Alla fine, la rottura annunciata e appena appena schivata sulla vicenda Stadio della Roma di Tor di Valle è comunque arrivata. Il via alle danze è il via libera della Commissione Urbanistica al piano di sviluppo di Piazza dei Navigatori (un gemello del palazzone di vetro di 10 piani in cambio di opere di urbanizzazione, comprese quelle dovute e mai realizzate per il primo palazzo) votata dai 5Stelle con l’opposizione della Grancio.
Un copione praticamente simile a quello dello Stadio della Roma. Lì, la Grancio si mosse bene e obbligò i pentastellati a reinserirla nel gruppo consiliare. Di cui, però, alla fine è rimasta un corpo estraneo: fuori dalle chat e fuori dalle decisioni.

E come tanti novelli Decimo Giunio e Cimbro Tillio, scendono in campo anche altri consiglieri pentastellati: “Prendo atto che lei con noi del M5S non c'entra più nulla”, dice Maria Teresa Zotta; “È ipocrita essere del M5S a tratti. Non capisco perché quando viene in Aula continua a sedersi accanto a noi” per Giuliano Pacetti.
Si difende la Grancio che minaccia ricorsi e querele: “Io resto nel gruppo perché sono del M5S originario, quello nato nel 2009 che mi ha eletta. Non ho alcuna intenzione di passare all'opposizione. Sono gli altri consiglieri che sono passati nell'associazione che ha come capo politico Di Maio nata a fine anno e in cui io non mi riconosco. e dove il capo politico può porre il veto sulle decisioni della base. C'è un gruppo di persone in tutta Italia, e io ne faccio parte, che a inizio anno ha avviato un ricorso affinché all'associazione M5S nata nel 2009 sia riconosciuto il nome e il simbolo che oggi sono in capo all'associazione che ha come capo politico Di Maio. Su questo si esprimerà il Tribunale di Genova. Quando i miei dei colleghi del Campidoglio hanno capito che non ero passata nell'associazione di Di Maio sono stata tolta dalle chat comuni”.
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