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In questo blog mi dedico a guardare con occhio maliziosamente indipendente ciò che accade a Roma - e qualche volta anche nel resto del mondo - soprattutto attraverso ciò che della mia città raccontano i quotidiani. Generalmente prendo in considerazione i tre quotidiani più importanti per vendite e diffusione nella Capitale: Corriere della Sera, La Repubblica e il Messaggero. A volte troveranno spazio anche gli altri quotidiani, la cui lettura è comunque sempre accurata.

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domenica 27 ottobre 2013

Il gioco delle tre carte

Per realizzare quel capolavoro che è la chiusura parzialissima al traffico privato di via dei Fori Imperiali, più comunemente nota come la "corsia preferenziale Fori Imperiali", il povero Ignazio ha fatto passare la spesa - due bei milioncini di euro abbondanti - come "opere accessorie alla cantieristica" della fermata Metro C di Colosseo.
 
In sostanza, quei due milioni sono stati presi dal "salvadanaio" dei fondi che sono stati stanziati per costruire la fermata Colosseo della linea C e dirottati per fare la segnaletica, mettere i jersey di cemento su via Labicana, pagare gli operai che hanno materialmente realizzato i lavori, installare le telecamere dei varchi elettronici e così via.
 
Ergo: non li ha pagati il cassiere del Campidoglio - il buon Maurizio Salvi - ma li ha cacciati fuori Roma Metropolitane.
 
Da un punto di vista contabile, quindi, non è Marino Ignazio sindaco ad aver "staccato l'assegno" ma un altro soggetto e, quindi, a costo zero per le casse capitoline.
 
Ma è davvero così?
Beh, in realtà, ovviamente, no.
Roma Metropolitane è finanziata dal Comune, dalla Regione e dallo Stato.
Quindi, quell'ammanco di due milioni e spicci, prima o poi, dovrà essere coperto: pena una fermata Colosseo tutta da rivedere (con aggravio di costi e tempi).
A parte le denunce di qualcuno - il senatore Andrea Augello - tutta la vicenda è passata piuttosto in cavalleria: né i giornali, né la Corte dei Conti per ora hanno sollevato dubbi sulla regolarità di questa operazione.
 
Tralasciamo le considerazioni in merito all'efficacia e alla soddisfazione che questa decisione di Marino ha suscitato in città: è cosa nota che i residenti e i commercianti del quadrante sono sul piede di guerra perché subiscono effetti negativi dal traffico così come i ciclisti e i favorevoli alla pedonalizzazione totale perché la ritengono una cosa parziale e inutile.
 
Ora, però, Marino ci riprova.
Rullo di tamburi e annuncio in pompa magna: a dicembre facciamo i cantieri per allargare i marciapiedi e fare la pista ciclabile.



Autobus, pullman turistici, taxi, Ncc, auto blu continueranno a passare come sempre sulla strada che, però, sarà ancor più ridotta. Fra i cantieri per la metro C e questo allargamento, via dei Fori Imperiali diventerà presto un rigagnolo di stradina tipo via della Lupa in centro: due carrozzine con bimbi a bordo devono alternarsi per passare!
In tutto questo annuncio, però, Marino si dimentica di dirci dove troverà i soldi per pagare queste opere. 



Certo, non sarà possibile farle passare di nuovo come opere accessorie del cantiere Metro C. Anche perché Metro C sta per chiudere.



Abbiamo vissuto un agosto-settembre al calor bianco: chiude o non chiude? 'Sta metropolitana si fa o no?
Nella maggioranza di Marino c'è chi - come Athos De Luca - ormai si è schierato contro la metropolitana. Evidentemente, ai verdi - area politica di provenienza di De Luca - conviene non averle, le metro, così, forse, possono continuare a fare la politica degli strilloni ambientalisti, senza mai trovare la vera soluzione al problema: il trasporto di massa sotto la superficie.
 
Fatto sta che dopo le decine di annunci - roba che Alemanno è davvero un dilettante in materia - siamo ancora come ad inizio agosto: se il Comune non sblocca i soldi, la metro C si ferma. E non aprirà mai, visto che i lavori non sono completati.
Quindi, non saranno né MetroC né Roma Metropolitane a tirar fuori i soldi per fare marciapiedi e ciclabile ai Fori.
E allora chi?
Sarebbe ben strano fosse il Campidoglio: da mesi Marino piange miseria e va elemosinando a destra e a manca (nel vero senso del termine) aiuti da tutti: da Zingaretti al Governo.
Ha tentato, Marino, in un primo momento di provare a far passare il "buco" come frutto della "malagestione" di Alemanno. E ha dovuto fare una marcia indietro precipitosa: non solo perché non è vero ma anche perché, pure lo fosse, a Marino serve anche l'appoggio di Alemanno e del centrodestra per evitare il commissariamento e, quindi, di andare a casa nel modo più ignominioso dopo nemmeno sei mesi di governo cittadino.
 
E pazienza se, in questi mesi, le sole delibere che Marino ha prodotto sono quelle delle assunzioni. Alla fine è normale: nonostante le roboanti rodomontane dichiarazioni da campagna elettorale, Marino deve coprire dei posti che sono vuoti, quelli dei diretti collaboratori di fiducia. Non venisse però a raccontare che li ha scelti per concorso, perché la gran parte sono funzionari di area PD-SeL, alcuni proprio funzionari di partito.
 
Sarà, quindi, interessante vedere se, dopo gli annunci, Marino chiarirà anche da dove prende i soldi per fare (sempre ammesso che ci riesca) questa nuova tranche di interventi sui martoriati Fori Imperiali. 

E, magari, contestualmente ci spiegherà anche come mai per riparare le strade i soldi non ci sono, per il verde pubblico i fondi mancano, per il sociale "non c'è una lira bamboli", sul decoro urbano non possiamo spendere, ma si può spendere per i consulenti e una preferenziale costosissima e inutile.

A meno che, ovviamente, Ignazio sindaco Marino non stia riprovando a usare i Fori come specchietto per le allodole e dirottare l'attenzione dai suoi problemi interni e far dimenticare il suo record: maggioranza a pezzi, Giunta in bilico, rischio commissariamento in meno di 5 mesi di governo.

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