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In questo blog mi dedico a guardare con occhio maliziosamente indipendente ciò che accade a Roma - e qualche volta anche nel resto del mondo - soprattutto attraverso ciò che della mia città raccontano i quotidiani. Generalmente prendo in considerazione i tre quotidiani più importanti per vendite e diffusione nella Capitale: Corriere della Sera, La Repubblica e il Messaggero. A volte troveranno spazio anche gli altri quotidiani, la cui lettura è comunque sempre accurata.

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venerdì 25 aprile 2014

DALLA VIA CRUCIS AL PRIMO MAGGIO: ECCO IL CONTO DI MARINO

È noto che il "sindaco per caso", Ignazio Marino, sia andato a Palazzo Chigi a batter cassa.
Meno noto è il quantum economico delle richieste capitoline, il tono usato dal Sindaco e gli escamotage che lo stesso ha suggerito per evitare l'accusa, fin troppo facile, che il Governo finanzi le inefficienze romane con i soldi di tutti.

Andiamo per ordine.

Secondo i bene informati del Campidoglio, tutto è successo qualche giorno fa, quando, il Sindaco è salito a Palazzo Chigi per chiedere a Renzi fondi per Venerdì Santo, Pasqua, Natale di Roma, Liberazione e Santificazioni e Primo maggio.

La lista della spesa presentata da Marino è piuttosto sostanziosa: ben 7 milioni di euro.
Cifra che dovrebbe coprire, nelle intenzioni del Primo Cittadino, i costi che il Comune deve sostenere per tutte le manifestazioni che si svolgono in questi giorni a Roma e, cioé: la Via Crucis del Venerdì Santo, le celebrazioni per la Pasqua e il Natale di Roma, quelle per l'anniversario della Liberazione e del Primo Maggio e, dulcis in fundo, per la cerimonia di santificazione dei due Pontefici, Papa Giovanni XXIII e Papa Giovanni Paolo II, in programma per domenica 27 aprile.



Al conto, i partecipanti alla riunione, alla quale ha preso parte anche il sottosegretario alla Presidenza del Consiglio, hanno strabuzzato gli occhi: bello salato. Ma, soprattutto, difficile da far passare sotto silenzio.

Di fronte alla freddezza degli astanti, Marino se ne sarebbe uscito con una concitata minaccia: "Se volete, dico al Vaticano che le santificazioni possono farle a Washington o a Brescia". 
La reazione sarebbe stata decisamente dura: "Sindaco, questo non è il tono giusto. Tutti coloro che sono seduti a questo tavolo sono qui per cercare di risolvere il problema".
Ma l'ennesima, improvvida uscita di Ignazio aveva ormai raggelato il clima.

Ma ecco la soluzione al problema di come reperire questi fondi così come proposta dal Sindaco: fare una legge che destini i fondi non come finanziamenti a Roma Capitale ma come stanziamenti per le santificazioni. 

Una genialata per evitare l'opposizione del Parlamento a ulteriori soldi da destinare alla Capitale, intortandoli come eventi legati alla "sfera Papa Francesco". In fondo, ha argomentato Marino, “siamo tutti in campagna elettorale e nessuno avrebbe la forza di opporsi”. 
Potere del Vaticano, vieni a me!

Infine, un'ultima chicca. 
Dopo la figuraccia nazionale del selfie con Obama - fatta senza fascia tricolore, di straforo, sotto una scaletta di un aereo e nel territorio di un altro Comune - ora Ignazio ci riprova.
E vorrebbe farsi immortalare al fianco di Papa Francesco chiedendo per sé un posto in prima fila per la cerimonia di canonizzazione di domenica.
Qualcuno però dovrebbe spiegare all'Ignazio capitolino che i posti "importanti" in Vaticano vengono riservati alle più alte cariche della Repubblica (Presidenza della Repubblica, di Camera e Senato, del Consiglio dei Ministri, della Corte Costituzionale). Insomma, posti riservati all'"alta politica internazionale" e lui tra questi non ci rientra. 

A questo punto, solo un suggerimento: turisti e, soprattutto, romani saranno  in piazza San Pietro e per le vie limitrofe. Dato che “Non è politica, è Roma”, Ignazio potrebbe farsi qualche bella ora di fila e un po’ di lotta per un posto tra la gente. Tranquillo, i selfie vengono bene anche da là!

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