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In questo blog mi dedico a guardare con occhio maliziosamente indipendente ciò che accade a Roma - e qualche volta anche nel resto del mondo - soprattutto attraverso ciò che della mia città raccontano i quotidiani. Generalmente prendo in considerazione i tre quotidiani più importanti per vendite e diffusione nella Capitale: Corriere della Sera, La Repubblica e il Messaggero. A volte troveranno spazio anche gli altri quotidiani, la cui lettura è comunque sempre accurata.

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mercoledì 12 dicembre 2018

CAOS METROPOLITANE, TRE STAZIONI FUORI USO


Ieri per l’Amministrazione Raggi giornata nera: l’impianto di trattamento Ama di via Salaria che va a fuoco durante la notte e, per soprammercato, le stazioni della metro A Spagna e Barberini chiuse al servizio viaggiatori per il fermo delle scale mobili. 
Per cui, già Roma annegava nei rifiuti ora con lo stop al TMB Salario la situazione non potrà che peggiorare e, per almeno un paio di giorni è presumibile che né SpagnaBarberini riapriranno creando un buco - complice la chiusura di Repubblica dopo l’incidente con i tifosi del CSKA Mosca - che va da Termini e Flaminio in entrambi i sensi di marcia.
Insomma, il centro storico della città è tagliato fuori dalla metro: turisti, uffici e tutto l’esercito di commessi dei negozi del centro potrà riversarsi solo a Flaminio.
Inutile chiedere conto ad Atac sulle ragioni e la durata del disservizio: neanche loro lo sanno. A dimostrazione di una gestione più che approssimativa del problema. Problema che, da quel poco che trapela in via confidenziale, però, non era sconosciuto, nonostante il tweet di comunicazione iniziale dell’azienda parlasse di “guasto tecnico”. 
In sostanza, dopo l’incidente del 25 ottobre scorso a Repubblica, anche in vista delle festività natalizie e di fine anno, sarebbe stato chiesto alle società che hanno installato le scale mobili un controllo approfondito e accurato
Spagna è la più profonda fra le stazioni della Metro A: fra l’ingresso e il piano binari si scende di quasi 54 metri. Subito dopo Spagna vengono per profondità Barberini e, proprio, Repubblica entrambe con un dislivello di una trentina di metri. Questo rende le scale mobili di queste tre stazioni assolutamente fondamentali. 
Ecco, quindi, che la sicurezza delle stesse - entrata sotto la lente di ingrandimento proprio a seguito dell’incidente a Repubblica - è divenuta pressante come non mai: un altra rottura, non necessariamente così drammatica come quella di fine ottobre, sarebbe una iattura per Atac proprio sotto Natale quando il trasporto pubblico viene potenziato proprio per disincentivare l’uso dell’autovettura privata in vista degli acquisti festivi. 
Perciò ieri - senza che vi fosse stato un preavviso all’utenza - improvvisamente alle 11.21 di mattina Atac ha chiuso al transito Spagna e Barberini. E fino alle otto di sera nulla era stato diffuso di ufficiale circa la durata dello stop e, conseguentemente, la riapertura delle due stazioni che, lo ricordiamo, servono praticamente tutto il centro storico cittadino.
Le voci di corridoio parlano di uno stop potenziale di un paio di giorni, necessario a completare il lavoro di analisi e controllo il più approfondito possibile degli impianti di stazione (termine tecnico con il quale si indicano gli ascensori, che a Spagna e Barberini non ci sono, e le scale mobili).
Qualcuno fra i quadri di Atac lega questa improvvisa chiusura al manifestarsi di una potenziale e impellente minaccia alla sicurezza delle scale mobili simile a quella che portò poi al collasso dell’impianto di Repubblica e che, in vista delle cause di risarcimento danni che Atac dovrà patire verso i tifosi russi feriti, un nuovo episodio avrebbe potuto avere effetti devastanti anche sulla credibilità di fronte ai periti e, perciò, sulla tenuta dei conti.
E come sempre più frequentemente accade, mentre le opposizioni (il Pd con Ilaria Piccolo e Stefano Pedica) attacca la Raggi e la sua Amministrazione per il caos quotidiano cittadino, dal Campidoglio scende una cortina di gelido silenzio: se non se ne parla, allora non esiste. 


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