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In questo blog mi dedico a guardare con occhio maliziosamente indipendente ciò che accade a Roma - e qualche volta anche nel resto del mondo - soprattutto attraverso ciò che della mia città raccontano i quotidiani. Generalmente prendo in considerazione i tre quotidiani più importanti per vendite e diffusione nella Capitale: Corriere della Sera, La Repubblica e il Messaggero. A volte troveranno spazio anche gli altri quotidiani, la cui lettura è comunque sempre accurata.

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giovedì 30 novembre 2017

PARCHEGGI, SOTTO IL PIANO NON C'È NULLA


Ignazio Marino era ancora in sella quando, il 17 luglio 2015, è stata aggiornata per l’ultima volta la pagina internet sul sito istituzionale del Campidoglio dedicata al Programma urbano parcheggi, più noto ai romani con la sua sigla di Pup. 
Si legge: “l’Amministrazione comunale di Roma ha in programma la realizzazione di circa 50.000 nuovi posti auto, in 510 localizzazioni diverse” e “Il PUP prevede la realizzazione di circa 45.000 nuovi posti auto in 389 localizzazioni diverse” con gli investitori privati” che hanno presentato 341 progetti di investimento privato su suolo pubblico e 48 di investimento privato su area privata.
Poi, più nulla. Polemiche sui giornali a parte. Perché di polemiche, negli anni ce ne sono state a iosa: di fatto, negli anni, non c’è mai stato un intervento programmato che non vedesse sorgere immediatamente un comitato per il “no”.
Il Pup ha radici lontanissime: venne varato nel lontanissimo 1989 dall’allora commissario straordinario, il prefetto Angelo Barbato, che salì in Campidoglio a luglio di quell’anno, dopo la caduta della Giunta di Pietro Giubilo (Dc). All’inizio, si prevedeva di realizzare 730 interventi per un totale di poco più di 97mila posti auto. Tralasciando la inverosimile quantità di aggiornamenti susseguitisi nel tempo, la storia dei Pup si interseca con la nomina del Sindaco di Roma a Commissario straordinario per l’emergenza traffico, decisa nel 2006 con Veltroni e confermata fra il 2008 e il 2012 con con Alemanno sindaco. E proprio con Alemanno, nel 2008, il Pup cambia e si scende a 276 interventi per 66mila 800 posti: 243 interventi privati per 48.319 posti, 33 pubblici per 18.481 posti auto divisi in 12 parcheggi di scambio con 3.932 posti auto e 21 nodi di attestamento metropolitano e urbano con 14.549 posti auto.
Con Marino, nuovo valzer di numeri, quelli attestati dalla pagina internet del sito del Campidoglio. 
E arriviamo alla Raggi
Dall’elenco iniziale del 2015 proprio qualche giorno fa ne sono stati cancellati 57: fra i quali spiccano quello di piazzale Clodio, cancellato a causa delle possibili interferenze con il futuro cantiere della linea C; quello di piazza Indipendenza, a causa di un parere negativo del Mibact che ha bocciato anche quello di piazza Ankara. Poi, ancora, piazza Alessandria, sotto il mercato, per interferenze non sanbili con alcuni sottoservizi di Acea e piazza Euclide per interferenze con la Roma-Viterbo.
Il Consiglio comunale, infatti, ha deciso, con il voto dei consiglieri grillini, di defalcare questi interventi in quanto ritenuti improcedibili. Quattro i motivi di eliminazione: parere negativo, assenza del requisito della proprietà comunale, interferenze con i sottoservizi, nessun progetto presentato. 
Anche qui, non poche polemiche. Stavolta perché la cancellazione doveva riguardare un numero maggiore di localizzazioni. Ne mancano 8, e fra questi i 4 con maggiore impatto: gli 800 posti da ricavare scavando sotto il Quirinale, poi il parking da realizzare fra via Crispi e via Zecchelli, sempre in zona traforo di via Milano; i 609 posti che dovevano uscire fuori dai 3 piani interrati del Lungotevere Castello, fra Castel Sant’Angelo e il Palazzaccio. Infine, quello della Tenuta della Chiavichetta, zona Magliana. Su ognuno di questi ci sono ricorsi, pareri negativi di diversi uffici, dalla Soprintendenza a quelli comunali. 
La paura di molti comitati e associazioni, ad esempio Carte In Regola, è che la non cancellazione di questi otto interventi (ai quattro già citati vanno aggiunti anche via Santi, viale della Serenissima, via delle Calasanziane e via Dell'Ongaro-viale Trastevere) possa avere qualche risvolto recondito. 
Retropensiero respinto dall’assessore alla Mobilità, Linda Meleo: questi interventi "presentavano un rischio di contenzioso più elevato, per questo abbiamo ritenuto sia necessaria un'istruttoria aggiuntiva, fatta di deduzioni e controdeduzioni tra amministrazione e aziende proponenti”.
A questo punto, per l’ennesima versione in 29 anni, occorrerà attendere la fine del 2018 quando, secondo l’assessore Meleo, la città avrà un nuovo Piano Urbano parcheggi che "sarà destinato a rimettere completamente in ordine il Piano attualmente in vigore”. 

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