Ridendo e scherzando, fra 59 giorni Ignazio Marino festeggerà il primo anno in Campidoglio.
Un anno ricco di capitomboli come neanche con Alemanno ce n'erano stati. E più di qualcuno, ora, rimpiange il "proprietario del gatto", come l'ha definito con grande sagacia Arfio Marchini.
Di questi capitomboli ne abbiamo già parlato:
Ora, giusto una riflessione.
Marino Ignazio da Genova si è presentato come il "nuovo", il "trasparente", in opposizione all'opaco e vecchio Gianni.
Eppure, su più di qualcosa, i due si sono comportati nello stesso modo.
A parte le assunzioni di staff piuttosto simili (euro più, euro meno) in un bel po' di occasioni Alemanno e Marino filano di comune accordo.
Money, Money, Money: tanto l'uno quanto l'altro chiedono fondi. Tanti fondi. I cortei, ad esempio.
Il 16 agosto del 2010 Alemanno pestò i pugni sul tavolo. "A Roma ci sono troppi cortei e noi spendiamo troppo per garantire i servizi essenziali durante le manifestazioni. Lo Stato deve contribuire".
Ovviamente, per il PD era una richiesta liberticida, buona per far intervenire l'Onu e i Caschi Blu: democrazia a rischio.
Oggi, tocca a Marino, e ovviamente con pieno plauso delle forze libertarie (o quanto meno con un imbarazzato silenzio assenso)
Ma non basta.
Anche sul ruolo di Roma Capitale e sui suoi costi c'è identità di vedute fra il "rosso" e il "nero".
Perfetta consonanza di idee: Roma, per esercitare il suo ruolo di Capitale, ha bisogno di fondi aggiuntivi.
E, poi, ci sono i grandi eventi a far batter cassa.
Quanto meno gli eventi legati al Vaticano.
In occasione delle dimissioni di papa Benedetto XVI e del successivo Conclave, Alemanno chiese soldi:
Ora, per la canonizzazione di papa Giovanni XXIII e papa Giovanni Paolo II, anche Marino bussa a denari:
Infine, come dimenticare le tanto vituperate ordinanze antialcol di Alemanno?
Oggetto dell'ironia della sinistra e del dileggio dei tribunali, oggi torna a proporle Marino.
Segno evidente, forse, che il nuovo, tanto nuovo non è, e il vecchio, alla fin fine, non era poi così opaco.
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