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In questo blog mi dedico a guardare con occhio maliziosamente indipendente ciò che accade a Roma - e qualche volta anche nel resto del mondo - soprattutto attraverso ciò che della mia città raccontano i quotidiani. Generalmente prendo in considerazione i tre quotidiani più importanti per vendite e diffusione nella Capitale: Corriere della Sera, La Repubblica e il Messaggero. A volte troveranno spazio anche gli altri quotidiani, la cui lettura è comunque sempre accurata.

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domenica 5 marzo 2017

STADIO; TUTTI GLI ERRORI DEL VIDEO M5S

Tanta propaganda, molti errori e tutti gli interrogativi rimangono senza risposta: in un video di 3 minuti e 6 secondi i 5Stelle provano a rivendicare l'accordo raggiunto il 24 febbraio con la Roma per il futuro Stadio giallorosso di Tor di Valle, solo che lo fanno concentrando in tanta propaganda una gran quantità di informazioni errate. 


Andiamo per ordine: già all'inizio, la Eurnova, la società del costruttore Luca Parnasi partner della Roma in tutta l'operazione, diviene Euronova, l'antica concorrente di Postal Market nella vendita per catalogo e oggi negozio online. 
Poco dopo, si entra sulle cifre: per anni ci era stato raccontato che i metri cubi totali di tutta l'operazione così come l'aveva pensata Marino erano 974mila. Per rivendicare meglio la "vittoria politica" i metri cubi di partenza vengono alzati a 1milione e 100.
In questo modo, invece che il reale taglio del 39% si può pompare il dimezzamento delle cubature. 
Poi un gioiello di pura propaganda: al secondo 34 la voce narrante ci spiega "le nuove cubature rispettano le disposizioni di legge". Il sottinteso, quindi, è che ieri non lo fossero. Ovviamente, semplicemente non è vero e basta pensare che la Procura archiviò un esposto presentato su questo proprio dagli stessi 5Stelle. 

Capitolo "opere pubbliche". Si parte con il Ministero della Propaganda: "la diminuzione delle cubature non inciderà sulle opere pubbliche se non su quelle pensate soltanto per concedere più spazio ai costruttori". Ci spiega la vocina: "Marino aveva destinato 951mila metri cubi in più rispetto ai 153mila previsti per il solo Stadio giustificandole appunto con una serie di opere pubbliche in gran parte superflue". 
Vediamo quali sarebbero le opere pubbliche che per la vulgata grillina sono superflue: i due "pontili" sul Tevere, il sottopasso di via Luigi Dasti, magicamente trasformato in via D'Asti e il prolungamento della metro B. I pontili, la cui immagine illustrativa è quella di un ponte di marmo e non di un attracco per le barche, e il sottopasso erano opere che non producevano cubature in compensazione ma interventi fatti a spese del proponente in "contributo costo di costruzione". 
Che poi il sottopasso di via Dasti sia superfluo, la Sindaca vada a spiegarlo a chi abita alla Magliana. E chissà che risposte otterrà dai cittadini,
Il prolungamento della metro B, invece, le cubature in compensazione le produceva ma, ci spiega la voce narrante, "abbiamo preferito puntare sul potenziamento della Roma-Lido". Per la delibera Marino i proponenti dovevano metter 50 milioni di euro e spicci per la metro o la Roma-Lido (la decisione finale era rinviata alla Conferenza di Servizi decisoria). 
Per la Raggi, invece, sarà sufficiente una decina o poco più di milioni di euro con i quali comprare due treni per la Roma-Lido: un potenziamento che passerà alla storia!

Leonardo Manera e Claudia Penoni nei panni
dei personaggi del cinema polacco, Kripstak e Petrektek 
"Vengono mantenute tutte le opere previste", narra con un entusiasmo degno dei personaggi comici di Zelig di Kripstak e Petrektek, ma già i soldi per la metro sono spariti. E ci viene spacciata come novità, la passerella ciclopedonale dalla stazione Fs di Magliana sulla linea Orte-Fiumicino Aeroporto: un'opera già inserita fra quelle di pubblico interesse della delibera Marino. 
Solo che, mentre con Marino queste opere ricevevano cubature a compensazione, il video dell'Isttuto Luce grillino non dice nulla su come saranno finanziate.
Altra opere con lo stesso problema del "chi paga?" è il ponte sul Tevere. "Verrà realizzato un ponte sul Tevere però non necessariamente quello previsto dal progetto della Roma. Secondo gli studi e le simulazioni con massimo carico realizzati dagli uffici del Comune un'unica struttura è sufficiente al momento allo sgravio del traffico della zona". 
Studi di traffico che in realtà nessuno ha visto e che contraddicono le carte ufficiali del Comune
Infatti, nel parere del Dipartimento Mobilità reso in Conferenza di Servizi, non solo si approva il Ponte della Roma ma, su quello dei Congressi (che deve tornare in fase di progettazione) vengono espresse delle perplessità in merito alla reale capacità di assorbire i volumi di traffico. Anche perché, mentre il Ponte della Roma sarebbe una seconda via d'uscita dallo Stadio, per raggiungere il Ponte dei Congressi sempre sulla via del Mare occorrerebbe passare lasciando quindi una sola via di accesso e di uscita dallo Stadio. 

"Nessun rischio idrogeologico", parte così il capitoletto del minuto 2 e 10. 
Eppure erano proprio i 5Stelle, da ultima la deputata Roberta Lombardi e lo stesso Beppe Grillo, a parlare di rischio idrogeologico criticando ferocemente la scelta dell'area. Ovviamente, ora che l'accordo è chiuso, il rischio idrogeologico è magicamente scomparso. E tutte le opere già abbondantemente previste dal progetto originario basato sulla delibera Marino vengono "rivendute" dai 5Stelle come se fossero frutto delle loro intuizioni. 
E chissà se Berdini ha visto il video: l'idrovora incubo dell'ex assessore viene spacciata per una grande decisione grillina!

Altra rivendicazione farlocca: quella ambientale. Il progetto originario puntava tutto sulla certificazione Leed (quella massima per i progetti ambientali). Anche questo, già abbondantemente agli atti, viene rivenduto come grande vittoria pentastellata.


Propaganda che, tutto sommato, nel gioco politico ci sta. 
Mancano gli atti: della nuova delibera di pubblico interesse non si ha ancora traccia, nemmeno per la bozza che deve uscire dalla Giunta per iniziare il suo percorso. 
Soprattutto, a differenza della tanto criticata ma almeno chiara delibera di Marino, manca totalmente la chiarezza su chi e come pagherà le opere pubbliche

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