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In questo blog mi dedico a guardare con occhio maliziosamente indipendente ciò che accade a Roma - e qualche volta anche nel resto del mondo - soprattutto attraverso ciò che della mia città raccontano i quotidiani. Generalmente prendo in considerazione i tre quotidiani più importanti per vendite e diffusione nella Capitale: Corriere della Sera, La Repubblica e il Messaggero. A volte troveranno spazio anche gli altri quotidiani, la cui lettura è comunque sempre accurata.

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giovedì 16 febbraio 2017

LE BUFALE DEI LUMINARI SUL PROGETTO STADIO



2 commenti:

  1. Quindi i collegamenti già ci sono. Mi chiedo se il giornalista sappia di cosa parla: La Roma lido a oggi porta a Roma circa 45/50.000 pendolari, per un totale di 90.000/100.000 passaggi. Ci sono 5 treni l'ora nell'ora di punta, in quello che da anni è considerato il peggior treno urbano d'Italia (premio Caronte). il progetto RATPdev prevedeva un investimento di circa 450.000.000 € per avere un servizio affidabile con frequenze a 5/6 minuti, pari a 10 treni l'ora; un treno al massimo porta 1.200 passeggeri insardinati per un totale di 12.000/passeggeri/ora. Nel caso in cui la Roma gioca partite infrasettimanali, considerando 50.000 pendolari che tornano cerso Ostia e 30.000 tifosi che, secondo gli impegni presi da Parnasi-Pallotta andranno a Roma con il treno, abbiamo un totale stimato di 80.000 persone che la Roma Lido DEVE smaltire in un lasso di tempo che va dalle 17.30 fino alle 20.30. In queste tre ore, a 12.000 passeggeri/ora, ci vogliono 6/7 ore per smaltire tutta questa utenza. Per carità di patria non parlo della Via del Mare/Via Ostiense che già ora, in quelle ore di punta è una colonna continua di macchine. Le chiedo un chiarimento, gentile Fernando Magliaro: Quando parla di collegamenti che già ci sono, a cosa si riferisce? PS. Il costruttore per la roma lido ha stanziato 50.000.000 €......

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    1. Caro Franco, posso assicurarti che il giornalista sa bene di cosa si sta parlando. Magari non sono stato chiarissimo nel mio pezzo: Emiliani sostiene (sulla scorta delle affermazioni di Berdini) che l'area scelta, Tor di Valle, sia nei fatti un "deserto urbanistico". Il virgolettato è di Berdini ma quel che fa Emiliani, in sostanza, è argomentare questo concetto. E lo fa asserendo, nel suo articolo, tutta una serie di cose, alcune dei quali citate, altre, per ragioni di spazio, no.
      A questa asserzione di deserto urbanistico, la risposta è, almeno nelle mie intenzioni, "guarda caro Vittorio, con tutto il rispetto che ti è dovuto, che ti stai sbagliando". E cito l'esistenza di quelle infrastrutture per smentire la vulgata del deserto.

      Ora, non mi sognerei mai di dire che Tor di Valle, in tema infrastrutture, sia il paradiso. Direi, anzi, che è un bell'inferno. Ma, intanto non è comunque un deserto perché si parte da una base di già esistente, quanto, soprattutto, che il progetto prevede, su richiesta del Comune, proprio investimenti (320milioni in delibera, divenuti a progetto definitivo 445 tutto compreso) per migliorare questa carenza (carenza, sia ben chiaro, non inesistenza) strutturale in tema di strade e trasporto pubblico. E sono proprio queste opere a generare le cubature a compensazione.

      Aggiungo una riflessione in più: l'area è sì, stata scelta dal privato. E mi rendo conto di quanto questo faccia girare le palle agli urbanisti i quali, però, dovrebbero ricordarsi che 30 anni di urbanistica centralizzata e decisa dal pubblico sono quelli che hanno condotto il pubblico a non avere più una lira, a forza di seguire le strampalate idee di qualche salottista con mappe e matita. Ora, i soldi ce li ha il pubblico: bello o brutto che sia, occorre ragionare su questo. Altrimenti parliamo di UTÒPIA. Ma - ed era questa la seconda parte della riflessione - quell'area è già indicata da molto tempo non solo come zona in cui portare, guarda un po', le stesse infrastrutture richieste ai proponenti dal Comune, ma anche come area di sviluppo intesa come un corridoio unico con Fiumicino.

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