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In questo blog mi dedico a guardare con occhio maliziosamente indipendente ciò che accade a Roma - e qualche volta anche nel resto del mondo - soprattutto attraverso ciò che della mia città raccontano i quotidiani. Generalmente prendo in considerazione i tre quotidiani più importanti per vendite e diffusione nella Capitale: Corriere della Sera, La Repubblica e il Messaggero. A volte troveranno spazio anche gli altri quotidiani, la cui lettura è comunque sempre accurata.

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venerdì 23 febbraio 2018

BERDINI VS STADIO, IL FACT CHECKING DELLE SUE AFFERMAZIONI

Non bastasse il libro da poco pubblicato, l’ex assessore all’Urbanistica della Giunta Raggi, Paolo Berdini, torna a parlare del progetto Stadio della Roma di Tor di Valle. In questo caso, dai microfoni di Centro Suono Sport. 
Questa la sua verità:

Perché l’area Tor di Valle per il M5S prima non andava bene e ora invece è idonea? Lei è contro lo stadio della Roma?
L’amministratore pubblico applica le leggi dello Stato. Io non sono contrario alla costruzione dello stadio, e negli incontri con la Roma ho proposto altri siti perché quell’area era sbagliata. La risposta è stata sconcertante, perché mi dissero che quell’area era stata validata dal Comune. 

FACT CHECKING: Quindi, Berdini prima parla dell’applicazione delle leggi dello Stato, poi dichiara candidamente di ignorarle: quando propone una localizzazione alternativa, o ignora o finge di ignorare che la legge 147/2013 (“legge Stadi”) assegna al privato l’incombenza di scegliere l’area dove realizzare l’intervento. E al Comune di assentire o dissentire. Cosa ci sia di “sconcertante” nel fatto che il Comune abbia dato il suo OK con la Delibera Marino, Berdini dovrebbe chiarirlo meglio. 

“Quella delibera diceva che almeno il 50% degli utenti dovevano essere serviti dei servizi di trasporto, ma lo sfioccamento della metropolitana era impossibile. Io da tifoso della Roma voglio lo stadio, ma in altri luoghi come hanno fatto la Juventus e l’Udinese. Tor di Valle è il deserto, se invece lo stadio venisse fatto verso Tor Vergata o la Romanina, i cittadini potrebbero beneficiare delle strutture del progetto. Io sono stato messo nella condizione di non poter manovrare”.

FACT CHECKING: Tralasciando precedenti incarichi di Berdini proprio con società costruttrici operanti in quella zona, e l’ostinazione sulle aree alternative, il parallelo con la Juventus è fuorviante. I bianconeri hanno ottenuto dal Comune di Torino, a un prezzo decisamente non proprio esoso, il terreno dello Stadio e, da alcuni questi mesi, sono in corso trattative con l'amministrazione comunale per costruire un allargamento del tutto in modo analogo a quanto proposto dalla Roma (area commerciale). 

Si farà lo stadio?
Mi auguro che non venga fatto. Nel progetto che io ho avuto l’onere e il piacere di visionare c’era all’interno del pacchetto delle opere una spesa a carico nostro di 7 milioni di euro per le pompe idrovore. Quando piove l’area di Tor di Valle si riempie perché è un bacino: è normale costruire su quel terreno? Io mi auguro che non venga scelta questa area scellerata che mettere a rischio l’incolumità dei cittadini.

FACT CHECKING: La storia delle pompe idrovore è un'altra perla visto che rientrano nell’elenco delle opere a standard, vale a dire quelle che qualunque costruttore è obbligato a fare per legge, in modo analogo a parcheggi, verde, fogne, illuminazione. Quindi il Comune non paga assolutamente nulla. Era così con la versione Marino del progetto ed è ancora così con la versione Raggi. Per di più, Tor di Valle non si è mai allagata: non c’è traccia, ad esempio, di una sola corsa di cavalli sospesa o rinviata per impraticabilità della pista. Torri dell’Eur, Città dei Giovani, Mercati Generali, Stadio, Fiera di Roma, Caserme di Guido Reni, Uci Cinema Fermi, l’elenco dei progetti "toccati" da Berdini è infinito. Come infiniti rischiano di essere i miliardi di euro di risarcimenti che potrebbero abbattersi sulle casse del Campidoglio per i vari ricorsi presentati proprio contro le decisioni assunte da Berdini assessore, ricorsi alcuni dei quali già in stato assai avanzato. Chiedere a Montuori e all’avvocatura capitolina per chiarimenti e delucidazioni. 

La figura di Lanzalone? 
L’avvocato Lanzalone – consulente per l’amministrazione – ha chiuso la trattativa con la Roma alle mie spalle, convincendo il Movimento che era contro lo stadio. Per questo ho lasciato l’amministrazione Raggi, perché mi avevano messo da parte. Non capisco come abbiano cambiato idea nel giro di nove mesi. Noi stiamo costruendo un quartiere in una zona dove non c’è interesse pubblico a fare il ponte non inserito nel progetto.

FACT CHECKING: No, lui ha lasciato l’Amministrazione Comunale perché il sindaco, Virginia Raggi, in un sussulto d’orgoglio l’ha cacciato dopo l’intervista rilasciata al collega de La Stampa, Federico Capurso. Uno scandalo che Berdini ha tentato in ogni modo di negare, arrivando ad accusare il collega pur di salvarsi. 

Il ponte dei Congressi?
Il ponte dei Congressi è un’opera fondamentale dal mio punto di vista. Mi sono attivato per sbloccarlo. Per salvare l’abusivismo, lo sfiocchiamo facendo un grande anello. Centoquaranta milioni nostri per costruire questo ponte.

FACT CHECKING: Il ponte dei Congressi è stato sbloccato da Renzi con lo Sblocca Italia. Era la fine del 2015. Berdini all’epoca faceva altro. Ed è un’opera inutile, nata vecchia come pensiero (risale all’inizio degli anni 2000), che non risolverà il nodo traffico di quel quadrante – forse potrà a mala pena alleggerirlo – e che manca della progettazione e del finanziamento relativo alla viabilità accessoria, cosa che rischia di bloccare il traffico direttamente sul ponte stesso.  Opera che non servirà allo Stadio, visto che all’uscita il Ponte dei Congressi sarà contro mano. 

Il ponte di Traiano?
Vedremo se il ponte non serve. La Roma dovrà dire agli organi dello Stato che non servirà e che verrà garantita comunque l’incolumità dei tifosi e dei cittadini.

FACT CHECKING: Veramente è il Comune che deve dirlo, non la Roma. L’”osservazione B7” del verbale finale della Conferenza dei Servizi pone in capo al Comune la scelta se fare il ponte di Traiano oppure no. In questo caso, però, il Campidoglio dovrà garantire che gli effetti che il Ponte avrebbe sortito, siano garantiti da altri interventi. Che il Campidoglio non sa quali possano essere e che, quindi, stanno bloccando – con la motivazione (fondata) della mancanza di un impegno inderogabile del Governo a finanziare l’opera – il processo di adozione della variante urbanistica. 

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