Archiviato il lunghissimo e lentissimo iter di approvazione della Delibera sull’interesse pubblico alla costruzione dello Stadio della As Roma a Tor di Valle, da oggi, inizia la seconda fase dell’iter.
Che non sarà meno lunga di quella che si è appena conclusa.
In primo luogo, spetta ai proponenti predisporre e depositare in Campidoglio progetti definitivi.
Secondo indiscrezioni raccolte all’interno dei progettisti del Gruppo Parnasi, la prima riunione deputata a pianificare il lavoro di stesura degli elaborati è fissata subito dopo la Befana. A sentire l’assessore all’Urbanistica, Giovanni Caudo, “non è possibile ipotizzare quanto tempo ci possano impiegare a presentare i definitivi. Come ho detto presentando la delibera in Aula, la palla ora torna a loro (Parnasi) e dovranno fare tutte le loro valutazioni”.
In passato, si parlava di un tempo stimato almeno in quattro mesi ma occorre capire anche se sono già stati fatti i “carotaggi” geologici e archeologici, roba che normalmente richiede svariati mesi di tempo, soprattutto considerata l’estensione dell’area e la sua prossimità al Tevere.
Una volta che Parnasi avrà completato i definitivi di tutte le opere - come ha ricordato sempre l’assessore Caudo sia dello Stadio e delle sue pertinenze, che del Businnes Park ma anche di ponti, svincoli, metro, strade, sottopassi - questi dovranno essere depositati in Comune. Sarà poi il Comune a “girare” questi progetti alla Regione per la Conferenza di Servizi decisoria, quella finale.
Regione chiamata in causa poiché per realizzare l’intero complesso occorre una variante urbanistica.
La Regione avrà un tempo massimo di sei mesi per indire e concludere i lavori della Conferenza alla quale prenderanno parte svariati Enti e Uffici: dalla Prefettura all’Autorità di Bacino, dal Comune (attraverso un “Ufficio temporaneo di Scopo”), all’Ama, all’Acea, Atac e via dicendo. La Conferenza di Servizi, oltre ad esaminare e semmai emendare i progetti, dovrà anche redigere il testo della Convenzione Urbanistica (il contratto fra Parnasi e il Comune) che sarà l’atto finale di questa lunghissima querelle.
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