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In questo blog mi dedico a guardare con occhio maliziosamente indipendente ciò che accade a Roma - e qualche volta anche nel resto del mondo - soprattutto attraverso ciò che della mia città raccontano i quotidiani. Generalmente prendo in considerazione i tre quotidiani più importanti per vendite e diffusione nella Capitale: Corriere della Sera, La Repubblica e il Messaggero. A volte troveranno spazio anche gli altri quotidiani, la cui lettura è comunque sempre accurata.

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mercoledì 31 agosto 2016

LO STADIO FRA PONZIO E PILATO


Un’euforia durata pochi minuti quella dei tifosi della Roma: alla notizia dell’avvenuto trasferimento in Regione da parte degli uffici capitolini delle carte relative al progetto definitivo dello Stadio della Roma di Tor di Valle, i social network sono letteralmente esplosi. 
Neanche il tempo, però, di assaporare la fine del limbo in cui il progetto era finito negli ultimi 3 mesi che dalla Regione arriva, attraverso una nota, la doccia fredda: “Il Comune di Roma
Capitale ha trasmesso il progetto del nuovo Stadio della Roma presentato dalla Società Euronova il 30/5/2016. Nella nota di presentazione del progetto manca l’espressione del parere di conformità alla delibera votata dal Consiglio comunale con la quale si dichiarava la pubblica utilità dell’opera e si evidenzia esclusivamente il permanere di alcune carenze di documenti/elaborati. Nella nota di accompagno al progetto, a firma del Direttore del Dipartimento Programmazione e Attuazione Urbanistica di Roma Capitale e a seguito del lavoro svolto dal gruppo interdipartimentale, sono allegate inoltre, le relazioni dei dipartimenti interessati. Nei prossimi giorni gli Uffici della Regione esamineranno l’intera documentazione pervenuta”.
In sostanza, nel trasmettere la documentazione, l’assessorato all’Urbanistica guidato da Paolo Berdini – che, secondo quanto si apprende, avrebbe gestito tutta la pratica in splendida solitudine – avrebbe omesso di inserire una dichiarazione con la quale si certifica che il progetto rispecchia tutti i dettami della delibera di pubblico interesse del dicembre 2014, ribadendone, quindi, la pubblica utilità. 
Una certificazione questa che potrebbe anche essere considerata ridondante: il semplice fatto di aver trasmesso il progetto, senza accompagnarlo, come avvenne nel 2015 con la prima lacunosa versione, da una lettera che lo identifichi come non idoneo a entrare in Conferenza di Servizi, dovrebbe sottintendere che, questa volta, esso sia completo in ogni
sua parte. Anche perché questa richiesta della Regione va a contraddire lo spirito e la lettera della “legge stadi” che è quello di semplificare e snellire le procedure.

Tuttavia, dalla Regione, che avrà ora 5 giorni di tempo per esaminare i documenti spediti dal Campidoglio e chiedere le integrazioni che riterrà necessarie a partire proprio da questa “dichiarazione di conformità”, trapela una lettura che va al di là del formalismo burocratico: si vuole evitare, in sostanza, che sia la Regione a sostituirsi al Campidoglio in un atto di competenza comunale e, contemporaneamente, mettersi al riparo dal rischio di cambi di parere in corso di Conferenza di Servizi e da eventuali future inchieste giudiziarie.
Uno scoglio, questo, che, tutto sommato, sarebbe possibile superare in pochi minuti: si tratta di redigere una semplice lettera con la quale il Campidoglio ribadisce che il progetto presentato dalla Roma rispecchia quanto stabilito nella delibera del dicembre 2014. Un atto che, se c’è la volontà politica, si può redigere in un quarto d’ora.

Dal Campidoglio, però, parte l’ennesima supercazzola: di fronte all’obiezione avanzata dalla Regione, la Giunta Raggi si limita a dichiarare: “Roma Capitale ha trasmesso il progetto dello stadio dell'A.S.Roma, presentato dalla società Euronova, alla Regione Lazio. Ogni parere nel merito verrà espresso in sede di Conferenza dei servizi, che sarà occasione di confronto limpido e trasparente tra le parti". Nella nota, il Campidoglio ribadisce "la volontà, da parte dell'amministrazione capitolina, di realizzare lo stadio nel pieno rispetto delle regole". Un mantra, questo del rispetto delle regole, che sembra solo un modo per prendere tempo. 
A stretto giro, parte una velina ufficiosa del Campidoglio: “Il parere di conformità non è in alcun modo vincolante all'apertura della Conferenza dei servizi. Se fosse confermato che della Pisana sono pronti a bloccare l'iter naturale del progetto rinviando l'apertura della Conferenza sarebbe molto grave. Ci auguriamo e vogliamo sperare che la Regione Lazio non si metta di traverso. L'iter del progetto deve andare avanti”.
La Roma e Parnasi, intanto, esprimono comunque soddisfazione per l’avanzamento dell’iter: James Pallotta, presidente dell’AS Roma, ha dichiarato: “Siamo molto soddisfatti per l’avanzamento della procedura, un ulteriore passo verso la realizzazione di una delle opere più importanti in Italia”, mentre Luca Parnasi, presidente di Eurnova, ha dichiarato: “Desidero esprimere, da imprenditore che opera nella nostra città, un sentito ringraziamento a tutti gli uffici coinvolti e confermare la nostra disponibilità ad un constante dialogo durante la prossima fase dell'iter amministrativo”.

Cosa succede a questo punto. 
La Regione, da quanto si apprende, non intende convocare e aprire la Conferenza di Servizi decisoria in mancanza di questo parere e, trascorsi i prossimi 5 giorni, da via Cristoforo Colombo dovrebbe partire alla volta del Campidoglio una richiesta formale per ottenere questo documento. Il Comune, oltre guadagnare 5 giorni con questa melina, si troverà o a dover poi fornire il documento mancante o ad assumersi la responsabilità politica di non far aprire la Conferenza regionale. 

Con la Roma, i suoi tifosi e un investimento da 1,7 miliardi di euro, messi in mezzo in una partita a tennis fra Ponzio e Pilato.


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