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In questo blog mi dedico a guardare con occhio maliziosamente indipendente ciò che accade a Roma - e qualche volta anche nel resto del mondo - soprattutto attraverso ciò che della mia città raccontano i quotidiani. Generalmente prendo in considerazione i tre quotidiani più importanti per vendite e diffusione nella Capitale: Corriere della Sera, La Repubblica e il Messaggero. A volte troveranno spazio anche gli altri quotidiani, la cui lettura è comunque sempre accurata.

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domenica 4 ottobre 2015

LAVORI ANNUNCIATI E MAI INIZIATI

Era luglio. Faceva caldo, a Roma. 
Marino Ignazio da Genova ancora non era partito per la sua vacanza nel continente americano - la cui esatta località è segreto di Stato per evidenti ragioni di sicurezza del Primo Cittadino - non era rientrato per correre a donare il sangue né si era ancora beccato lo schiaffone papale in piena faccia e il controschiaffone da Mons. Paglia sull'altra guancia, come si conviene a chi si professa cattolico.

Fanfare e sito internet del Comune, quello istituzionale, per intendersi.



L'annuncio era di quelli forti: fra luglio e agosto rifacciamo una bella serie di strade. Maurizio Pucci, assessore da poco entrato nella stanza del bottoni con i galloni più riccamente decorati, aveva annunziato, urbi et orbi, che la Salaria, la via Salaria, quella delle mignotte a tutte le ore del giorno e della notte, quella della puzza (un tempo molto seguita dai giornali oggi dimenticata ma sempre lì ad olezzare) del centro Ama, quella dell'asfalto colabrodo per chilometri, quella al buio un giorno su tre, quella degli allagamenti appena piove, ebbene, la via Salaria sarebbe stata rifatta.


Avrebbero lavorato proprio nei mesi estivi, per non creare problemi di traffico.



Luglio è passato.
Agosto anche.
Settembre è finito. 

Abbiamo assistito all'incredibile e pacchianissimo funerale organizzato dai Casamonica.
Letto e riso (anche per non piangere) del viaggio vacanziero americano del signor Sindaco.
Udito le unghie del primo cittadino grattare ogni superficie utile ad aggrapparsi nel tentativo, vano e decisamente ridicolo, di mettere delle pezze ai casini che combina con le sue dichiarazioni sul Papa, sui viaggi, sugli scontrini...

Ma la Salaria è ancora lì. Esattamente come era lì, nelle stesse condizioni, di giugno, maggio, gennaio.

L'ultimo intervento di rifacimento del manto stradale - interventio serio, non la romanella, per intenderci - risale all'estate 2012, quando il buon Tommaso Profeta, allora alla Protezione civile comunale, organizzò un disboscamento delle fratte e venne anche rifatto tutto l'asfalto in prossimità dell'intersezione fra la Salaria e la Tangenziale Est.
Poi, un paio di tentativi di romanellare alcune buche con i soliti 3 centimetri scarsi di grattatine di asfalto e bitume gettato.

Nel frattempo, si notano i nuovi cartelloni pubblicitari che compaiono a coppie ogni 10 metri (ne abbiamo contati - nel più totale silenzio sia di Romafaschifo che di  Cartellopoli, i due blog un tempo strenui censori dei sindaci oggi strenui difensori mariniani, quasi gli ultimi giapponesi - oltre 80 per lato) e che si sommano a quelli già esistenti.

Le mignotte sono ancora lì, sempre belle (non proprio tutte) e disponibili (tutte) e giorno dopo giorno più numerose.
L'asfalto in alcuni punti ha lasciato solo un vago ricordo di sé.
La strada, nei soliti punti (aeroporto dell'Urbe e svincolo per Villa Spada) si inonda alla prima pioggia che superi i 12 minuti di durata.
La puzza del deposito Ama si spande a ogni soffio di vento, nel silenzio di quei giornali e comitati che tanta attenzione ebbero fra il 2010 e il 2013.

Ma dei lavori promessi, annunciati, propagandati nemmeno l'ombra.

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