Facciamo un gioco: il sindaco, Virginia Raggi, annuncia il “sì” alla candidatura di Roma a sede ospitante dei Giochi olimpici del 2024 e il 13 settembre del prossimo anno il Comitato Olimpico internazionale assegna alla Capitale la XXXIII Olimpiade. A fine agosto 2024, spenta la fiaccola olimpica, archiviato il medagliere, cosa potrebbe rimanere a Roma di concreto?
Siamo andati a leggere il dossier che, però, appare davvero povero di grandi opere, andando, sostanzialmente a riciclare tutta una serie di vecchi progetti, alcuni dei quali risalenti alle Giunte Veltroni e Alemanno, ma che, soprattutto, non include né i costi aggiornati di queste opere né chi dovrà finanziarli.
Va detto che il dossier olimpico presentato è ancora un abbozzo e dal Comitato promotore spiegano che la programmazione in termini di opere pubbliche dovrà essere (molto) raffinata per entrare nell’ultimo dossier, quello da sottoporre al Cio il 3 febbraio 2017.
Tuttavia, quello che pare mancare è un respiro più ampio e vasto di visione di ciò che si lascerebbe a Roma per il futuro in termini di opere non legate direttamente alla pratica sportiva. Nel fascicolo si legge: “La città di Roma e la Regione Lazio trarranno un enorme beneficio dagli investimenti pianificati per la infrastrutture di trasporto”. Vediamoli.
Sono previsti miglioramenti per “le vie radiali che portano a Roma” e si citano la Flaminia, la via del Mare/via Ostiense, la Pineta Sacchetti. Inoltre, “quattro nuovi ponti sul Tevere”.
Si passa, poi, al completamento dell’Anello ferroviario che “consentirà viaggi in treno più veloci nelle aree esterne alla città, collegando la rete ferroviaria urbana con le zone a nord” di Roma. L’obiettivo è quello di ridurre “al minimo la necessità di spostarsi verso il centro”, decongestionandolo, e incrementando “sensibilmente il potenziale uso della ferrovia” con la riduzione del “ricorso alle automobili”. In quest’ottica, nella tabella che elenca le migliorie da realizzare sulle opere già esistenti, vanno inquadrati i miglioramenti del servizio fra Fiumicino Aeroporto e Roma
Termini e gli interventi di implementazione delle varie linee ferroviarie regionali e della Ferrovia Roma Nord nel tratto urbano da piazzale Flaminio a Saxa Rubra.
Altro pilastro su cui si incentra il dossier olimpico sul piano infrastrutturale è quello del potenziamento dei “nodi di scambio e dei miglioramenti del servizio sulle tre linee della metropolitana di Roma”.
Altro passaggio: il Villaggio Olimpico, nel dossier, è localizzato nell’area di Tor Vergata. Si tratta di “600 ettari, di proprietà dell’Università di Tor Vergata” che sono già stati destinati “alla creazione di un centro universitario e sportivo metropolitano urbano”. I progetti preliminari del Villaggio prevedono “appartamenti con ascensore, distribuiti su 10-15 blocchi non più alti di 8 piani e 17mila posti letto in case spaziose e di alta qualità”. Alla fine dei giochi, questi immobili verranno “convertiti in modo da fornire all’Università servizi e residenze per studenti e le famiglie dei pazienti del Policlinico”. In questa parte del dossier, ovviamente, vengono previsti interventi per ammodernare tutta la viabilità della zona.
Ultimo elemento: il media center. Si tratta di 44 ettari di terreno a fianco alla sede Rai di Saxa Rubra, di proprietà dell’azienda radiotelevisiva, su cui sorgerà il Media Center per le Olimpiadi. Finiti i giochi, il centro diventerà la sede di nuovi uffici della Rai.
Era un gioco, comunque. Non bastassero i post di Beppe Grillo sul suo blog e le dichiarazioni pubbliche di una gran fetta degli esponenti nazionali e locali più o meno di rilievo del Movimento 5Stelle, le voci di corridoio del Campidoglio parlano di un "no" a Roma 2024. Si saprà oggi alle 15.30, orario scelto dal Sindaco per la conferenza stampa con cui l'Amministrazione capitolina dovrebbe comunicare ufficialmente la volontà di staccare la spina alla candidatura. Ci rivediamo fra una ventina di anni.
_________________________________________________________________
LE OPERE INSERITE NEL DOSSIER
METROPOLITANA A TOR VERGATA E SNODI SULLA C
Le disastrate metropolitane romane potrebbero beneficiare molto dei giochi olimpici. Per la metro C viene preso in esame solo il tratto già finanziato, fino a Colosseo. Gli interventi migliorativi prevedono l’apertura del nodo di scambio a Pigneto fra la C e la ferrovia Orte-Fiumicino Aeroporto. Per le altre linee: acquisto di nuovi treni, eventualmente dotandoli anche di sistemi di guida automatizzati; le immancabili manutenzioni delle stazioni (ascensori, scale mobili, arredi); il rifacimento della linea elettrica aerea e dei binari. Infine, connettere la linea A con la C, passando per Tor Vergata dove sarebbe localizzato il Villaggio Olimpico. Nel dossier ci sono tre ipotesi: un prolungamento interrato o uno in superficie della linea C oppure il vecchio progetto Veltroni/Alemanno di una metro leggera di superficie, 10 stazioni per 6,5 km di tracciato, con 15 nuovi treni per una spesa totale di 380 milioni di euro.
SOLO UN PONTE DEI 4 PROMESSI È "NUOVO"
Quattro ponti sul Tevere: la candidatura olimpica lascerebbe alla città nuove "ricuciture" fra una sponda e l'altra del grande Fiume. Il primo, partendo da Ostia, è il nuovo ponte della Scafa. Sotto la Giunta Alemanno, il progetto fu approvato nel 2010 e l'appalto aggiudicato nel 2011. L'opera si è incagliata per una serie di ritrovamenti archeologici e, un anno e mezzo fa circa, sono stati effettuati gli espropri. Il secondo ponte è quello di Dragona. Qui siamo solo al progetto preliminare. Il terzo è il ponte dei Congressi: 145 milioni di euro per ponte (25 milioni) e una serie di sistemazioni di strade sia lato Magliana che lato Ostiense, con fondi statali. Attualmente è in corso la conferenza di servizi per chiudere la variante urbanistica e nella prossima primavera è previsto il bando per l’appalto. L’ultimo è quello fra via Enrico Fermi e via Ostiense, più o meno all’altezza della centrale Montemartini.
LE OPERE INTORNO ALLO STADIO DELLA ROMA SARANNO GRATIS
Lo Stadio della Roma di Tor di Valle è incluso nel dossier olimpico come potenziale sede di partite di calcio, anche per ospitare l'eventuale finale del torneo. E le opere pubbliche connesse con la realizzazione dell'impianto giallorosso entrano nel programma delle infrastrutture per Roma 2024 a costo zero per Comune e Stato. Si tratta del rifacimento della via del Mare/via Ostiense che, dal GRA allo Stadio, saranno unificate e allargate mentre dallo Stadio a viale Marconi saranno solo messe in sicurezza (rifacimento dell'asfalto, dell'illuminazione, della segnaletica, cura del verde). Tuttavia, nella Conferenza di Servizi, è in discussione anche un potenziale prolungamento dell'intervento di allargamento e unificazione anche per l'ultimo tratto. A seguire, il nuovo svincolo sul Tevere a Parco de' Medici con la strada di connessione fino a via Ostiense e l'investimento sul trasporto pubblico locale (Roma-Lido più che metro B).
RESPIRANO TANGENZIALE EST E FLAMINIA
Tangenziale Est, Flaminia, la rete stradale di Tor Vergata e via Pineta Sacchetti: queste le 4 strade su cui si punta per i Giochi Olimpici del 2024. La Tangenziale subirebbe un notevole rimaneggiamento: oltre rifare l’asfalto, sono previsti due grandi interventi. Il primo è ridisegnare l’intersezione con la Roma-L’Aquila, oggi regolata da un semaforo. Il secondo è quello dello svincolo con la Salaria e Prati Fiscali: qui verrebbe ridisegnato tutto l’assetto delle strade, fino allo svincolo per l’aeroporto dell’Urbe. Anche la Galleria Giovanni XXIII sarebbe oggetto di restyling. Per la Flaminia, fra Raccordo e Tor di Quinto, si prevede, anche in funzione del Media Center olimpico, un rimaneggiamento completo e un allargamento della strada. A Tor Vergata, 20 km di strade locali saranno rifatte. Pineta Sacchetti, si tratta di 1,5 km fra piazza Giureconsulti e via Forte Braschi, che verrebbe allargata a due corsie.
L'"IMPRESA" DELL'ANELLO FERROVIARIO
Il primo punto per il trasporto su ferro è la chiusura dell’anello ferroviario fra Tor di Quinto e la Salaria. E, nonostante Roma 2024, potrebbe ricominciare il suo iter: il 25 ottobre prossimo il Tar del Lazio si pronuncerà nel merito su un ricorso che, se accolto, azzererebbe un percorso che, dopo 15 anni di stop, era ripreso nel 2015. Nell’elenco delle previsioni del dossier Roma 2024 vi sono una serie di interventi sulle ferrovie regionali di proprietà di Fs e su quella Roma Nord di proprietà della Regione. Si tratta di incrementare la frequenza dei treni da Termini a Fiumicino Aeroporto, portandola dagli attuali 4 treni l’ora (uno ogni 15 minuti) a 6 treni l’ora (uno ogni 10 minuti) nelle ore di punta. A questo si aggiungono interventi sulle tecnologie delle 8 linee regionali (per intenderci quelle chiamate in sigla FL) e sulla ferrovia Roma-Civita Castellana Viterbo, nel tratto fra Flaminio e Tor di Quinto, rifacendo l’accesso di alcune stazioni.
RIECCO IL TRAM DELLA MUSICA DI MARINO
C’è anche il Tram della Musica nel dossier Olimpico. Vecchio pallino di Ignazio Marino, nell’idea originale avrebbe dovuto collegare Prati con i Parioli, per circa 6 chilometri di percorso e un costo stimato di circa 45 milioni di euro. Il tracciato, ancora da focalizzare in via definitiva, partirebbe da piazza Risorgimento, per poi percorrere Viale Angelico, traversare il ponte della Musica (quello a fianco allo Stadio Olimpico, oggi solo pedonale ma progettato e realizzato per sopportare il carico del passaggio di una linea tranviaria), passare per via Guido Reni dove ha sede il Maxxi, e transitare all’Auditorium di Renzo Piano. Nel dossier olimpico si prevede di proseguire toccando la stazione Euclide della ferrovia Roma-Civita Castellana-Viterbo per poi, ricollegandosi ai binari già esistenti per il tram 3 (Thorwalsen-Trastevere), andare fino a Policlinico per connettersi con la linea B della metro.
_________________________________________________________________
L'INCOGNITA DEI COSTI
Ma quanto costa il sogno Olimpico a Roma? E, soprattutto, chi paga? È stato più volte indicato il beneficio per Roma e per l’Italia della eventuale assegnazione dei Giochi Olimpici: quasi 2 miliardi e 900 milioni di euro di valore, una crescita del Pil pari allo 0,4%, quasi 900 milioni di gettito fiscale per lo Stato, 48mila nuovi posti di lavoro.
Sono anche stati indicati i costi: 5,3 miliardi di euro di costi di cui 3,2 per le gestione operativa e 2,1 per le infrastrutture sportive.
E anche le coperture di questi costi sono state individuate: il Comitato Olimpico Internazionale, le sponsorizzazioni, la vendita di biglietti, il merchandising sotto le sue varie forme, le lotterie (prevista un’edizione speciale del Gratta e Vinci), la cessione di beni dei comitati organizzatori di altre olimpiadi, partnership pubblico/privato.
Tuttavia, c’è un però: nei costi indicati nel dossier olimpico non sono inseriti quelli per le infrastrutture, vuoi per quelle da creare ex novo o per quelle solo da migliorare. Paradossalmente, l’unica opera infrastrutturale di cui si conosce l’esatto costo, 1,7 miliardi di euro, è l’unica privata, quella dello Stadio della Roma di Tor di Valle.
Per tutte le altre, i progetti sono molto vecchi e quindi da aggiornare o ancora in fase preliminare.
È il caso, per esempio, dei quattro ponti: il Ponte dei Congressi ha un costo identificato ma deve ancora superare le forche caudine della conferenza di servizi finale e della gara d’appalto con i suoi abitudinari ricorsi. Per il ponte della Scafa, la creazione della metro leggera Anagnina-Torre Angela, il raddoppio del chilometro e mezzo di via Pineta Sacchetti e l’adeguamento del nodo Salaria sulla Tangenziale Est i progetti e i loro costi risalgono all’epoca Alemanno.
Quindi, sono tutti da ricalcolare.
Per i ponti di Dragona e quello fra via Enrico Fermi e via Ostiense, per l’adeguamento della Flaminia siamo più o meno a un embrione di progetto preliminare. Se il Tar del Lazio accogliesse il ricorso a fine ottobre, Ferrovie dello Stato dovrebbe elaborare un nuovo progetto per la chiusura dell’anello ferroviario. Infine, per gli interventi sulle metropolitane e sulle ferrovie: c’è da decidere quanto mettere e, quindi, su quel parametro, stabilire che tipo di interventi fare. Mancano, quindi, reali stime dei costi per tutti questi interventi. Soldi che, tanti o pochi che siano, nelle casse capitoline non ci sono. E, tuttavia, il dossier olimpico su un fatto è chiaro: “gli investimenti di capitale relativi ai Giochi, molti dei quali rientrano nei piani di sviluppo a lungo termine delle varie pubbliche amministrazioni, saranno finanziati interamente con fondi pubblici”.
Nessun commento:
Posta un commento