*****************************************************************************************************************************************************************************************************************************************************

In questo blog mi dedico a guardare con occhio maliziosamente indipendente ciò che accade a Roma - e qualche volta anche nel resto del mondo - soprattutto attraverso ciò che della mia città raccontano i quotidiani. Generalmente prendo in considerazione i tre quotidiani più importanti per vendite e diffusione nella Capitale: Corriere della Sera, La Repubblica e il Messaggero. A volte troveranno spazio anche gli altri quotidiani, la cui lettura è comunque sempre accurata.

*****************************************************************************************************************************************************************************************************************************************************

giovedì 15 febbraio 2018

ULTIMA CHIAMATA PER CAPANNELLE


È il più grande impianto sportivo di proprietà del Comune di Roma. Per 72 anni è stato gestito ininterrottamente da una sola società, la Hippogroup. Ora, complice il nuovo regolamento sugli impianti sportivi che la maggioranza 5Stelle, presentato dal presidente della Commissione Sport, Angelo Diario, porterà in Aula al voto presumibilmente martedì prossimo, l’Ippodromo di Capannelle sta per entrare in un cono d’ombra da cui potrebbe uscire ridotto come il Flaminio. 
Andiamo per ordine. Dimentichiamo le scene del film Febbre da Cavallo e le gesta (che tra l’altro si svolgevano a Tor di Valle) di Mandrake e del Pomata: da molti anni quel mondo non c’è più e i cavalli sono in crisi. 
In tutto il Lazio ci sono una quindicina di grandi allevamenti che regalano alle piste un paio di migliaia di cavalli: sono più o meno 1500 gli animali che corrono al galoppo e intorno ai 500 quelli impiegati nel trotto. 
A Capannelle si corre cinque volte a settimana: martedì, venerdì e domenica al galoppo e il mercoledì e il sabato al trotto. E proprio quest’ultima specialità - complice la chiusura di Tor di Valle nel 2013 - è l’ultima entrata a Capannelle dove, anche su richiesta dell’Amministrazione comunale, sono stati approvati e compiuti i lavori di creazione della pista del trotto, accogliendo cavalli e fantini di Tor di Valle ed evitando così che l’ippica, già duramente colpita dalla crisi, subisse anche i contraccolpi della fine dell’ippodromo del Mandrake.
Cinquantamila, più o meno, gli appassionati di cavalli: l’equivalente di una medio-alta partita all’Olimpico in fatto di afflusso di tifosi. E un giro d’affari, almeno per Capannelle, che a stento raggiunge i 5 milioni di euro l’anno, tutto compreso. 
Un centinaio, fra part e full time, i dipendenti della Hippogroup e più o meno 400 le altre figure professionali che ruotano intorno al settore: veterinari, stallieri, venditori di mangimi, vigilanza: Capannelle costa più o meno 6 milioni di euro l’anno, fra sicurezza, manutenzione, illuminazione, canone al Campidoglio. Canone che, nel 2013, venne fissato dal Tribunale fallimentare in una procedura di concordato analoga a quella oggi intrapresa per Atac in circa 50mila euro, invece degli originari 2 milioni stabiliti dal Comune quando i cavalli ancora “tiravano”. E che oggi il Campidoglio a trazione pentastellata vorrebbe nuovamente incassare. 
I conti, però, non tornano: 6 milioni i costi di oggi, 4 milioni Il contributo che il Ministero delle Politiche agricole versa all’Ippodromo, un milione o poco più il guadagno dalle attività e, quindi, in totale ogni anno Capannelle sta sotto di almeno mezzo milione di euro. Insostenibile con la richiesta di 2 milioni di canone. Anche perché la Hippogroup ha presentato un progetto per dotare di illuminazione la pista del trotto al fine di poter fare gare d’estate, quando per le norme di tutela degli animali, i cavalli possono correre solo nelle ore di frescura, tanto che gli allenamenti terminano alle 5 di mattina. Progetto che, pur avendo ottenuto il via libera dalla conferenza dei servizi, non ha mai incassato l’ok finale del Campidoglio. 
A novembre scorso, poi, il Dipartimento Sport ha adottato una determina dirigenziale con la quale, entro sei mesi, vista la scadenza della concessione, richiedeva indietro le chiavi della struttura. Per procedere, non appena approvato il nuovo Regolamento sugli impianti sportivi comunali, a pubblicare un nuovo bando per assegnare Capannelle. L’approvazione del progetto di illuminazione avanzato da Hippogroup, invece, qualora approvato con le vecchie norme, avrebbe consentito un prolungamento quasi automatico della concessione. Ad andare via, però, la Hippogroup non ci pensa proprio: è stata presentata al Tar un ricorso contro la decisione del Campidoglio di richiedere le chiavi con tanto di risarcimento danni. 

Nessun commento:

Posta un commento