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In questo blog mi dedico a guardare con occhio maliziosamente indipendente ciò che accade a Roma - e qualche volta anche nel resto del mondo - soprattutto attraverso ciò che della mia città raccontano i quotidiani. Generalmente prendo in considerazione i tre quotidiani più importanti per vendite e diffusione nella Capitale: Corriere della Sera, La Repubblica e il Messaggero. A volte troveranno spazio anche gli altri quotidiani, la cui lettura è comunque sempre accurata.

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domenica 4 marzo 2018

SCIVOLONE ELETTORALE SUI "VILLINI STORICI"


Francesco Alemanni, responsabile organizzazione dei Verdi e capolista per la lista Insieme con Zingaretti, aveva nuovamente lanciato la questione delle demolizioni dei cosiddetti “villini storici”, infilandosi nel solco delle polemiche aizzate da Italia Nostra su un vecchio villino in zona Coppedé. 
Spiegava Alemanni: “L’autorizzazione deriva dal Piano Casa Polverini, in parte inviariato col piano casa Zingaretti”, salvo poi aggiungere “la responsabilità della mancata tutela di aree di interesse storico/culturale è del Comune”.
Peccato che nulla di tutto questo sia vero e che si tratti dell’ennesima speculazione elettorale da piccola politica. 
I villini in questione sono una ventina e nessuno, a quanto è dato di sapere, risulta vincolato. Va ricordato che l’apposizione di un vincolo su un bene spetta allo Stato, attraverso il Ministero per i Beni Culturali che opera tramite le Soprintendenze, e che questa apposizione è disciplinata da norme specifiche. Ora, sempre a quanto risulta, nessuno di questi villini è davvero “storico” né ha un qualche valore artistico. Tutt’al più, si potrebbe dire che si tratta di case esteticamente gradevoli, un requisito del tutto insufficiente per apporre un vincolo. Per di più, questi villini sono stati oggetto nel corso del tempo, soprattutto fra gli anni ’30 e la fine dei ’60, di una serie di rimaneggiamenti piuttosto consistenti: sopralevazioni, rifacimento delle facciate e via dicendo. Tutte operazioni che hanno privato questi edifici di valore architettonico. Insomma, in questi palazzi non c’è nulla che giustifichi l’avvio di un qualunque percorso di tutela. E già questo dovrebbe indurre Alemanni a una maggiore cautela nelle dichiarazioni: cavalcare fake news non è mai una politica saggia. 
Inoltre, i lavori previsti in questi edifici, come lo stesso Alemanni pur con molta cautela diplomatica ricorda, sono stati autorizzati ai sensi delle norme sul Piano casa. Che quello del 2009 fosse della Polverini, è palese. Ma è stato rifatto anche da Zingaretti nel 2011e poi integrato dalla recente legge per la rigenerazione urbana del 2017. 
Insomma per Alemanni un triplo scivolone mediatico/elettorale: i lavori vengono autorizzati dal Campidoglio applicando le norme del Piano Casa così come riviste e integrate da Zingaretti, candidato per il quale Alemanni si presenta capolista nella lista dei Verdi. Secondo, al Campidoglio non spetta apporre vincoli sugli edifici cosa che spetta al Mibact, il cui ministro, Dario Franceschini, è dello stesso partito (Pd) di Zingaretti. Infine, nessuno di questi villini è stato mai vincolato proprio perché non c’è nulla da vincolare, trattandosi di edifici graziosi, forse, ma senza alcun valore storico o architettonico. 

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