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In questo blog mi dedico a guardare con occhio maliziosamente indipendente ciò che accade a Roma - e qualche volta anche nel resto del mondo - soprattutto attraverso ciò che della mia città raccontano i quotidiani. Generalmente prendo in considerazione i tre quotidiani più importanti per vendite e diffusione nella Capitale: Corriere della Sera, La Repubblica e il Messaggero. A volte troveranno spazio anche gli altri quotidiani, la cui lettura è comunque sempre accurata.

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giovedì 11 gennaio 2018

A GALLERIA SORDI CHIUDONO ANCHE I BAR


Alla fine anche i bar della Galleria Alberto Sordi - quella davanti Palazzo Chigi, aperta nel lontano 2003 dopo un restyling curato dall’architetto Luca Trazzi - hanno chiuso. Via tavoli e sedie, niente più odorino di cornetti caldi la mattina e di caffè tostato tutto il giorno: tutto chiuso. Spazi restituiti alla proprietà dell’intera Galleria, il gruppo Sorgente, oltre una trentina di lavoratori nuovi disoccupati e fine di uno dei luoghi simbolo anche della politica e della cultura. Non era raro, infatti, imbattersi in deputati e senatori seduti a quei tavolini, magari con scrittori o giornalisti al tavolo vicino.
L’annuncio della chiusura era già stato anticipato a ottobre scorso e faceva seguito alla chiusura del ristorante della Galleria, arrivato all’inizio dell’estate 2017. 
La chiusura dei bar, tuttavia, non è solo la mancanza di un ottimo caffè da degustare in zona ma è solo l’ultimo tassello in una serie di problemi che stanno progressivamente deteriorando l’appeal della Galleria. A partire da affitti decisamente vertiginosi - si parla di 25mila euro al mese per un locale di una cinquantina di metri quadri - per finire con altri problemi, come la lunghissima chiusura dei bagni interni per ristrutturazione, una cosa che non ha mancato di creare molteplici problemi con i clienti.
Negli anni scorsi la libreria Feltrinelli era stata sul punto di chiudere, salvata poi da una riduzione del 25% del costo del canone di locazione. 
Poi, però, la Rinascente - che aveva preso i locali all’ingresso dopo aver lasciato a Zara l’antistante Palazzo Bocconi - aveva lasciato a maggio scorso la Galleria per trasferirsi, dopo svariati anni di lavori, nel nuovo gran quartieri generale di via del Tritone, aperto tre mesi fa a inizio ottobre. 
Se n’era andato anche il negozio di borse Nannini e, dopo l’addio di Zara, era entrato un altro marchio del gruppo Inditex, la boutique Massimo Dutti, a riequilibrare un po’ le sorti della Galleria. 
Ufficialmente si parla della necessità di avviare grandi lavori di ristrutturazione che vadano a rendere la Galleria sempre più rivolta verso i marchi del lusso. Anche perché va considerato che a brevissimo chiuderà il negozio Zara di via del Corso con il conseguente potenziamento di Palazzo Bocconi, quello di fronte la Galleria Sordi. Questo potenziamento, insieme alla prossima apertura de megastore Apple dentro Palazzo Marignoli a via del Corso (quello dove una volta c’era il grande bar Alemagna) insieme alla Rinascente di via del Tritone, renderebbe più appetibile la Galleria Sordi come il naturale completamento di un sistema di grandi brand a pochissimi metri di distanza l’uno dall’altro.
Il rovescio della medaglia, però, è legato a quanto potrà durare questa ristrutturazione: più di qualche negoziante teme uno stop che renda economicamente insostenibile la permanenza dentro i locali e, inoltre, la presenza dei due bar (e del ristorante) generava comunque un traffico di persone che, oggi, con i punti ristoro chiusi, rappresenta sicuramente un elemento di ulteriore crisi.

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