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In questo blog mi dedico a guardare con occhio maliziosamente indipendente ciò che accade a Roma - e qualche volta anche nel resto del mondo - soprattutto attraverso ciò che della mia città raccontano i quotidiani. Generalmente prendo in considerazione i tre quotidiani più importanti per vendite e diffusione nella Capitale: Corriere della Sera, La Repubblica e il Messaggero. A volte troveranno spazio anche gli altri quotidiani, la cui lettura è comunque sempre accurata.

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martedì 9 settembre 2014

STADIO, INTERVISTA A NOIROMA.TV

“ABBIAMO GIOCATO A MONOPOLI CON I SOLDI FINTI” 

ECCO PERCHE’ LO STADIO GIALLOROSSO 

È UNA STORIA ANCORA TUTTA IN FUORIGIOCO

LUNGO, TORTUOSO E ANCORA SENZA UNA FINE CERTA. 
LA STORIA DELLO STADIO GIALLOROSSO E’ ANCORA TUTTA DA DECIDERE. RIMANENDO NELLA METAFORA CALCISTICA E’ COME SE STESSIMO ANCORA AL 15ESIMO DEL PRIMO TEMPO. 
E A FINE PARTITA CI SARANNO I SOLITI RICORSI ALL’ITALIANA.

Buone nuove in casa giallorossi. Finalmente è arrivato il “sì” da parte del Campidoglio al progetto per la costruzione dello stadio targato As Roma. Assicurata così l’utilità pubblica dell’impianto, questo matrimonio pare che si faccia e i festeggiamenti in pompa magna sono già iniziati. Il sindaco Marino trionfante in prima linea, sorriso durbans e parole cariche di entusiasmo. Forse troppo: “Nel 2017 l’impianto deve essere pronto”.
Abituati agli exploit ottimistici del sindaco, andiamo con i piedi di piombo. Ne abbiamo chiesto di più a Fernando Magliaro, giornalista de Il Tempo forse in assoluto quello che più di ogni altro ha scavato a fondo nella questione “stadio”, per capire meglio quanto ancora ci toccherà aspettare prima di vedere realizzato il nuovo stadio.
Con  l’ok da parte del Campidoglio al tanto discusso stadio dell’a.s. Roma l’entusiasmo è arrivato alle stelle tanto da parlare di una svolta per il calcio italiano e per l’Italia. In realtà, forse  è ancora troppo presto per cantar vittoria?
Quello che è arrivato in Campidoglio è il primo "sì", al quale ne dovranno seguire molti altri prima di arrivare davvero alla realizzazione del progetto dello stadio. I Municipi, le commissioni, l’aula consiliare, la Regione, tutti dovranno esprimersi con parere altrettanto positivo, e firmare la convenzione, come iter di base. Poi ci sono da prendere in considerazione i vari ricorsi legati al progetto e per questo saranno i tribunali, a cui afferiranno i ricorrenti, a dire di no. Per quanto riguarda l’entusiasmo dobbiamo guardare le due facce della medaglia: si tratta di un cantiere importante che mobilita circa 1,5miliardi di investimenti e che al momento dell’apertura dell’intero impianto, se e quando accadrà,  produrrà un’ingente quantità di posti di lavoro. Se il progetto sarà svolto come previsto, anche strade e trasporti dovrebbero avere giovamento.
Il lato negativo sta nell’assetto di base come le cubature messo in luce dalla stessa Regione Lazio, o la questione dei trasporti per le interferenze che interesserebbero la Roma-Lido, come invece è emerso dal Dipartimento della Mobilità. Al momento sono ancora tante le questioni da mettere a punto, bisogna andarci con calma. E’ come se fino ad ora avessimo giocato tutti a monopoli con i soldi finti. Quando arriveranno i soldi veri potremo analizzare ogni singolo aspetto concretamente. Resta comunque un’opera importante, il primo cantiere privato e pubblico in Italia dopo circa 15 anni.

Il progetto dalla sua nascita è stato costellato da dichiarazioni ufficiali cadute puntualmente. Detti e contraddetti che rendono confuso l’intero iter  in perfetto stile “all’italiana”. Come lo ripercorreresti? Quale poteva essere  una ragione per bloccare tutto?
L’iter burocratico in sé è molto semplice da un punto di vista: dopo aver depositato il progetto si apre una conferenza dei servizi, cioè un  incontro con i responsabili dei vari uffici dei diversi enti (non solo il Comune ndr), che deve vagliare se esiste  realmente un ostacolo che impedisca la realizzazione del progetto. L’unica ragione appena percettibile in materia è stata fornita dalla Regione per lo svincolo progettato sulla Roma- Fiumicino che cade in un’area vincolata a parco naturale per il quale sono stati già accettati tutti gli atti necessari. Problema risolto con il semplice spostamento dello svincolo. I motivi effettivi potevano essere tanti e realmente ostativi. Quelli reali sono legati all’area verde, ai trasporti e alle strade, cioè come arrivare allo stadio.
La Conferenza di Servizi è costituita da tecnici architetti, ingegneri, che hanno fornito una serie di prescrizioni, alcune di queste recepite, altre invece lasciate al vaglio della politica che dà le sue indicazioni. Il sindaco Marino ha imposto una linea: garantire almeno alla metà delle persone un modo agevole per raggiungere lo stadio, e per far ciò ha pensato alla diramazione della metro B. Favorire il trasporto pubblico a dispetto del privato è dal principio nella sua agenda di buone intenzioni. Rispetto alle iniziali prescrizioni e all’’iniziale progetto ha dato un’impronta differente. Ovviamente ognuno sarà chiamato a dare risposte delle scelte che compie. Se dovesse andare storto qualcosa il Sindaco ne risponderà.
Oltre agli input forniti dal Sindaco alla stampa in tema di cambiamenti dell’assetto urbano e metropolitano è sorta anche quella legata alla proprietà dello stadio.
Durante il viaggio negli Stati Uniti, Marino e l’assessore Caudo hanno incontrato il Presidente James Pallotta, il responsabile del progetto Stadio della Roma, Pannes, e Parnasi, il costruttore dello stadio, ai quali sono state strappate promesse poi mantenute con una lettera di intenti da un punto di vista tecnico e infrastrutturale come strade, ponti e metropolitane. Poi la polemica notevole sul problema della proprietà. Regolamentata dalla legge, erroneamente conosciuta come la “legge sugli stadi”, ma che invece entra a far parte della legge finanziaria nazionale del 2014 sotto la dicitura di norme per la costruzione e ammodernamento degli impianti sportivi. Qui non c’è scritto che  la proprietà del futuro impianto  debba essere necessariamente dell‘As Roma. Finché Pallotta sarà presidente del club e proprietario dello stadio, il problema non si pone. Se i destini dei due benefit dovessero separarsi allora dovranno essere versati al comune i contributi straordinari pari alle opere di pubblico interesse - parliamo di 195,25 milioni di euro - garantite fino a quel momento dall’unione dei due benefit, club e stadio. Le tappe dunque sono ancora lunghe. Le dichiarazioni trionfalistiche sono fuori luogo L’eccesso di ottimismo da parte di Marino per l’apertura dello stadio nel 2017 dovrà scontrarsi con i probabili ricorsi che il progetto potrebbe incontrare sulla sua strada. Da tifoso della Roma mi auguro che non ce ne siano e che il Sindaco per una volta abbia azzeccato una previsione. 
In questa partita in cui il trofeo è uno stadio intero, chi ha vinto fino a questo momento e chi ha perso?
Ad oggi non ha vinto ancora nessuno si tratta di una fase preliminare.
Siamo al 15esimo del primo tempo e la Roma ha segnato un gol. Dal punto di vista del tentativo di massimizzare gli interessi per il pubblico e la città, si può dire che l'Amministrazione ha recitato bene la sua parte. Si poteva forse fare qualcosa di più, ma a occhio c'è praticamente tutto il "chiedibile".

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Assessore Ubranistica G. Caudo
E poi c’è chi spera e chi ci guadagna…
Non si può pensare che di tratti di solo amore per la squadra. Sebbene Luca Parnasi e James Pallotta siano tifosi accaniti della Roma, sono anche dei grandi investitori e devono in qualche modo massimizzare i guadagni e ridurre le perdite e pertanto non si può nemmeno credere che tutto questo sia fatto per puro spirito di sacrificio altrimenti non sarebbero uno un costruttore e l’altro un imprenditore.


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