Da molte settimane appare sempre più difficile scrivere di Roma e di come la Giunta Marino (non) stia governando la città.
Ai giorni seguono le settimane, alle settimane i mesi e, fra poco, Ignazio sindaco per caso, compirà un anno alla guida del Campidoglio.
Risultato? Non c'è un solo punto da portare in trionfo.
I Fori Imperiali, cavallo di battaglia del Sindaco sempre più solo, sono l'epitome del suo flop, anzi, del disastro. Non sono pedonalizzati, sono costati oltre due milioni e mezzo di euro, hanno scontentato tutti. Chi li voleva - con un senso logico - pedonali davvero e si ritrova una corsia preferenziale. E chi - con altrettanto buon senso - non li voleva perché si sarebbero trasformati in un incubo di traffico e degrado. Anche nel Pd e nella stessa compagine di staff del Sindaco c'erano voci di buon senso, voci di chi gli diceva "Ignazio, il progetto va bene ma va fatto per gradi e portato fino in fondo".
Ma lui, Ignazio, ha imposto la sua linea, quella del 'a metà del guado', né carne né pesce.
Ed ecco lì: commercianti sul piede di guerra, vigili impotenti, traffico impazzito, Colosseo e Fori ostaggio di ambulanti, centurioni, guide turistiche abusive, borseggiatori, vu' cumpra' di ogni risma.
Ma lui, Ignazio sempre, ogni volta che va in apnea per qualche problema, riciccia fuori con la pedonalizzazione: ultimo annuncio di aprile 2014, fra due anni sarà completa. Ma non lo era già da mesi?
Ma lui, Ignazio sempre, ogni volta che va in apnea per qualche problema, riciccia fuori con la pedonalizzazione: ultimo annuncio di aprile 2014, fra due anni sarà completa. Ma non lo era già da mesi?
Capitolo trasporti: l'Atac - che da Marino, dopo le guerre ai Consigli di Amministrazione di Alemanno, si aspettava il rilancio - è con un piede nella fossa. Anzi, forse due. Il personale è in agitazione permanente, i servizi di pulizia non funzionano, le vetture elettriche sono ferme. Unico risultato conseguito: far incazzare tutti, l'utenza e gli autisti. La Metro C sta somigliando sempre di più alla Città dello Sport di veltronian-calatraviana memoria: un'opera fantasma. Come il prolungamento della B1 a Jonio. Chi l'ha vista? E degli altri progetti? Non se ne parla più: non si sa più nulla del prolungamento Rebibbia-Casal Monastero, della Anagnina-Pantano e via discorrendo. E del tram da Termini a Trastevere? Boh...
Capitolo decoro e pulizia: c'è solo da stendere un velo pietoso. La città è ridotta da far schifo, sporca, sudicia, lurida. È arrivato il salvatore della patria con il nuovissimo (secondo in poche ore) Amministratore Delegato ma il risultato non cambia. Marino si è fregiato del titolo di "'chiusore' di Malagrotta" ma ora deve, di fatto, riaprirla oppure i rifiuti ce li ritroviamo in strada. Bella chiusura! Così sono buoni tutti. Di fatto, più che chiusura, quella di Malagrotta è una vicenda degna più di un esproprio proletario anni '70 che altro.
Capitolo sicurezza: dopo la tragicomica vicenda del siluramento di Buttarelli dal comando del Corpo, dopo la defenestrazione della vice di Buttarelli, Donatella Scafati, dopo la promozione della 'zarina' (appellativo attribuitole dai giornali) Raffaella Modafferi - beccata a infrangere il codice della strada più un altro paio di amenità - è arrivata la ridicola storia della nomina di Liporace e poi di Clemente.
Imperterrito, Marino ha esposto la città a una pernacchia colossale sui curriculum.
Per ottenere che la grande rivoluzione delle multe via Twitter è morta ancor prima di iniziare, che di Vigili in strada non se ne vede l'ombra, che il Corpo è più che in subbuglio, è in rivolta permanente.
Un fallimento su tutta la linea.
Non parliamo poi degli omicidi, stupri, rapine... Un far west!
Capitolo cultura: lo storico cavallo di battaglia del Pd, quello che ha fatto le fortune di Veltroni, da purosangue è divenuto un ronzino. Il Valle detta la linea, comanda e la Barca - che, del resto, si è presa la portavoce del Valle Occupato come addetta stampa - china la testa ed esegue gli ordini.
Il resto dei teatri? Chi può dirlo.
Chi fa cultura - e iscritti al Pd sono tanti - gradisce le foto della Barca e di Marino come stimolo in caso di indigestione! Anche qui, figura da cioccolatino sulle vicende dei curriculum.
Capitolo casa: come volevasi dimostrare, con Marino al governo, e Nieri dietro le spalle del Sindaco, vige la legge delle oKKupazioni. Peccato che gli oKKupanti di professione non si accontentino più di dettar legge in città e ora accusino la sinistra di esse troppo a destra.
Capitolo sport: sorvolando sulla incredibile intempestività del Sindaco di parlare della As Roma (e per carità: fino al 18 maggio, statti zitto!), il mondo giallorosso è in attesa di veder concretizzate le promessone capitoline di avere lo Stadio in due anni. Intanto, non è dato sapere se la Roma abbia presentato o meno il (vero) progetto.
Perché quello annunciato l'altra volta, fa scopa con quello presentato da Rosella Sensi nel 2009: roba buona tutt'al più per SimCity!
Capitolo strade, scuole e manutenzione: povero Paolo Masini. Era partito con tanto slancio, presentando il nuovo asfalto che costava il doppio ma rendeva di più. Alla prima pioggia, venuta giù 36 ore dopo l'annuncio, l'asfaltissimo era già bucato. Da allora del povero Paolo si sono perse le tracce. Di Marino, invece, le tracce ci sono e sono evidentissime: buche che figliano come conigli, strade chiuse da mesi, ad ogni pioggia i romani che pregano affinché almeno il Colosseo resti in piedi.
Capitolo Municipalizzate, ovvero l'occupazione del potere: prima è stata Atac, poi Ama, poi Acea e, infine - pur non essendo una Municipalizzata - tocca a Camera di Commercio. In mezzo, la galassia delle varie società controllate dal Campidoglio. Marino ha dato il via a una grande operazione di occupazione delle poltrone, con la motivazione che erano tutte nomine della precedente Amministrazione di centrodestra. Delle scornate con i curriculm, abbiamo già detto. Mancavano le scornate con i tribunali. Filotto completo.
Capitolo Giunta: uno contro tutti, scontri al calor bianco, armata Brancaleone. Fin troppo facile sparare sugli uomini e le donne scelte da Marino. La Morgante al Bilancio vive nel mondo astratto dei numeri e litiga un'ora sì è l'altra pure o col Sindaco, o con gli Assessori. Improta parla bene ma il trasporto peggiora di minuto in minuto. Della Barca abbia detto. Qualcuno ricorda i nomi degli altri Assessori?
Capitolo rapporti istituzionali: negheranno ovviamente. Ma Marino non lo può più vedere nessuno. Né Renzi che lo ha commissariato col Salva Roma; né Zingaretti, con cui le litigate telefoniche sono quotidiane. Né il Pd e nemmeno SeL. In Consiglio poi è amatissimo, specie dal presidente del Consiglio comunale, Mirko Coratti!
Come si dice a Roma: sta sulle palle a tutti. Senza giri di parole.
Le accuse: non ascolta nessuno, fa sempre di testa sua, ti dice sì la sera e la mattina dopo ha fatto il contrario di quel che ha detto, più che governare fa sfuriate isteriche.
L'obiettivo non dichiarato ma comune a tutti è quello di farlo fuori alla prima occasione utile. Se si voterà anticipatamente per le politiche, si dovrà votare anche per il Comune. L'unico ostacolo è farlo cadere senza avere troppi danni. E, quasi quasi, c'è, nel Pd soprattutto, chi spera che alle Europee il prevedibile effetto Renzi non si faccia sentire su Roma, in modo tale da chiudergli almeno la museruola.
Capitolo "figure di merda" nazionali e internazionali: detta quella dei curriculum, che si ripete con allarmante frequenza (Alemanno era "chiamo l'esercito" lui ha adottato il "leggo curriculum"), va registrata quella drammatica della vicenda Concorsone. C'è poi quella dei turisti che gli scrivono, si lamentano ma lui non se il fila di striscio e per finire, quella della corsa dietro Obama per farsi un selfie.
Cosa scrivere, dunque, su Marino?
Si possono commentare giusto le sue dichiarazioni.
Ma perché farlo?
Scendere a un livello così infimo è davvero umiliante. Come l'acceso, accesissimo dibattito sulla parola Nomadi da espungere dai documenti ufficiali del Campidoglio o quella della strada da intitolare a Enrico Berlinguer.. con tutti i problemi che ci sono...
Se non fosse una pena, sarebbe solo ridicolo.
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