifiuti a cielo aperto. Sarebbe una beffa per i cittadini che ora si ritroverebbero una sorta di discarica dietro casa”. 
Sul via vai di camion Ama spiega ufficialmente: “nello stabilimento di via Salaria è rimasta attiva esclusivamente l’autorimessa per la flotta aziendale, essenziale per i servizi. Nel sito, dunque, non viene svolta alcuna movimentazione o scarico dei rifiuti, visto che il TMB è totalmente fermo. Gli automezzi in transito sono esclusivamente quelli che, dopo aver svolto il servizio assegnato sul territorio, tornano nella propria sede di ricovero. Può capitare che l’autista abbia terminato il proprio turno di lavoro e il mezzo sia ancora pieno. In questi casi, limitati e circoscritti, è il collega che subentra a svolgere, a stretto giro, l’operazione di conferimento conducendo il mezzo nel sito di destinazione previsto”.

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